C’è un’eccellenza italiana che più di ogni altra solca a gonfie vele i mari del business globale. Parliamo del Gruppo Azimut Benetti, con i suoi quattro brand: Azimut, Benetti, Lusben e Yachtique. Il 2023 è stato un anno da incorniciare per la società, che ha registrato una crescita del valore della produzione superiore al 23% rispetto all’anno precedente e un margine operativo lordo (Ebitda) in aumento del 50%. Risultati che confermano la solidità del percorso intrapreso, che ha fatto quasi raddoppiare il valore della produzione negli ultimi cinque anni – da 700 milioni a 1,3 miliardi di euro – e ha visto il portafogli ordini estendersi fino al 2027. Certo, se è vero che il settore nautico, dal 2020, sta vivendo un periodo particolarmente positivo, ciò non toglie che come tutti gli altri abbia dovuto fare i conti con le conseguenze delle tensioni geopolitiche internazionali, dall’aumento dell’inflazione e dei costi delle materie prime alle difficoltà di reperimento dei materiali. Come conferma anche Marco Valle, che dal 2020 è alla guida del Gruppo. «La nostra azienda è composta di due anime, una che lavora in produzione diretta, l’altra che lavora in appalto. La flessibilità, la capacità di gestire le risorse e le forti competenze interne ci hanno aiutato a mantenere sotto controllo gli aumenti inflattivi e le limitazioni dovute alla scarsità delle materie prime e alla carenza di manodopera qualificata», osserva.
Questo della scarsità di manodopera specializzata è, purtroppo, un tema ricorrente quasi in ogni settore. La fondazione della Azimut Benetti Corporate Academy è stata la vostra risposta al problema?
Esattamente. La nautica italiana è sempre stata un punto di riferimento in tutto il mondo, è quindi assolutamente necessaria una formazione adeguata a supportare la produzione tricolore. Abbiamo dovuto attrezzarci creando questa Academy, che da un lato porta avanti collaborazioni con enti esterni e dall’altro promuove il passaggio di competenze dalle nostre maestranze interne. L’approccio è molto pratico e centrato sulle esigenze della nostra azienda, il che ci aiuta a ottimizzare i tempi e rendere le nuove risorse operative più velocemente possibile. Negli ultimi due anni ne abbiamo assunte centinaia.
Come accennava, il settore nautico è un’eccellenza italiana, tanto da essersi confermata nel 2023 il maggiore esportatore al mondo di barche e yacht. Quanto è difficile oggi mantenere questo primato?
Sono nel settore da 28 anni e, da che io ricordi, la nautica italiana è sempre stata dominante a livello internazionale e lo è ancora di più negli ultimi anni, soprattutto nel campo delle imbarcazioni importanti, sopra i 24 metri. Abbiamo un know how e un’artigianalità unici al mondo. Possiamo e dobbiamo mantenere questa leadership, a dispetto dei nuovi competitor che si stanno affacciando sul mercato, anche solo per salvaguardare migliaia di posti di lavoro. Basti pensar che solo come Azimut Benetti abbiamo oltre 2 mila dipendenti, più altri 3 mila tramite gli appaltatori. Senza contare tutti coloro che lavorano per i nostri fornitori di materiali.
Come riuscirci?
La competizione non si gioca sul piano dei prezzi, bensì della qualità, che nasce dall’unione di design e innovazione. Due aspetti che devono andare di pari passo, perché l’innovazione non deve essere solo tecnologica, ma anche relativa all’ideazione degli spazi interni ed esterni.
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