Dallo stoccaggio di biogas, a quello di idrogeno. È il salto che ha fatto Ecomembrane, azienda di Gadesco Pieve Delmona (Cremona) specializzata in gasometri, cupole gasometriche e coperture con membrane in tessuto spalmate in Pvc. Ha da poco concluso l’installazione del primo prototipo di gasometro a idrogeno nei Paesi Bassi, precisamente a Kootwigkerbroek, per conto del cliente Xintc Electrolysers.Si tratta di una struttura dal volume di 400 metri cubi, caratterizzata da una tripla membrana progettata per l o stoccaggio di idrogeno gassoso a bassa pressione, un tipo di tecnologia per la quale Ecomembrane ha registrato il brevetto lo scorso anno.

«È una soluzione che non era ancora presente sul mercato», commenta il ceo Lorenzo Spedini: «Rappresenta un’alternativa ai sistemi di stoccaggio attualmente esistenti, che inseriscono in una bombola ad altissima pressione, a 500-1.000 bar, molto idrogeno. Con due tipi di problemi: per comprimerlo c’è bisogno di tanta energia, e inoltre un piccolo volume può essere pericoloso, può esplodere. La nostra soluzione, a bassa pressione, a 5-10 mBar, presenta volumi molto grandi, costa molto meno, è meno pericolosa e si basa sulla nostra esperienza con i gasometri: palloni pieni di biogas prodotto dalla fermentazione di scarti biologici e liquami agricoli o fognari o scarti industriali».

Le applicazioni dello stoccaggio di idrogeno a bassa pressione sono numerose: «Può servire all’industria o accanto a unità di produzione di energia elettrica, vicino a pannelli solari o a parchi eolici. È infatti anche un modo per stoccare energia da fonti rinnovabili: se viene collegato a una cella a combustibile può produrre acqua ed elettricità nelle ore in cui c’è richiesta. Nell’impianto in Olanda invece è connesso a una stazione di rifornimento per camion che vanno a idrogeno». Una delle nuove frontiere è il biometano, un prodotto della raffinazione del biogas, insieme alla CO2: «È una tecnologia che in Italia sta partendo, anche grazie agli incentivi del Pnrr per riconvertire gli impianti di biogas», spiega ancora Spedini: «Abbiamo già siti che stoccano la CO2 per essere utilizzata. In generale stiamo progettando impianti sempre più grandi: ce lo chiede il mercato, è un trend mondiale».

Specializzata in membrane per piscine a partire dal 1970 e poi dal 1982 votata ai gasometri, Ecomembrane si è quotata in Borsa lo scorso anno. Da 5 milioni di fatturato nel 2020 è arrivata a 15 di consolidato nel 2023, «quest’anno continueremo a crescere», testimonia l’ad, «anche con attività mirate a trovare altre aziende da acquisire nell’ambito dello stoccaggio di energia verde. Stiamo cercando di lavorare come costruttori di soluzioni complete in collaborazione con specialisti dell’idrogeno».

In questa direzione si inserisce la scelta di entrare nel Consorzio H2 Technology, un’iniziativa nata nel 2022 a Houston (Usa) con l’obiettivo di sostenere le aziende italiane attive nella filiera dell’idrogeno nell’accesso e nello sviluppo delle proprie attività sul mercato statunitense. «Abbiamo un’azienda negli Usa dal 2011. Inizialmente commerciale, usava un partner locale per la produzione che poi abbiamo acquisito: ora abbiamo una linea produttiva a Little Rock, Arkansas, per impianti principalmente di biometano e stoccaggio di CO2. In Italia abbiamo invece raddoppiato la capacità produttiva a Cremona per far fronte a ordini crescenti da tutto il mondo, destinati ad aumentare», racconta Spedini: «I mercati importanti per noi sono l’Italia, con il settore del biometano che si sta aprendo anche grazie al Pnrr, l’Europa, gli Usa. E abbiamo ricevuto i primi ordini dal Brasile».

Riproduzione: IlSole24Ore.com

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