Potrebbe essere l’occasione per chiedere un prezioso consiglio per renderci felici, come natura comanda

L’epoca dell’incomprensione tra animali e umani potrebbe presto finire.
In un prossimo futuro gli umani potrebbero essere in grado di comunicare con gli amici a quattro zampe e con tante altre specie animali.
La sfida non è certo facile, però c’è da dire che le prospettive per il futuro sulla comprensione del linguaggio animale sono davvero incoraggianti.
Un po’ sul modello di quello che già avviene tra persone di nazioni e lingue diverse con traduttori automatici, come quello di Google Translate, il più diffuso.
Che non solo permette di tradurre in pochi secondi un testo in quasi tutte le lingue del mondo, ma è anche in grado di riprodurlo vocalmente.

Facendo volare la fantasia, si potrebbe allora pensare alla possibilità, un domani, di potere comunicare con un dispositivo wearable, come uno smart watch o semplicemente con il telefonino sempre più estensione di noi stessi, anche con il nostro cane o il nostro gatto.

In prima linea in questa missione scientifica c’è l’ESP, Earth Species Project, che sta sviluppando sistemi di decodifica del linguaggio animale, basati su programmi di apprendimento automatico (machine learning), in grado di decodificare il linguaggio animale identificando dei modelli di comportamento ripetuti.
L’ESP ha creato BEANS (acronimo dell’inglese Benchmark of Animal Sounds), un sistema di analisi dei segnali di comunicazione acustica degli animali − sia bioacustici (prodotti dall’animale stesso) che ecoacustici (registrazioni dell’intero ecosistema) − che rappresenta una base dalla quale partire per permettere all’AI (intelligenza artificiale) di classificare i modelli di comunicazione animale.

L’obiettivo è quello di capire cosa dicono gli animali, per conservare meglio le specie e comprendere il loro grado di benessere e quanto invece sono disturbati dall’attività umana.

Secondo Kay Firth-Butterfield del World Economic Forum “Capire cosa dicono gli animali è il primo passo per donare ad altre specie del nostro Pianeta ‘una voce’ nella conversazione sul nostro ambiente”.

Ma bisogna anche attenersi a quello che dicono i ricercatori Alex Benjamin e Katie Slocombe, dell’Università di York, del Regno Unito, che hanno verificato quanto parlare con il proprio cane sia utile per rendere speciale la relazione cane-padrone.

E dunque c’è da sperare che interagire al massimo grado con i nostri amici pelosi non possa che fare del bene ad entrambi, e magari, perché no, potrebbe essere l’occasione per chiedere un prezioso consiglio per renderci felici, come natura comanda.

Francesco Castellini


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