A chiusura del 2024, l’economia italiana si presenta con un quadro eterogeneo, caratterizzato da segnali di ripresa nel settore dei servizi e una persistente debolezza nell’attività manifatturiera. L’analisi degli indici PMI® (Purchasing Managers’ Index) per dicembre evidenzia un andamento contrastante che riflette le sfide strutturali e le opportunità emergenti nel contesto economico nazionale.


Settore dei Servizi: un ritorno alla crescita

Il settore dei servizi, che rappresenta una componente significativa del PIL italiano, ha registrato un miglioramento, con l’indice HCOB PMI® dell’Attività Terziaria salito a 50,7, rispetto al 49,2 di novembre. Questo aumento porta il settore nuovamente sopra la soglia critica di 50, che separa contrazione ed espansione.

Questo risultato segnala una ripresa dell’attività economica dopo un breve periodo di declino. Tra i fattori chiave del miglioramento figurano:

  • Incremento della domanda interna: Un miglioramento delle condizioni di fiducia dei consumatori ha sostenuto la ripresa della spesa nei servizi, in particolare nel turismo e nella ristorazione.
  • Rallentamento dell’inflazione nei servizi: La stabilizzazione dei prezzi ha incentivato la domanda, sebbene le pressioni inflazionistiche restino un fattore di rischio.

Gli analisti sottolineano che il ritorno alla crescita nel settore dei servizi è incoraggiante, ma resta fragile, soprattutto alla luce delle incertezze macroeconomiche globali.

Settore Manifatturiero: contrazione prolungata ma rallentata

In contrasto, il settore manifatturiero continua a trovarsi in difficoltà. L’indice HCOB Global PMI per il manifatturiero è salito a 46,2 a dicembre, rispetto al 44,5 di novembre, indicando un rallentamento del ritmo di contrazione. Tuttavia, il valore rimane significativamente al di sotto della soglia di 50, segnalando che il settore è ancora in fase recessiva.

I problemi principali che affliggono il comparto manifatturiero includono:

  • Domanda debole nei mercati internazionali: La riduzione della crescita globale ha influito negativamente sulle esportazioni italiane.
  • Aumento dei costi di produzione: Nonostante un calo dei prezzi dell’energia, molte imprese segnalano pressioni sui costi delle materie prime e delle componenti tecnologiche.
  • Sfide logistiche: Persistono ritardi e costi elevati nelle catene di approvvigionamento, anche se la situazione è migliorata rispetto ai picchi del 2022.

Secondo gli esperti, la lieve ripresa dell’indice PMI suggerisce che il settore manifatturiero potrebbe avvicinarsi a una stabilizzazione nei primi mesi del 2025, ma il recupero dipenderà dalla ripresa della domanda globale e dagli investimenti in innovazione.

Implicazioni macroeconomiche

L’andamento divergente dei due settori principali dell’economia italiana evidenzia una crescita a due velocità:

  • I servizi stanno beneficiando di una ripresa post-pandemica più robusta, trainata dalla domanda interna e dall’espansione del turismo.
  • La manifattura, invece, continua a subire gli effetti di un rallentamento economico globale e di sfide strutturali che richiedono interventi strategici.

Questo quadro eterogeneo pone sfide significative per i policymaker. Per stimolare una crescita equilibrata, è fondamentale adottare politiche che favoriscano:

  1. Investimenti infrastrutturali: Per migliorare la competitività del settore manifatturiero.
  2. Sostegno alla transizione digitale e verde: Per accelerare l’innovazione e rendere i settori chiave più resilienti.
  3. Incentivi alla domanda interna ed estera: Attraverso misure fiscali mirate e un rafforzamento delle esportazioni.

Prospettive per il 2025

Gli analisti prevedono che il 2025 sarà un anno cruciale per la ripresa economica italiana. Mentre il settore dei servizi sembra ben posizionato per proseguire la crescita, la manifattura necessita di interventi mirati per invertire la tendenza negativa. Il successo di queste iniziative dipenderà dalla capacità del governo di implementare con efficacia i fondi del PNRR e promuovere politiche industriali lungimiranti.

In sintesi, il 2025 potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’economia italiana, con la possibilità di trasformare le attuali sfide in opportunità di crescita sostenibile e inclusiva.

Articolo a cura di, Alessio Fratini Co-Investment Manager ACCELERAHUB

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