Assodigit, associazione impegnata nella promozione della digitalizzazione e
del progresso tecnologico delle PMI italiane, esprime forte preoccupazione
riguardo alle modifiche proposte alla Web Tax nella Legge di Bilancio 2025.
L’allargamento dell’applicazione della tassa a tutte le imprese che
forniscono servizi digitali nel Paese, indipendentemente dal volume
d’affari, rischia di incidere pesantemente sulle PMI e sulle startup, già
impegnate a competere in un contesto sempre più digitalizzato.
La Web Tax, introdotta nel 2018 e finora applicata solo alle imprese con un
fatturato globale superiore a 750 milioni di euro e ricavi in Italia di
almeno 5,5 milioni, prevede una tassazione del 3% sui ricavi lordi generati
dai servizi digitali, inclusi la pubblicità online mirata, le piattaforme
digitali e la trasmissione dei dati degli utenti. Tuttavia, la nuova bozza
della Legge di Bilancio elimina queste soglie dimensionali, rendendo la
tassa applicabile a qualsiasi azienda, indipendentemente dalle dimensioni.
Giovanni Cinquegrana, presidente di Assodigit, sottolinea l’impatto di
questa modifica: “Estendere la Web Tax a tutte le imprese senza considerare
le dimensioni mette a rischio il tessuto delle PMI, che spesso operano con
margini ridotti e potrebbero non essere in grado di sostenere l’onere di
una tassa basata sui ricavi lordi e non sugli utili. Questa misura rischia
di penalizzare fortemente l’innovazione e gli investimenti nel digitale,
scoraggiando la crescita di nuovi player nel settore tecnologico italiano”.
Con.Ser.Imp. – Consulenze alle imprese, partner di Assodigit specializzato
nella consulenza aziendale, concorda sul fatto che l’aumento della
pressione fiscale potrebbe limitare l’adozione di strumenti digitali da
parte delle PMI: “Se non vengono previste agevolazioni, questa tassa
potrebbe costituire un serio ostacolo per le aziende che vogliono competere
nel mondo digitale, colpendo soprattutto le più piccole. Le PMI italiane,
che spesso sono la linfa vitale dell’economia, si troveranno ad affrontare
nuovi costi senza avere una base solida per assorbirli” commenta il Dott.
Francesco Impero di Con.Ser.Imp.
Assodigit invita pertanto le istituzioni a riconsiderare la Web Tax per
proteggere il dinamismo del settore digitale italiano: “Siamo a favore di
una tassazione equa che risponda alla concorrenza sleale, ma è essenziale
che venga strutturata in modo da non gravare eccessivamente sulle PMI.
Bisogna valutare l’introduzione di agevolazioni fiscali per le piccole
imprese, così da consentire loro di competere su scala globale e promuovere
lo sviluppo digitale del Paese” conclude Cinquegrana.
L’associazione suggerisce alle aziende di adottare strategie per la
compliance fiscale, inclusa l’implementazione di sistemi avanzati di
contabilità, la formazione del personale e l’adozione di strumenti di
reporting per monitorare e gestire l’impatto della Web Tax sui ricavi
digitali. Con.Ser.Imp. sottolinea l’importanza di consulenti fiscali
specializzati che possano guidare le PMI attraverso questa transizione.
Assodigit e Con.Ser.Imp. continueranno a monitorare l’evoluzione normativa,
impegnandosi a rappresentare le istanze delle imprese italiane e proponendo
soluzioni che supportino l’equità fiscale senza ostacolare la
trasformazione digitale.
Riproduzione: agenparl.eu