Di Luca Scattarella

Giocare o non giocare da Inter? Questo è il dilemma. Bisogna rivisitare e scomodare la citazione più celebre dell’Amleto di William Shakespeare per provare a dare una spiegazione alla periodica metamorfosi che colpisce la squadra, allenata da Simone Inzaghi, durante questa stagione. La brutta copia, troppo spesso, la si è vista in campionato. Svogliata, sprecona e spesso con poco spirito di sacrificio. Il risultato? Quinto posto attuale in classifica, 10 sconfitte in campionato, zona Champions a rischio (ancor di più se la Juventus dovesse riottenere i 15 punti di penalizzazione) e 23 punti di distacco sul Napoli primo in classifica. Distanza siderale, impronosticabile ad agosto quando i nerazzurri partivano come una delle favorite per ricucirsi sul petto il tricolore che oggi spunta sulle maglie rossonere dei cugini.

Eppure c’è un’altra Inter che ci cela tra le pieghe di questa lunga e controversa stagione. Un’Inter vogliosa, impavida e pronta al sacrificio che torna a far brillare gli occhi e battere i cuori dei tifosi nerazzurri. È l’Inter delle notti di Champions. Quelle da dentro o fuori. Quelle in cui basta un dettaglio per passare dalla gloria alla debacle. In quelle notti l’Inter si riscopre grande. Non teme un sorteggio nefasto con due colossi europei come Bayern Monaco e Barcellona. Anzi. Più è ardua l’impresa, più si gonfia il petto del ‘biscione nerazzurro’ che prima manda in Europa League gli spagnoli e poi approda ai quarti di finale dopo una trasferta intrisa di sudore e sofferenza in Portogallo, contro il Porto, dove solo i legni ed una straordinaria prova di sacrificio collettiva fanno tornare i nerazzurri a Milano con il pass per il turno successivo.

Prima dell’andata dei quarti di finale, a Lisbona, erano però ancora troppi i dubbi sull’Inter. “Contro il Benfica – si diceva – non ci sarà storia”. Troppo bella la squadra allenata da Roger Schmidt. Troppo brutta e sprecona l’Inter che aveva perso in casa contro la Fiorentina e poi pareggiato in trasferta contro la Salernitana. Ed invece, nell’inferno dello stadio da Luz, è andata in scena l’ennesima metamorfosi nerazzurra. Quella che potrebbe regalare alla squadra di Inzaghi un finale di stagione tanto bello, quanto inaspettato. 0-2. Senza appello e strameritato, che mette una forte (ma guai a considerare definitiva) ipoteca sul passaggio alle semifinali. L’Inter si è letteralmente ritrovata. Compatta e pronta a sacrificarsi in difesa. Concentrata in costruzione di gioco. Parlare di singoli giocatori sarebbe ingiusto data la grande prova di squadra mostrata ieri. Ma, alcune singole prestazioni, possono aiutare a capire quanto una sola partita, possa dare la chiave di svolta ad un’intera stagione. Ed allora giù il cappello per il muro, tutto italiano, messo a protezione di Onana. Acerbi, Bastoni e Darmian. Un tempo, quando la Juventus dominava in Italia si decantava la BBC (Bonucci, Barzagli e Chiellini). Adesso, non è blasfemia parlare del nuovo trio nerazzurro: ABD. Darmian, il soldatino di Inzaghi pronto a trasformarsi da esterno a braccetto di destra. Acerbi, capace di far dimenticare un ex pilatro come Skriniar, forse ormai troppo concentrato sulla sua prossima esperienza sulla riva della Senna. E poi Bastoni. Colui che stappa il match con un assist da trequartista. Che fa capire una volta per tutte quale sia la differenza tra un ottimo difensore ed il nuovo prototipo del centrale moderno. Capace, con piedi raffinati, di avanzare, impostare e creare occasioni. A centrocampo Brozovic torna a fare Brozovic. Il cervello. Il metronomo. L’uomo che amministra ritmo e velocità della partita nerazzurra. Onnipresente come i suoi due scudieri. Mkhitaryan corre come fosse un 18enne e gestisce il pallone con la sapienza di chi invece di anni, per l’appunto, ne ha 34. Barella è indemoniato ed è lui la vera anima dell’Inter. Puntuale nel farsi trovare pronto in area di rigore sull’assist al bacio di Bastoni. L’ultimo elogio è per l’uomo più discusso dell’altalenante stagione nerazzurra. Romelu Lukaku. Il gigante belga tornato piccolo dopo una stagione piena di intoppi. Era tornato a Milano per riprendersi tutto ciò che aveva perso dopo la sua frettolosa partenza in direzione Londra. In una settimana, con due rigori decisivi contro Juventus e Benfica, si è ripreso l’Inter e i suoi tifosi. E adesso? Adesso viene il bello. Perché come d’incanto, l’Inter ad aprile si riscopre con mezzo piede in semifinale di Champions League, sapendo di essere nel lato meno ostico del tabellone. Se i nerazzurri dovessero approdare in semifinale infatti, incontrerebbero la vincente tra Milan e Napoli. Entrambe già battute in campionato. Rendendo improvvisamente Istambul più vicina di quanto si potesse immaginare. Sempre che i nerazzurri, nelle prossime sfide, sciolgano il dubbio amletico che li accompagna dall’inizio di questa stagione: “Giocare o non giocare da Inter?”

FONTE IMG: https://www.eurosport.it/calcio/champions-league/2022-2023/benfica-inter-0-2-barella-lukaku-nerazzurri-a-un-passo-dalle-semifinali_sto9557272/story.shtml

Lascia un commento