Gli investitori sono stati i primi ad aver capito che le economie del futuro saranno guidate da aziende capaci di essere resilienti e sostenibili. Il Financial Times riporta come sei fondi sostenibili su dieci (fondi che investono in aziende che seguono principi ambientali, sociali e hanno strutture etiche di governance) hanno generato negli ultimi dieci anni rendimenti più elevati rispetto a equivalenti fondi che investono in aziende convenzionali, e questo trend si è persino accentuato durante la pandemia. Le aziende che investono in sostenibilità risultano più efficienti e hanno quindi più successo. I mercati riflettono il cambiamento in atto e non c’è settore dove questa dinamica sia altrettanto chiara come in quello energetico.
Anche le compagnie petrolifere stanno cambiando. BP ha tagliato di 17,5 miliardi di dollari il valore delle sue riserve a causa della diminuzione nel lungo termine dei prezzi del petrolio e del gas. Secondo le previsioni del colosso energetico britannico, la domanda non tornerà velocemente a livelli pre-crisi e questo, in aggiunta ad altri trends, accelererà il superamento dei combustibili fossili. Il petrolio non è l’unico a soffrire in questo senso: secondo Carbon Tracker più della metà degli impianti a carbone è già in perdita.
Uno dei trend che rende incerto il futuro del petrolio è l’espansione della mobilità elettrica. Secondo Bloomberg, le vendite di veicoli elettrici sono passate da 450.000 nel 2015 a 2,1 milioni nel 2019. Scenderanno nel 2020 prima di continuare ad aumentare grazie al calo dei prezzi delle batterie e alla costruzione di migliori e più diffuse infrastrutture di ricarica. Entro il 2040, si prevede che oltre la metà dei veicoli venduti nel mondo saranno elettrici.
Di diverso segno sono invece gli investimenti in rinnovabili, basti pensare che perfino negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Trump sta sovvenzionando i combustibili fossili, si svilupperanno in questo decennio progetti eolici offshore per circa 78 miliardi di dollari di investimenti, cifra quasi equivalente alla somma spesa nello stesso periodo per le esplorazioni di gas e petrolio.
Questo trend non si limita solo all’industria energetica, dato che non è soltanto spinto da cambiamenti tecnologici ma anche da cambiamenti di valori che si rispecchiano nelle scelte dei consumatori. Numerosi studi mostrano come la fascia di consumatori sotto i 45 anni, il cui potere d’acquisto è in crescita, orienti sempre più spesso i propri consumi verso brand attenti al tema ambientale (attenzione al packaging, compensazione delle emissioni, riutilizzo delle risorse, etc). Ci sono segnali che la pandemia ha persino accelerato questo processo e alcuni settori stanno già guadagnando dall’aumento del potere d’acquisto di questo nuovo gruppo di consumatori. Questo fa sì che sempre più aziende richiedano anche ai loro fornitori azioni che migliorino le loro performance ambientali, seguendo una delle numerose iniziative di riferimento. Tra le tante, quella che sta diventando il punto di riferimento per le aziende leader è quella degli Science Based Targets.