“La Nato è al vostro fianco oggi, domani e fino a quando sarà necessario”. Con queste parole il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg ha voluto rassicurare il presidente ucraino Zelensky durante una visita a sorpresa ieri a Kiev. Un incontro di particolare importanza. Non solo perché è il primo di Stoltenberg dall’inizio della guerra, ma anche perché giunge contestualmente alle “strigliate” del ministro degli Esteri ucraino Kuleba all’Ue.
Kiev sottolinea la lentezza dei rifornimenti da parte dei paesi europei, che però stentano a mantenere la produzione promessa. Già a marzo, il Consiglio europeo aveva adottato una misura da 1 miliardo di euro per rimborsare agli Stati membri le munizioni donate all’Ucraina, promettendo poi di contribuire con l’invio di 1 milione di proiettili entro la fine dell’anno.
Delle divergenze tra i paesi membri sui contratti per l’acquisto delle munizioni stanno però rallentando le forniture, facendo sorgere dubbi a Kiev sulla capacità dell’Ue di mettere in atto quanto promesso. Eppure, alcune capitali europee sostengono che tutto sta procedendo secondo i piani, e che un primo lotto di munizioni da 250.000 proiettili verrà trasferito in Ucraina prima di fine maggio.
Ma i dubbi rimangono, soprattutto sulle effettive capacità dell’industria bellica europea di produrre un simile quantitativo di munizioni. Secondo delle stime di febbraio, l’Ucraina consumerebbe tra i 60.000 e i 210.000 proiettili al mese, a fronte dei soli 25.000 proiettili prodotti in Europa nello stesso arco di tempo. Per rispondere alle esigenze interne e dell’esercito ucraino, l’industria della difesa Ue dovrebbe quindi accrescere la propria produzione di circa sette volte. Insomma, una promessa più facile a dirsi che a farsi.
Mentre Bruxelles arranca, Washington annuncia l’invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari dal valore di 325 milioni di dollari. Un pacchetto che va ad aumentare lo stacco tra gli aiuti americani e quelli europei. Anche se, nei giorni scorsi, alcuni Paesi membri dell’Ue hanno avallato nuovi aiuti a sostegno di Kiev. Proprio ieri, Danimarca e Paesi Bassi hanno fatto sapere che doneranno congiuntamente 14 carri armati Leopard 2. Già a marzo, Polonia e Slovacchia avevano aperto rispettivamente all’invio di 4 e 13 caccia MiG-29. Un numero forse destinato a salire nei prossimi giorni: sempre Stoltenberg ha dichiarato che nell’incontro a Ramstein di oggi, la NATO discuterà della fornitura di aerei all’Ucraina. Un’eventualità che, fino a poco tempo fa, non veniva neppure presa in considerazione.