L’84% delle piccole e medie imprese si scontra con procedure burocratiche troppo complesse. Se ne è parlato a Bologna, all’VIII Convegno nazionale di finanza agevolata

L’utilizzo dei fondi pubblici è uno dei principali ostacoli che le Pmi italiane incontrano sul proprio percorso verso modelli di business digitalizzati e sostenibili. Un problema cruciale, se si pensa che, nel nostro Paese, le piccole e medie imprese, pur essendo il 5% delle imprese totali (230mila su 4,6 milioni), rappresentano oltre il 41% del fatturato totale. Oltre l’80% di esse si dice pronto a impegnarsi in tema di transizione energetica e digitale, ed è qui che ci si scontra con le difficoltà burocratiche, perché lo scoglio dei fondi pubblici è patito dall’84% delle aziende.

Se ne è parlato a “Il futuro è ora!”, l’ottavo Convegno nazionale di finanza agevolata organizzato a Bologna da Golden Group e Confindustria Emilia, che ha visto la partecipazione di Alessia Bernardi di Golden Group e dei professori Claudio Rorato del Politecnico di Milano e Augusto Bianchini dell’Università di Bologna. Gli interventi hanno sottolineato la necessità di agevolare il superamento delle barriere burocratiche da parte delle Pmi, al fine di permettere l’accesso ai fondi pubblici. Il circolo virtuoso innescato dalla finanza agevolata, infatti, innesca un circolo virtuoso che consente alle aziende di migliorare la programmazione e la pianificazione, anche in termini di innovazione e sostenibilità.

Così ha affermato il presidente di Golden Group, Davide Malaguti: “Le aziende italiane, e in particolare le Pmi, stanno attraversando una fase di trasformazione cruciale e la finanza agevolata può giocare un ruolo determinante nell’accompagnare le imprese verso la transizione verde e digitale. È una strada complessa, ma le opportunità sono immense per chi saprà coglierle. Come Golden Group, lavoriamo ogni giorno per aiutare le imprese ad accedere a quelle risorse necessarie per dare impulso all’innovazione e ai progetti di sostenibilità contribuendo, con le nostre competenze, alla doppia transizione del tessuto produttivo italiano”.

Come è emerso durante il convegno, il 65% delle piccole e medie imprese italiane ha fatto ricorso a strumenti agevolativi (dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi). Il 42% di queste aziende, però, considera “troppo complesse” le procedure burocratiche per accedere ai bandi. Per quanto riguarda il percorso di transizione digitale ed energetica, il 76% delle Pmi coinvolte ritiene prioritario perseguire obiettivi ecologici e il 49% si adopera per una formazione continua del personale, con solo il 10%, però, che ha inserito figure specialistiche ad hoc. Un dato da migliorare nei prossimi anni, infine, riguarda quel 74% delle Pmi che non sviluppa progetti digitali all’avanguardia riguardanti strumenti come blockchain, intelligenza artificiale o big data. 

Riproduzione: La Repubblica

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