Smartauto o Cellularcar: il mondo degli smartphone e quello delle auto sono sempre più vicini e la crescente integrazione reciproca tra software, funzioni e connettività è destinata a nuovi passi in avanti nei prossimi anni.
I più sofisticati sistemi operativi che usiamo sui nostri smartphone e tablet sono ormai arrivati sulle vetture di serie e la rapida crescita dell’auto elettrica ci avvicina sempre più ai veicoli definiti dal software (software-defined vehicles o SDV). E c’è un dato, secondo un recentissimo report di Boston Consulting Group, capace di indicare la rilevanza del fenomeno, che ha un valore potenziale di oltre 650 miliardi di dollari per l’industria automobilistica entro il 2030 (ovvero dal 15% al 20% del suo valore totale).
Questo significa un cambiamento epocale dell’auto che non è più solamente un veicolo, ma diventa una piattaforma dinamica e personalizzabile che si aggiorna online, è controllata principalmente dal software ed è in grado di aggiungere nuove funzionalità e caratteristiche secondo le necessità del cliente.
Un cambio di paradigma che spinge molti produttori di smartphone, aziende hi-tech, fornitori di servizi online e costruttori di microchip e computer a lanciarsi nella produzione di auto, soprattutto elettriche o ibride plug-in. Vediamo quali sono i colossi dell’elettronica e dell’information technology che vogliono realizzare auto o che già sono entrati in questo settore.
Dalla Cina i primi esempi
I primi costruttori di smartphone a interessarsi alla produzione di auto non potevano che essere cinesi, dato che Paese asiatico è il più grande mercato mondiale dell’auto e il principale produttore di dispositivi mobili prima di India e Vietnam.
Tutte queste star cinesi dell’elettronica di consumo, almeno inizialmente, si appoggiano a Case auto già esistenti e consolidate per avviare le loro attività nel settore della mobilità con joint venture e collaborazioni, ma alcune hanno già creato propri marchi indipendenti. Vediamo chi sono.
Huawei
Il pioniere su questa strada è Huawei, la multinazionale cinese attiva nella progettazione e produzione di smartphone, tablet, smart TV, reti mobili, pannelli solari e altri device elettronici che sta allargando le sue attività all’installazione di sistemi operativi nelle nuove auto Made in China.
Tra i diversi accordi e joint venture che Huawei ha siglato in patria se ne possono citare diversi che riguardano l’installazione del sistema operativo ArmonyOS, della guida autonoma Huawei 2.0 e del sistema di connettività Huawei HiCar simile ad Apple CarPlay.
Il più importante è sicuramente quello che ha portato alla nascita del marchio Aito, fondato nel 2021 con Seres e acquisito interamente da Huawei nel 2023. In pratica è il primo brand che produce auto sotto l’esclusivo controllo di un importante costruttore di smartphone.
Geometry G6
Tra le altre collaborazioni di Huawei si segnala quella con JAC per il nuovo SUV siglato QX PHEV, oltre alla fornitura di componenti per Denza N7, per il marchio Luxeed creato con Chery, per Deepal e per la Geometry G6 di Geely.
Recentissime sono anche le presentazioni della Arcfox α-S in cui Huawei ha curato tutta l’elettronica per BAIC e delle Avatr 11 e 12 nate da una joint venture tra Changan, CATL e Huawei.
Da non dimenticare è poi l’ingresso di Huawei nel settore delle colonnine di ricarica con il potente Fusion Charger da 600 kW, oltre che in quello delle batterie allo stato solido WeLion per NIO con Xiaomi.
Foxconn
Un altro colosso della telefonia che sta entrando nel settore auto è Foxconn, azienda di Taiwan che produce smarthpone per altri marchi come Apple, ma che ha già lanciato un proprio brand.
Parliamo di Foxtron, marchio auto di Foxconn fondato con Yulon Motor che al momento ha presentato solamente concept senza avviarne la produzione. A Foxtron è stata però già affidata la costruzione della Luxgen n7, il SUV elettrico che è anche il primo frutto della joint venture tra Foxconn e la stessa Yulon Motor.
In realtà Foxconn guarda ancora oltre e pensa già a produrre una tre ruote elettrica economica in nuovi stabilimenti in India o Thailandia. Per questo ha creato nel 2021 il consorzio Mobility in Harmony (MIH) che conta oltre 2.600 fornitori ed è destinato alla creazione di una piattaforma aperta per l’auto a batteria.
Xiaomi
Xiaomi è il terzo produttore mondiale di smartphone e partendo da questo trampolino di lancio vuole estendere il suo business anche al mondo dell’auto. Per ottenere il suo scopo il colosso cinese della telefonia ha appena commercializzato in Cina la sua elettrica Xiaomi SU7.
In Cina sono già più di 100.000 gli ordini raccolti dalla Xiaomi SU7 a pochi giorni dal lancio, un successo travolgente per un’auto che sfida a viso aperto Tesla Model 3 e BYD Seal. La nuova berlina a batteria è disponibile in patria con trazione posteriore da 299 CV e autonomia fino a 830 km, mentre l’integrale bimotore da 673 CV scende a 810 km di autonomia. Su InsideEVs.it tutte le info sulla Xiaomi SU7.
