er ora al porto di Ravenna non si registrano ripercussioni sui traffici dovute alla crisi geopolitica nel Mar Rosso, con gli attacchi di pirateria ai convogli commerciali da parte del gruppo armato yemenita degli Huthi. Parte delle compagnie di navigazione evitano lo stretto canale di Suez che collega il Mar Rosso al Mediterraneo e circumnavigano l’Africa doppiando il Capo di Buona Speranza.
Per Mario Petrosino, direttore generale dell’Autorità di sistema portuale, “è un problema che si aggiunge allo shock energetico e all’aumento dell’inflazione, alla diminuzione del potere d’acquisto, alle politiche monetarie restrittive e all’aumento dei tassi di interesse, fino alla guerra della Russia contro l’Ucraina e al conflitto israelo palestinese”. “L’unica reazione immediata è il conseguente aumento dei noli dovuto ai maggiori costi di viaggio della nave. Bisogna vedere come si organizza il mercato e questo è ancora presto per saperlo. Tempi di transito così cresciuti richiederanno sicuramente alle aziende una riorganizzazione nell’approvvigionamento delle merci e nella gestione del magazzino.
Siamo, direi, nella fase in cui si cerca di assorbire la situazione e immagino che ancora per un po’ di tempo si starà a vedere come evolveranno la crisi e lo scenario politico, prima di organizzarsi conseguentemente in maniera più corposa”, commenta Roberto Viola, branch manager della sede distaccata di Ravenna dell’agenzia marittima Le Navi e membro del consiglio direttivo dell’Asamar, l’associazione degli agenti marittimi.