Il modo per trovare una soluzione al rischio di dazi USA è il dialogo con l’amministrazione Trump. «Stati Uniti ed Europa sono economie complementari quindi uno scontro in materia di dazi non conviene a nessuno», segnala la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La quale ritiene invece che «il dialogo, ovvero una soluzione equilibrata e bilanciata, sia il modo per affrontare la questione: è la strada che intendo percorrere ed è la strada che intendo suggerire per trovare delle soluzioni insieme all’amministrazione americana».
Il surplus commerciale Usa-Europa
A chi convengono i dazi di Trump: focus sulle PMI 20 Gennaio 2025, La premier propone queste considerazioni in occasione di un punto stampa nel corso della visita in Arabia Saudita. E analizza la questione anche dal punto di vista dei dati sul surplus commerciale: «nel 2023 tra Europa e Stati Uniti nel commercio di beni c’era un surplus a favore dell’Europa di oltre 150 miliardi». Se però «si andasse a guardare al dato complessivo e si coinvolgesse per esempio il tema del commercio dei servizi, allora lì si vedrebbe che in questo caso c’è un surplus commerciale a favore degli Stati Uniti di circa 100 miliardi».
l Governo esprime comprensione per il punto di vista degli Usa, ricorda come il tema del surplus commerciale non nasca con la presidenza Trump, «è una questione che le amministrazioni americane hanno posto spesso». E conclude sottolineando che i dati dimostrano «che si tratta di economie complementari e interconnesse e che quindi uno scontro non conviene a nessuno».
L’impatto dei dazi USA sui prodotti italiani
Sull’impatto che i dazi di Trump potrebbero avere sull’economia italiana ci sono diverse analisi. Un report di Prometeia stima un costo fra i 4 e i 7 miliardi di dollari, a seconda dello scenario che si verificherà. Il report valuta due diverse ipotesi: dazi aumentati del 10% su prodotti che già oggi pagano un costo per entrare negli Stati Uniti. E un aumento invece analogo ma su tutti i prodotti esportati oltreoceano.
Nel primo scenario, le imprese italiane subirebbero un aggravio di 4,12 miliardi di dollari, nel secondo invece la maggior spesa rispetto a oggi sarebbe pari a 7,2 miliardi. Come si vede, l’aumento elettivo (primo scenario) colpirebbe in misura importante il sistema moda, mentre l’aumento generalizzato impatterebbe in particolare sulla meccanica.
Il report propone anche un confronto internazionale, in base al quale il paese europeo maggiormente penalizzato dai dazi sarebbe la Germania, che è la prima manifattura d’Europa.
Riproduzione; PMI.it