Un altro progetto di Xiaomi, sviluppato attraverso la controllata Gongjianpai Auto Technology, è quello dell’appena svelata SSC SC-01, una spider elettrica da 425 CV e capace di scattare da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi.
Gli altri marchi cinesi
Ancora allo stadio embrionale, ma avviati con accordi commerciali e i primi reclutamenti di progettisti e designer, sono poi i programmi per l’auto elettrica impostati da altri costruttori cinesi di smartphone e altri device. Tra questi si possono citare gli esempi di Oppo che da un paio di anni assume talenti per costruire la sua auto a batteria, ma anche Meizu che dopo essere stata acquisita da Geely fornisce elettronica di bordo e il sistema operativo Meizu Flyme Auto alla Casa cinese e deposita il marchio Wujie Auto.
Da non dimenticare è poi il caso di Haier, altro protagonista dell’elettronica di consumo cinese che secondo alcune indiscrezioni starebbe pensando a un suo marchio auto, come già fatto da Skyworth e già ipotizzato per Midea e Hisense.
L’unica azienda ad aver fatto il percorso inverso, ovvero aggiungere la produzione di smartphone a quella delle auto, è NIO col suo NIO Phone, mentre è vicina la presentazione del telefono di Polestar.
Un caso a parte è poi quello di Baidu, spesso definito il “Google cinese”, che grazie a una joint venture con Geely ha creato il marchio Jiyue e ha presentato il SUV elettrico Jiyue 01. Baidu è anche il più grande gestore mondiale di taxi senza conducente.
L’America risponde con la guida autonoma
La più attesa delle auto prodotte da un gigante dei telefonini è però l’ormai famosa Apple Car, vettura elettrica di cui si parla ormai dal 2014, ma che ancora sembra lontana dal concretizzarsi.
Apple
Dopo un periodo travagliato fatto di diversi cambi di strategia, assunzione di nuovi talenti e rapide dimissioni, focus sulla guida autonoma e voci di una possibile acquisizione di Lucid Motors, Apple sembra aver abbandonato suo “Project Titan”.
Dopo le voci su un rinvio al 2028 e il focus su un rivoluzionario sistema di guida automatizzata dalle caratteristiche sconosciute, è arrivato a febbraio 2024 l’annuncio da parte di Apple che l’ambizioso e decennale progetto Titan della Apple Car è stato abbandonato in favore di un investimento sull”intelligenza artificiale generativa.
Anche Google si dimostra più interessata al tema della guida autonoma che a quello più generale di un’auto col suo marchio. In quattordici anni di sperimentazione le auto di Waymo (una controllata di Alphabet e quindi di Google) hanno macinato oltre 20 milioni di chilometri sulle strade della California con servizi di robotaxi e furgoni di consegna merci.
Difficilmente vedremo a breve auto marchiate Google o Waymo, ma l’esperienza accumulata dall’azienda di Mountain View nella guida senza pilota farà la differenza nel momento in cui il mercato richiederà queste tecnologie. Nonostante alcuni incidenti di auto a guida autonoma che hanno fatto discutere in America, Waymo ha appena annunciato di voler estendere i servizi di robotaxi a Los Angeles, Phoenix e Austin.
Uno dei progetti più recenti del gigante californiano è quello del concept Zeekr M-Vision, il robotaxi elettrico del gruppo Geely che farà parte delle nuove flotte Waymo a guida automatizzata.
Le batterie dalla Corea del Sud
I giganti sudcoreani dell’elettronica fanno parte di enormi conglomerati industriali chiamati Chaebol che operano in diversi settori, compreso quello dell’auto.
Samsung
Uno di questi gruppi è Samsung che ha quasi abbandonato la produzione di auto mantenendo solo una quota minoritaria nella Renault Korea Motors che fino a pochi anni fa era la Samsung Motors.
L’impero fondato ottantacinque anni fa a Daegu mantiene però una presenza importante nel settore auto con Samsung SDI, azienda produttrice di batterie che è anche nella Top 10 mondiale per la fornitura di accumulatori per auto elettriche. Per fare solo un esempio, la Fiat 500 elettrica è dotata di batteria Samsung SDI.
LG
Allo stesso modo la coreana LG sta allargando i suoi orizzonti produttivi con la consociata LG Energy Solution che nel primo semestre 2023 è diventato il secondo produttore mondiale di batterie di trazione per auto elettriche.
Importanti accordi strategici di collaborazione sono stati poi firmati da LG Energy Solution con Stellantis, Hyundai, Honda e General Motors per avviare la produzione di batterie in Nordamerica.
Anche Sony fa la sua auto
Parlando di multinazionali conglomerate diventate famose con il boom dell’elettronica di consumo, non possiamo di certo dimenticare Sony, l’azienda giapponese che ha deciso di entrare nel mondo della produzione auto con Honda formando lo scorso anno la Sony Honda Mobility.
Afeela, il prototipo della berlina elettrica di Sony
Le sue auto, che saranno prodotte e vendute negli Stati Uniti a partire dal 2026, avranno il marchio Afeela. Il primo modello è anticipato dal prototipo Afeela del 2023, una berlina quattro porte elettrica che promette di fissare nuovi standard per la connettività di bordo, il gaming, gli ausili alla guida, i sensori e le tecnologie sviluppate con Qualcomm.
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