Ci sono startup che hanno raccolto centinaia di milioni di euro per trasformare l’industria dell’energia e gruppi a guida familiare alla terza generazione, ragazzi con meno di 30 anni e veterani dell’impresa. La redazione di Forbes ha selezionato le più belle storie di aziende italiane raccontate quest’anno. Si va dalla prima copertina del 2023, dedicata al produttore cinematografico Pietro Valsecchi, all’ultima sulla media company Urban Vision. Nel mezzo, tra gli altri, un nuovo miliardario delle scarpe e alcuni scienziati diventati imprenditori che vogliono cambiare il mondo delle batterie.
I sogni son desideri
Da bambino è riuscito ad affrontare il dolore per la perdita della madre grazie ai film. Da allora Pietro Valsecchi, 70 anni, ha sempre sognato il cinema. È riuscito a farne parte, prima come attore, poi come produttore. Nel 1991, insieme con la moglie, Camilla Nesbitt, ha fondato la società di produzione Taodue. Quattro anni dopo ha vinto un David di Donatello per Un eroe borghese (“È stato un grande film e quando lo rivedo cambierei solo la musica, che è un po’ datata”). Al cinema di impatto civile ha unito i grandi incassi, soprattutto con i film di Checco Zalone. A partire da Cado dalle nubi, di cui è stato anche sceneggiatore.
Più di recente Valsecchi è diventato anche scrittore, con romanzi e libri di cibo e di fiabe. Quanto al cinema, ha detto che “il film più amato è quello che devo ancora fare. Spero che il pubblico torni presto nella vecchia cara sala cinematografica. Non è solo un momento di condivisione delle emozioni, ma anche uno scudo al degrado culturale”.
La prima batteria a CO2
“Da nemico da combattere, l’anidride carbonica diventa il fluido di lavoro perfetto per stoccare energia”. Claudio Spadacini è il fondatore di Energy Dome, l’azienda italiana di accumulo di energia su scala industriale che ha progettato una batteria a CO2. “Funziona come un sistema a pompaggio idroelettrico che non necessita di dislivelli”, ha spiegato a Forbes in febbraio. La batteria promette di restituire alla rete il 75% di quanto stoccato, senza degrado delle prestazioni, e una durata di almeno 30 anni. L’innovazione non è nella componentistica, ma nel processo.
Energy Dome è nata a febbraio 2020, poche settimane prima dei lockdown. Ha resistito al Covid e ha avviato in Sardegna il primo impianto CO2 Battery. Tra gli investitori che l’hanno sostenuta ci sono 360 Capital e Barclays. A fine 2022 ha ricevuto 17,5 milioni di euro da Eic Accelerator, il programma di finanziamento del Consiglio europeo per l’innovazione.
Il re degli effetti speciali
Ha curato gli effetti speciali dell’Eurovision, dei concerti di Maluma e di Alessandra Amoroso, di programmi tv come X Factor, Scherzi a parte e Italia’s Got Talent. Ha realizzato per Disney il primo volo con droni sul parco archeologico del Colosseo e assieme a un’azienda olandese ha illuminato l’Ahoy Arena di Rotterdam con quasi 30mila braccialetti led. Luca Toscano, napoletano, 27 anni, è il fondatore di Artech. Forbes Italia lo ha scelto come volto del numero dedicato agli under 30 del 2023.
Cresciuto a Pozzuoli, a nove anni ha iniziato a coordinare eventi virtuali – con guadagni reali – su Second Life. “Il mondo dei piccoli mi è sempre stato stretto”, ha ricordato. “Ho mentito sulla mia età fino ai 18-19 anni”. Tra il 2010 e il 2014 ha organizzato concerti, feste private ed eventi. Nel 2015 è diventato imprenditore. “Quando ho iniziato, pensavo sarebbe stato solo un business temporaneo e che sarebbe rimasto confinato alla mia regione, o al massimo al Sud Italia”. Quando Forbes ha raccontato la sua storia, Artech era invece già sbarcata in 39 paesi di tre continenti.
Il manager dei due mondi
A suggerire il suo nome al gruppo cinese Weichai, proprietario della multinazionale della cantieristica navale Ferretti Group, fu Piero Ferrari. Quando gli chiesero di risollevare Riva, storico marchio delle imbarcazioni di lusso, Alberto Galassi visse “i tre mesi più difficili e incerti” della sua carriera: “I prodotti erano sbagliati e la strategia commerciale era scellerata”, ha detto a Forbes Italia nella storia copertina di agosto.
Oggi Galassi è amministratore delegato di Ferretti Group, che ha portato a superare il miliardo di euro di ricavi nel 2022 e a una doppia quotazione: prima a Hong Kong, poi a Milano. Nel frattempo è diventato anche consigliere di amministrazione del Palermo Calcio. “Quest’anno ci divertiremo e avremo un obiettivo chiaro in testa: arrivare almeno tra le prime quattro del campionato”, ha annunciato.
