Secondo lo scienziato Kurzweil entro il 2030 l’uomo sconfiggerà la morte grazie a genetica e nanotecnologia
“Ray Kurzweil” è una personalità famosa in tutto il pianeta. Il settantacinquenne Kurzweil è uno scienziato di fama mondiale, il cui lavoro è stato riconosciuto e premiato da molte importanti organizzazioni.
Nel 1999 ha ricevuto la prestigiosa National Medal of Technology e nel 2002 è stato inserito nella National Inventors Hall of Fame.
Creò la prima macchina in grado di trasformare il testo stampato in parlato (per aiutare i ciechi) e sviluppò un sintetizzatore in grado di emulare perfettamente il suono di un pianoforte a coda e di altri strumenti orchestrali.
Ma oltre ad essere stato un pioniere del riconoscimento ottico dei caratteri e del text-to-speech, è un futurista famoso per aver parlato della singolarità, ossia del “punto di non ritorno” delle intelligenze artificiali, quando queste supereranno gli esseri umani e trasformeranno rapidamente la società.
Kurzweil ha vinto un Grammy Award per i suoi contributi alla tecnologia musicale e ha anche scritto due bestseller: How to Create a Mind e The Singularity Is Near, in cui fa previsioni sull’unione di umani e macchine.
In effetti molte delle sue “letture del futuro” si sono avverate, al punto che può vantare un incredibile track record per previsioni accurate.
Tra queste c’è l’idea che un computer avrebbe sconfitto il campione del mondo di scacchi prima del 2000 e che entro il 2009 le persone avrebbero utilizzato principalmente computer portatili di varie dimensioni e forme, anticipando perfino che entro il 2010 la maggior parte della popolazione sarebbe stata connessa in modalità wireless a una rete di informazioni.
Nel 2015, il futurista Ray Kurzweil ha fatto una previsione che ha attirato l’attenzione del mondo intero: “entro il 2030, gli esseri umani saranno in grado di raggiungere l’immortalità”.
Ray Kurzweil crede fermamente che fra sette anni gli esseri umani elimineranno le malattie, fino al punto di non dover essere più condannati a morire.
La sua audace previsione e il ragionamento alla base sono riemersi in un video di YouTube che è diventato virale, in cui si dice certo che “entro il 2030, la nanotecnologia consentirà agli esseri umani di curare le malattie attraverso minuscoli robot in grado di riparare i nostri corpi a livello cellulare, consentendoci infine di raggiungere l’immortalità. Oltre a curare le malattie e prevenire l’invecchiamento, la tecnologia ci consentirà di mangiare tutto ciò che vogliamo senza preoccuparci di ingrassare o danneggiare il nostro corpo”.
In un profilo Reuters del 2009, l’agenzia di stampa fa riferimento a un’intervista con ComputerWorld durante la quale lo scienziato ha spiegato: “La piena realizzazione dei nanobot eliminerà sostanzialmente le malattie biologiche e l’invecchiamento. Credo che vedremo un uso diffuso tra 20 anni di dispositivi [nanotech] che svolgono determinate funzioni per noi. In 30 o 40 anni, supereremo le malattie e l’invecchiamento. I nanobot esploreranno organi e cellule che necessitano di riparazioni e semplicemente li ripareranno. Ciò porterà a profonde estensioni della nostra salute e longevità”.
In una recente serie su YouTube, l’ex ingegnere di Google immagina i nanobot che scorrono nelle nostre vene, combattono le malattie e riparano i nostri corpi a livello cellulare.
E dunque grazie proprio a questo straordinario sviluppo tecnologico non solo la vita verrà migliorata, guarita dai mali, ma si invertirà l’invecchiamento fino al punto di garantirne l’immortalità.
Ray Kurzweil parla inoltre di un futuro in cui AI e umani si fonderanno insieme per raggiungere il benessere fisico, economico e la superintelligenza.
Mentre si diffonde la notizia di questa imminente immortalità, il mondo non può fare a meno di chiedersi se siamo pronti per un cambiamento così estremo e “esagerato”.
Sì, perché è evidente che se l’ultima previsione di Kurzwell fosse vera, l’umanità intera sarà chiamata ad affrontare grandi questioni etiche, sociali ed economiche, legate ai problemi di sovraffollamento, allocazione delle risorse e povertà globale in un mondo in cui la morte non è più inevitabile.
Inoltre, in tanti si chiedono in che modo la promessa della vita eterna modellerebbe le nostre relazioni e le nostre ambizioni personali? Le implicazioni sono vaste e complesse.
Siamo davvero preparati per un mondo senza morte?
Cosa significa questo per le nostre relazioni, le nostre carriere e il nostro futuro come specie?
Sì, perché se è vero che questo straordinario futuro potrebbe presto diventare la nostra realtà vale davvero la pena pensarci.
Come è facile immaginare la teoria ha tanti sostenitori quanti oppositori: molti scettici sostengono che sia quasi impossibile raggiungere l’immortalità nel 2030, altri sono convinti che Kurzweil abbia ragione.
Quel che è certo è che non dovremo aspettare poi molto per sapere chi ha ragione.
Staremo a vedere e nel frattempo avremo modo e possibilità di interrogarci e rispondere al meglio alle nuove incredibili problematiche annunciate dal grande, amato e straordinario futurologo.
Francesco Castellini