CIVITAVECCHIA – Quella attuale, per il porto di Civitavecchia, è la stagione dei cantieri e della rivoluzione infrastrutturale.
«Siamo uno dei pochissimi porti ad aver rispettato tutte le milestone del Pnrr – ha infatti confermato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centro settentrionale Pino Musolino – le gare sono partite e da qui ai prossimi due anni lo scalo cambierà completamente volto. Sarà completata l’apertura a sud del porto che consentirà di separare la parte storica e turistica, da quella commerciale e di restituire alla città tutta l’area del Forte Michelangelo. Già da prossimo autunno sarà ultimato l’ultimo miglio ferroviario e tutte le banchine commerciali avranno binari per il trasporto merce a bordo».
Un’opera questa fondamentale; una riorganizzazione completa del sistema ferro che garantirà uno slancio in più al porto di Civitavecchia. E poi il ponte di collegamento ed il prolungamento dell’antemurale, ma anche gli 80 milioni di investimento per il cold ironing che consentirà alle navi di spegnere i motori ed essere alimentate da terra. Opere e cantieri che si traducono necessariamente in un impatto anche sulla viabilità interna portuale e la sua operatività.
«C’è piena collaborazione con l’Autorità di sistema portuale per minimizzare i disagi – ha assicurato il comandante del porto Michele Castaldo – il monitoraggio è costante per far sì che l’utenza tutta sia costantemente informata su eventuali disagi che potrebbero derivare dall’apertura dei vari cantieri e sullo stato di avanzamento dei lavori». Una verifica continua quindi per garantire al porto la sua operatività, con eventuali modifiche da mettere in atto per garantire la corretta esecuzione dei lavori ed evitare che sorgano problemi di ogni sorta.
Ma l’Adsp guarda ancora avanti. Due i progetti all’orizzonte che Molo Vespucci vuole portare a termine.
A partire dal completamento di quella parte di antemurale che garantirebbe di avere a disposizione un ulteriore terminal portuale, già previsto nei piani del 2005. «Se quest’opera venisse completata – ha ricordato il presidente Musolino – Civitavecchia sarebbe l’unico porto nel Mediterraneo e in Europa in grado di gestire contemporaneamente quattro navi della classe Oasis, quelle più grandi al mondo con 10mila persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio, in turn around. Questo garantirebbe quindi un posizionamento strategico per Civitavecchia come uno dei principali porti crocieristici al mondo, sfruttando anche il fatto che Barcellona stia andando verso una riduzione dei traffici e del turismo».
E poi c’è il progetto legato alla Darsena Mare Nostrum.
«Abbiamo proceduto con una rilettura complessiva del progetto, che non è più la vecchia “Darsena energetico grandi masse” – ha ricordato Musolino – e siamo stati l’unico porto tirrenico ad aver risposto al bando del Mase per la realizzazione di un impianto eolico off-shore e ad essere arrivato alla fase finale. Può diventare parte di un disegno nazionale importante. Ora però questa sarà una decisione che dovrà essere portata avanti molto più in alto di noi».
La nuova darsena prevede, ad esempio, un cantiere navale per la costruzione di megayacht da diporto nautico fino ed oltre i 100 metri di lunghezza, la movimentazione di veicoli nuovi, la movimentazione di traffici Ro-ro esclusivamente cargo e anche Ro-pax (in caso gli accosti portuali attuali e in costruzione risultassero insufficienti) e la movimentazione di project cargo e di contenitori refrigerati su navi multipurpose.
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