Piccole soluzioni per grandi problemi
“Di solito un’azienda appena nata si specializza in una cosa. Noi abbiamo scelto un’altra strada: applichiamo le nostre competenze a quattro ambiti. Le uniche costanti sono che tutti i progetti rientrano nel campo dell’energia e che produciamo elementi invisibili per risolvere problemi macroscopici”. Così Paolo Mutti, ingegnere nucleare, amministratore delegato di X-nano, ha riassunto la filosofia della startup che ha fondato nell’aprile 2022 assieme a Fabio Di Fonzo, ingegnere meccanico.
X-nano è uno spin-off dell’Istituto italiano di tecnologia, e in particolare del laboratorio di nanotecnologie nato al Politecnico di Milano. Lavora a tecnologie per gli ambiti dell’idrogeno, del nucleare e di vari tipi di batterie. Da novembre 2022 è partecipata anche da Pietro Fiorentini, gruppo del gas naturale da quasi mezzo miliardo di ricavi. I suoi fondatori immaginano un futuro internazionale: “Per molti campi di cui ci occupiamo, gli interlocutori migliori sono fuori dall’Italia, o addirittura fuori dall’Occidente”, ha detto Mutti. “Ho guidato società anche in Cina. Abbiamo cultura ed esperienza sufficienti a pensare su scala globale”.
La signora del private equity
Da poco è diventata socia al 20% della holding Fenice, che raggruppa i business di Chiara Ferragni. Giovanna Dossena ha messo insieme il mondo dell’impresa e quello accademico. È amministratore delegato di Avm Gestioni, gruppo del private equity e del venture capital che ha fondato nel 1995, e insegna all’Università di Bergamo. I suoi studi hanno riguardato la gestione d’impresa, la finanza aziendale e i modelli di business.
“Il principio che ispira gli investimenti di Avm”, ha dichiarato, “è la volontà di generare valore nel lungo periodo e slegare la logica di investimento dal mero ritorno a breve termine”. Ha lavorato spesso assieme ad Alberto Bombassei, fondatore di Brembo: dal 1993 al 2014 è stata membro del consiglio di amministrazione dell’azienda e fa parte del comitato scientifico del Kilometro Rosso, il parco scientifico voluto dall’imprenditore.
Il nuovo miliardario italiano delle scarpe
Amy Feldman di Forbes.com ha definito le scarpe della sua HeyDude “comodi mocassini con un look così brutto da risultare carino”. Quei mocassini hanno permesso ad Alessandro Rosano di mettere assieme un patrimonio di 1,4 miliardi di dollari quando, nel dicembre 2021, ha venduto l’azienda per 2,5 miliardi a Crocs, per cui ora lavora come consulente strategico. Di lui si sa poco: ha circa 55 anni, ha studiato commercio estero a Pistoia e ha gestito per qualche anno un distributore di scarpe chiamato Fratelli Diversi. Assieme al socio Daniele Guidi ha creato anche un’azienda di orologi in legno, WeWood.
La fortuna di HeyDude, così battezzata per l’affinità allo stile rilassato californiano, è dovuta al mercato americano. Nel 2018 i ricavi erano di 20 milioni di dollari, due anni dopo erano diventati di 191 milioni, senza attività di marketing rilevanti. Nel 2021 sono saliti a 581 milioni. Sotto Crocs hanno superato il miliardo. “Se delineassimo la strategia di HeyDude e la presentassimo a un gruppo di dirigenti d’azienda, direbbero che non c’è alcuna possibilità di successo”, ha affermato Andrew Rees, amministratore delegato di Crocs.
La nuova stella del nucleare
Nel 1994, quando il premio Nobel Carlo Rubbia lo chiamò e gli propose di aiutarlo a sviluppare un reattore nucleare pulito e sicuro, Stefano Buono aveva 28 anni ed era pronto a partire per un giro del mondo a vela. “Cancellai il viaggio e accettai”, ha ricordato a Forbes Italia. “Ero convinto di cambiare il mondo”. Il progetto si arenò a cavallo del 2000. Varie società più tardi, dopo avere venduto un’azienda di medicina nucleare a Novartis per 3,9 miliardi di dollari, Buono ci riprova con newcleo, una startup con cui sviluppa piccoli reattori da 200 MWe.
La tecnologia di newcleo promette di bruciare scorie anziché produrne. “Non avremo bisogno di estrarre uranio: per centinaia di anni potremo usare quello già estratto”, ha detto Buono. “Produrremo meno di un metro cubo di scarti per ogni gigawatt elettrico annuo. I rifiuti avranno vita breve: saranno radioattivi per 250 anni, contro i 250mila delle scorie delle centrali tradizionali. E il design stesso del reattore rende impossibili incidenti come quelli del passato”. Newcleo ha raccolto fondi per 400 milioni di euro. Buono ha anche prodotto il documentario Nuclear Now di Oliver Stone ed è convinto che presto il nucleare tornerà anche in Italia: “Non è uno scenario probabile. È uno scenario certo”.
