Dopo lo stop di Polonia e Ungheria, è arrivato anche quello della Slovacchia. Una nuova crisi del grano ucraino rischia di coinvolgere l’Europa ma questa volta non si tratta dell’impossibilità per Kiev di esportarlo bensì della volontà dei Paesi dell’Est di non volerlo più importare. Alla decisione di Varsavia di vietare l’ingresso dei prodotti agricoli ucraini nel Paese, nei giorni scorsi, è seguito l’annuncio, pressoché identico nella sostanza, del governo ungherese. All’origine per entrambi la difesa del proprio mercato interno. E ora anche Bratislava dice stop e ha vietato la lavorazione del grano ucraino stoccato e della farina da esso prodotta per la presenza di pesticidi. Ma, anche in questo caso, per tutelare il proprio mercato. “Come la Slovacchia e la Polonia, anche l’Ungheria vieta la fornitura di grano ucraino. Non possiamo mettere in pericolo l’agricoltura ungherese e il sostentamento degli agricoltori ungheresi”, ha scritto il governo ungherese su Facebook. Un effetto domino potrebbe interessare diversi altri Stati dell’Europa Orientale. Tanto che a Bruxelles è già scattato l’allarme: “azioni unilaterali non sono accettabili”, ha avvertito la Commissione Ue.

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