“L’adaptive retail è il futuro”
“L’Adaptive Retail rappresenta il futuro” ha scritto. “Le esigenze dei nostri clienti si sono evolute (…) perché sono sempre più esperti su come le nuove tecnologie possono aiutarli ad ottenere ciò che desiderano, quando lo desiderano, in modo ancora più conveniente. (…)
Attualmente, vediamo un cambiamento fondamentale in tre aree del retail: scoprire, acquistare e ricevere. I clienti prendono centinaia di decisioni durante il percorso di acquisto che li portano dal modo in cui scoprono un prodotto al modo in cui lo pagano fino al modo in cui ricevono il bene fisico tra le mani. Alcune di queste decisioni avvengono online, alcune in negozio, alcune mentre sono online o in un negozio.
I clienti di oggi non pensano a quale “canale” stanno utilizzando. Si muovono senza problemi tra piattaforme e spazi. Le linee sono sfumate e, per avere successo in questa prossima generazione di retail, ci stiamo adattando. Siamo agili, predittivi e reattivi mentre ridefiniamo l’omnicanale.
Con l’Adaptive Retail, Walmart sta portando i migliori aspetti di un canale nell’altro.
Tutto ciò che viene di positivo dall’eCommerce – nessuna fila, ricerca facile, raccomandazioni personalizzate – deve essere disponibile in negozio. E tutto ciò che è positivo nel negozio – possibilità di prova, servizio clienti, acquisto immediato – deve essere disponibile da casa.
Tutto è interconnesso, il che è possibile solo con tecnologie sofisticate. (…)
In ultima analisi, il vantaggio dell’Adaptive Retail è una migliore customer experience. Pensare a ogni canale come a un unico “retail” significa che rimuoviamo gli attriti e spostiamo qualsiasi aspetto oneroso dello shopping dal cliente a noi come rivenditori. Significa che integreremo dati e intuizioni in ogni aspetto della nostra attività e nelle esperienze personalizzate che abbiamo costruito in ogni punto di contatto”.
QUI IL POST SULL’ADAPTIVE RETAIL DI SURESK KAMAR
Personalizzazione e migliore soddisfazione del cliente
Nella definizione di “adaptive retail” si è cimentato anche Bill Chidley, Executive Director della Strategia di ChangeUp, agenzia californiana di servizi rivolti a grandi brand. Nel panorama retail in continua evoluzione, scrive Chidley, il concetto di “adaptive retail” emerge come una strategia fondamentale per i marchi che mirano a soddisfare le mutevoli esigenze individualizzate dei consumatori. Questo approccio dinamico alla vendita al dettaglio si basa sull’idea che i negozi debbano funzionare come spazi multifunzionali, capaci di adattarsi a una varietà di esperienze di acquisto, dalla breve visita per un acquisto mirato alla ricerca più lunga e aperta. Attraverso l’implementazione di design flessibili e l’uso di dati per comprendere e anticipare i desideri dei clienti, i rivenditori possono creare esperienze personalizzate che parlano direttamente al singolo shopper. Il retail adattivo enfatizza l’importanza di riconoscere e rispondere alle diverse missioni di acquisto, eliminando i pain e e migliorando la soddisfazione del cliente. In un’era in cui la personalizzazione è la chiave per attivare la lealtà del cliente, l’adaptive retail offre ai marchi un vantaggio competitivo significativo, assicurando al contempo la loro rilevanza e sostenibilità nel futuro del settore retail.
Tuttavia, al momento, ci sono varie interpretazione del termine “adaptive retail”, sottolinea un articolo della testata specializzata “Retail Brew”.
Adaptive retail o unified commerce?
“Elementi fisici, digitali e sociali necessitano di convergere in un’esperienza coesa e continua, che guidi il consumatore dalla propria abitazione al punto vendita e viceversa,” ha sottolineato, parlando con i giornalisti di “Retail Brew”, Ray Marciano, responsabile retail presso Accenture Song, una piattaforma di marketing e dati. “Nel settore, questo approccio viene identificato con il termine unified commerce, commercio unificato“.
Marciano considera il concetto di “adaptive retail” come un insieme di idee più circoscritto, incentrato sul miglioramento dell’esperienza di acquisto digitale mediante l’adozione di nuove tecnologie, quali la realtà aumentata, mentre l’interpretazione fornita da Walmart, a suo dire, si configura semplicemente come una nuova etichetta per il commercio unificato, o unified commerce. “Ogni anno si introduce un nuovo buzzword per descrivere lo stesso concetto” ha commentato.
Marciano ha inoltre evidenziato come questa continua reinvenzione terminologica non si traduca necessariamente in un beneficio per il settore: “Ritengo che, come industria, sia necessario raggiungere un consenso su un termine e sul suo significato. Personalmente, trovo il termine commercio unificato particolarmente appropriato per descrivere gli obiettivi che ci prefiggiamo”.
Essere “adattivi”: una necessità per un retail che cambia in continuazione
Nikki Baird, VP of strategy presso Aptos Retail, la pensa diversamente: “Potrebbe questa essere la direzione futura? Personalmente, non avrei obiezioni” ha dichiarato a “Retail Brew”. Secondo Baird, “adaptive retail” descrive più accuratamente un processo, mentre commercio unificato si riferisce maggiormente all’obiettivo finale. “I consumatori cambiano continuamente, e cambiano a una velocità che supera di gran lunga la capacità dei rivenditori di stare al passo. Quindi, l’idea di essere adattivi è un concetto valido.”