17 milioni e mezzo di ucraini sono completamente dipendenti dagli aiuti umanitari;
6,3 milioni di persone hanno dovuto lasciare le proprie case per sfuggire ai combattimenti;
ma soprattutto 7mila morti tra i civili – di cui più di 400 bambini.
Sono questi i numeri dell’aggressione all’Ucraina che l’ONU stima, fotografando gli ultimi 12 mesi di conflitto.
A poco sono servite le sanzioni varate contro la Russia che non arresta la sua “operazione speciale” e anzi: dopo la visita del Presidente degli Stati Uniti Biden in Ucraina, Putin rilancia la minaccia nucleare annunciando la sospensione del trattato di proliferazione nucleare siglato con gli USA.
“Un affronto alla nostra coscienza collettiva”, queste le parole del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres rispetto al conflitto il cui anniversario cade domani: “una triste pietra miliare per il popolo ucraino e per la comunità internazionale”.
Nel frattempo al palazzo di vetro di New York il ministro degli Esteri Antonio Tajani interviene all’assemblea generale dell’Onu sull’Ucraina dichiarando nel suo discorso che “la pace è l’obiettivo strategico finale a cui miriamo tutti – e aggiunge – L’Italia pensa che non possa esserci pace senza giustizia, e giustizia significa anche il pieno rispetto dell’indipendenza, della sovranità e del territorio dell’Ucraina, integrità entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e la sue acque territoriali”.
Nel frattempo però gli attacchi continuando anche a livello digitale e colpiscono “l’Italia russofoba” colpevole di aver varato il sesto pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. Il collettivo di hacker filo russi No name rivendica infatti l’attacco informatico a banche, ministeri, carabinieri, fornitori di energia e siti istituzionali. I danni non sono gravi, si tratta più che altro di un attacco dimostrativo – sui siti web infatti sono stati caricati dagli hacker immagini di presa in giro del bel paese, con un orso che balla tra i fusilli e la scritta “Mamma mia”.