Nuovi standard di finanza sostenibile per aerei, gestione dell’acqua e biodiversità e molti altri nuovi settori. E un giro di vite sugli aspetti più opachi dei punteggi ESG. Sono le novità annunciate ieri dalla Commissione europea nell’ultimo aggiornamento della tassonomia verde UE, lo strumento che Bruxelles vuole trasformare nel “golden standard” internazionale per gli investimenti che possono essere considerati sostenibili.
La green taxonomy da ieri include indicazioni anche per il settore dell’aviazione. È uno degli aspetti che ha sollevato più critiche. Per rientrare nei paletti degli investimenti sostenibili, una compagnia aerea dovrà arrivare al 15% di combustibili sostenibili per l’aviazione (SAF) entro il 2030. Oggi la percentuale non va oltre uno striminzito 0,05%. In alternativa, è possibile rispettare gli standard della tassonomia verde UE anche soltanto grazie a criteri più stringenti di efficienza, quindi continuando a volare al 100% kerosene come oggi.
Le novità introdotte ieri da Bruxelles riguardano soprattutto l’estensione della tassonomia verde UE a quegli ambiti non legati al clima bensì alla protezione e al ripristino dell’ambiente. Il nuovo atto delegato (Environmental Delegated Act) definisce i criteri per le attività economiche che contribuiscono in modo sostanziale a uno o più obiettivi ambientali. Criteri che coprono 35 attività in 8 diversi settori economici, tra cui attività di protezione e ripristino ambientale, fornitura di acqua, fognature, gestione dei rifiuti e attività di risanamento, costruzioni e attività immobiliari, gestione del rischio di catastrofi, attività legate all’ospitalità
L’altra grande novità introdotta riguarda il rating ESG. Con una proposta di regolamento, Bruxelles cerca di portare più trasparenza nel settore e di eliminare quei conflitti di interesse che minano la credibilità dei punteggi. Secondo la proposta, i fornitori di servizi di rating devono smettere di fornire anche servizi di consulenza agli investitori, la vendita di rating e lo sviluppo di benchmark, tutte attività che sono a rischio conflitti di interesse. Chi offre questi servizi dovrà essere autorizzato e supervisionato dall’ESMA, l’European Securities and Markets Authority.