It come Italian Technology
“Nel 1983, quando mio padre, manager dell’Ibm a Parigi, decise di fare l’imprenditore, avevo solo 13 anni, ma lui già mi rendeva partecipe. Mi raccontava progetti e obiettivi, ma anche difficoltà e complessità delle scelte”. Marco Tripi, amministratore delegato di Almaviva e volto copertina del numero di ottobre di Forbes Italia, ha raccontato i primi ricordi legati a “un percorso” a cui ha “assistito prima da osservatore e poi entrando nel gruppo oltre 20 anni fa”.
Il nome di Almaviva, nata nel 2006, è composto dalle prime due lettere di Alberto (il fondatore), Marco (il figlio), Vittoria (la moglie) e Valeria (la figlia). L’azienda si occupa di innovazione digitale, ha fatturato più di 1 miliardo di euro nel 2022 e ha 46mila dipendenti. “Il mio approccio è da imprenditore, non da manager”, ha dichiarato Tripi. La differenza sta “nell’intensità, nella perseveranza. Vendere un’azienda non è un male, ma cambia la prospettiva. Ogni settimana un fondo ci fa un’offerta, ma vince la voglia di creare qualcosa di significativo. Punto più alla soddisfazione di far crescere ancora il gruppo che a quella di contare i soldi”.
Promotori del digitale
InfoCert è un qualified trust service provider, cioè una società che offre servizi digitali per garantire il valore legale di documenti elettronici e transazioni online. È dietro a molte delle innovazioni che hanno digitalizzato la burocrazia italiana: Pec, fatturazione elettronica, Spid. “Operiamo in oltre 60 paesi”, ha detto Danilo Cattaneo, 55 anni, amministratore delegato e direttore generale, intervistato per la storia di copertina del numero di novembre. “Amiamo dire, in modo scherzoso, che sulla nostra società non tramonta mai il sole”, come sull’impero di Carlo V d’Asburgo.
Dal 2010 InfoCert ha portato i suoi ricavi da 20 a 140 milioni di euro, nonostante abbia faticato a convincere gli enti pubblici della legalità e della sicurezza del digitale. “Fino ad alcuni anni fa l’importanza della digitalizzazione era compresa solo dai grossi gruppi”, ha dichiarato Cattaneo. “Durante la pandemia è risultata chiara a tutti, dai cittadini alla pubblica amministrazione”.
Creatività urbana
“Non ci occupiamo di restauri, ma li sosteniamo grazie ai fondi raccolti con le sponsorizzazioni tecniche. Intercettiamo capitali per fare in modo che il patrimonio artistico e culturale possa essere tutelato e valorizzato”. Così Gianluca De Marchi, fondatore e amministratore delegato di Urban Vision, ha riassunto il modello di business della società. Quando si vede un edificio in cui uno schermo con la comunicazione di grandi brand si inserisce in operazioni di restauro, spesso c’è la sua mano.
Durante i lockdown De Marchi ha deciso di “dare spazio non solo a contenuti pubblicitari, ma anche a messaggi di rilevanza sociale e culturale”. Tra le collaborazioni, quelle con Toiletpaper, la rivista d’arte di Maurizio Cattelan, e con i gruppi creativi di X Factor e del Festival di Sanremo. Per il futuro De Marchi pensa alla quotazione in Borsa e all’espansione all’estero: “Il 2024 sarà l’anno dello sbarco a New York”.
In cima all’industria
Il quartier generale di Radici Group, un’azienda di polimeri da 1,5 miliardi di fatturato e 3.100 dipendenti nata nel 1941, si trova a Gandino, in una piccola valle delle Prealpi bergamasche. A guidarla sono Angelo, Maurizio e Paolo Radici, nipoti del fondatore e fratelli di Fausto, sciatore della Valanga Azzurra degli anni ’70, morto nel 2002. In un’intervista uscita sul numero di dicembre di Forbes Italia, Angelo, presidente, ha parlato delle iniziative del gruppo per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite. “Faccio fatica a pronunciare [la parola ‘rifiuto’]”, ha detto. “Per noi gli scarti sono da sempre risorse”.
Radici ha riflettuto anche su un cambiamento culturale degli ultimi anni. “Siamo in un’area con un’etica del lavoro molto spiccata e un forte senso del dovere. Allo stesso tempo, anche qui il lavoro viene vissuto diversamente rispetto a decenni fa”. Quanto allo stato dell’industria italiana, è convinto che il principale problema sia “la troppa ideologia dell’Europa”, contrapposta “all’irruenza” di Cina e Stati Uniti. “I costi, a partire da quelli dell’energia, sono aumentati a dismisura. Dobbiamo salvaguardare l’ambiente, ma anche la produttività”.
Riproduzione Forbes