Stabilimento in costruzione a Pensacola pronto entro il 2027. I dazi introdotti da Trump non dovrebbero incidere. La collaborazione con American Magic, nome blasonato del settore che investe sulla prossima Coppa America
Il grande stabilimento è già in costruzione. Pensacola, Florida, è qui che – frutto dell’accordo raggiunto lo scorso 20 gennaio con American Magic – il gruppo Sanlorenzo, numero due nella classifica mondiale, costruirà entro il 2027 un terzo delle sue barche a vela Swan e a motore Bluegame. Una scelta strategica che non toccherà il cuore del gruppo, ovvero Sanlorenzo che, producendo yacht non inferiori a 24 metri, non trova concorrenza di cantieri americani. In sostanza, i ricchi americani che vorranno un’imbarcazione sopra i 20 metri dovranno sempre rivolgersi al mercato europeo, italiano in particolare. E in questo segmento, i dazi introdotti da Trump non dovrebbero incidere.
«Io – spiega Massimo Perotti, Executive Chairman – dividerei il il mercato nautico, in due, ovvero sotto e sopra i 24 metri. Sicuramente, per le barche sotto i 24 metri i dazi incideranno. Per due ragioni. Primo, perché per chi spende il milione, milione e mezzo, il 20% in più incide, e poi perché chi fa questo tipo di spese incorrerà in un momento di mercato difficile, con un po’ di crisi economica, magari avendo perso un po’ di soldi in borsa. Quindi un segmento più sensibile ed esposto. Sopra i 24 metri, le cose cambiano. Noi, che con Sanlorenzo facciamo quasi il 90% di prodotto sopra i 24 metri, perché con questo brand partiamo da 24 metri e anche una buona parte di Swan è sopra questo taglio, soffriamo molto meno la ciclicità. All’interno di Sanlorenzo, che ha un fatturato di 800 milioni di euro, ovvero l’81-82% del totale, il prezzo medio è di 12 milioni di euro. In questo mercato, insomma, la ciclicità si sente molto meno, siamo molto più resilienti e un po’ più protetti da tutti quelli che possono essere fattori come i dazi. Anche perché la produzione americana sopra i 24 metri è praticamente inesistente. Quindi se un americano vuole una barca di oltre 24 metri deve venire da noi. E ricordo che l’Italia è il primo produttore al mondo in questo segmento di mercato».
La produzione dei modelli
Come nasce l’idea di andare a produrre Swan e Bluegame negli Usa?
«Grazie al sofisticato tender che Bluegame ha costruito per affiancare il team di American Magic in Coppa America, ho conosciuto Doug DeVos ed è nata l’idea di una partnership tra Swan e American Magic. Loro avevano ottenuto un grosso finanziamento a fondo perduto dal governatore della Florida, Ron DeSantis, per costruire stabilimenti a Pensicola e svilupparne l’area. Avevano bisogno di un partner in grado di produrre barche di qualità e il 20 gennaio a Dusseldorf abbiamo annunciato una partnership che prevede la nascita di un’Accademia della vela e l’avvio della produzione del Club Swan 28, il più piccolo della serie racing, e del Club Swan 43. Se le cose andranno bene, vedremo di semestre in semestre, trasferiremo a Pensicola le piccole Bluegame per arrivare ai 64 piedi. Insomma, le barche del gruppo sotto i 20 metri saranno prodotte negli USA. Non quelle di Sanlorenzo perché partono da 24 metri».
Il focus sui dazi
Quindi la decisione ha anticipato l’introduzione dei dazi?
«Esattamente. Abbiamo anticipato i tempi. Ed entriamo negli Stati Uniti dalla porta principale perché American Magic è il nome più blasonato del settore, investe grandi risorse per preparare la prossima Coppa America e noi ci troveremo in un’area con una forte spinta di crescita e anche con l’obiettivo di Doug DeVos di lanciare una grande operazione per tornare ad avvicinare i giovani alla vela, rivitalizzando un mercato in forte crisi».
Il focus sugli Stati Uniti
Una scelta strategica se si tiene conto che nell’ultimo anno negli USA sono state vendute circa 300 mila nuove unità da diporto, la stragrande maggioranza delle quali – il 95% – a motore, il 2% a vela e il restante 3% altre tipologie, compresi i kayak. A fronte di questa richiesta e stando ai recenti dati diffusi da Confindustria Nautica, l’industria nautica europea ha negli USA il principale mercato di sbocco: nel 2024 le esportazioni di unità da diporto hanno raggiunto 1,4 miliardi di euro, con l’Italia che detiene il 40% della quota totale.
«Infatti l’idea di andare a produrre in America l’avevamo da tempo o l’accordo con American Magic è strategico per incentivare l’utilizzo delle barche a vela con un prodotto come Swan che, è bene ricordarlo, negli anni ’90 era il primo marchio venduto negli USA. Ora si tratta di dare una nuova spinta a questo segmento. L’accordo è però importante anche per Bluegame, un brand che piace agli americani perché le sue barche sono considerate una sorta di Hammer del mare, sono quei prodotti un po’ strong, heavy duty che lì piacciono molto. Ci hanno chiesto quindi di produrli in loco e ovviamente per noi è un vantaggio tenuto conto che gli stabilimenti sono gratis, finanziati dal governo della Florida. Sono già in costruzione, 6.503 metri quadrati di superficie per accogliere 140 lavoratori».
Il ragionamento sul futuro
Quindi vede un futuro abbastanza tranquillo, senza scossoni…
«Direi che abbiamo una situazione molto ben bilanciata. Con 70 barche Sanlorenzo facciamo più di 800 milioni di fatturato, altri cento milioni li facciamo con Swan e cento con Bluegame, dove gli Swan sono per più della metà sopra i 24 metri e i Bluegame tutti sotto. Siamo resilienti, facciamo barche fatte su misura con un prezzo medio di 12 milioni di euro, quindi molto alto, siamo anticiclici, nel senso che non subiamo il ciclo economico negativo e ora ci posizioniamo nel cuore del mercato principe. Quest’ultimo passaggio è fondamentale se pensiamo che del miliardo di fatturato complessivo del gruppo, il 15%, quindi 150 milioni, è fatto con barche sotto i 24 metri. All’interno di questi 150 milioni pensiamo di arrivare – a regime, dunque nell’arco di 2-3 anni – ad un fatturato di 50 milioni l’anno. Ma questo è il nostro obiettivo iniziale perché se le cose andranno bene, potremmo decidere di rafforzare la produzione con altri modelli».
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