Uno studio dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano ha fotografato il settore per quanto riguarda il panorama nazionale

Una maggiore consapevolezza, che parte dall’utente e arriva fino al vertice delle aziende italiane, di ogni dimensione. Il mercato dei Big Data sta acquisendo una sempre maggiore importanza anche nel nostro Paese, in virtù soprattutto della spinta dell’intelligenza artificiale generativa. Una ricerca dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano ha spiegato come ormai il valore del mercato italiano dei Big Data abbia raggiunto i 2,85 miliardi di euro, crescendo del 18% rispetto allo scorso anno. A fare la parte del leone in questo segmento sono ancora i settori che, prima di tutti, hanno iniziato a operare in maniera quasi nativa con i big data, ovvero Banche, Telco e Media. Tuttavia, nell’ultimo periodo, si è registrata una crescita davvero molto importante del settore manufatturiero (che è cresciuto del 25% nell’ultimo anno, con una percentuale che, tra tutte quelle analizzate dall’Osservatorio, rappresenta il più alto livello di crescita), accompagnata anche da un segno più nel settore della GDO/Retail, della sanità e della pubblica amministrazione.

In ogni caso, si osserva una crescita della consapevolezza dell’importante del dato e della sua gestione, sotto tutti i punti di vista. Crescono anche le professionalità impiegate in questo settore, anche se l’Italia deve ancora recuperare del terreno su questo fronte. Tuttavia, le aziende che operano con i dati a un livello avanzato stanno crescendo: attualmente, sono il 20% laddove – nello scorso anno – si fermavano al 15%. Dati controversi per quanto riguarda, al contrario, le piccole e medie imprese. Nel vasto panorama delle PMI italiane, 4 aziende su 10 non hanno delle figure specializzate per la gestione dei dati, mentre il 57% delle aziende di piccola e media taglia si sono dotate di un software di analisi dei dati che, tuttavia, viene acquisito dall’esterno, utilizzato in maniera sporadica e non implementato attraverso investimenti economicamente significativi.

«Nel 2023 cresce la spesa per gli Analytics e il livello di maturità delle imprese italiane nella gestione dei dati – ha dichiarato Alessandro Piva, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics –. Tuttavia, il forte interesse non corrisponde sempre a un cambio di rotta decisivo: sono ancora una minoranza le organizzazioni con una Data Strategy di livello corporate. Serve un ulteriore salto per cogliere le opportunità offerte dalle nuove frontiere tecnologiche, tra tutte le Generative AI. Le aziende più mature stanno già sperimentando nell’ambito gestione e analisi dei dati con la Generative AI, alla ricerca di nuove strade per estrarre insight di valore da dati non strutturati o per migliorare il processo di gestione e analisi dei dati».

Abbiamo già più volte affrontato, dalle colonne di Giornalettismo, il ruolo che i dati possono avere ai tempi dell’intelligenza artificiale generativa. Tuttavia, questa corsa al grande bacino dei dati da analizzare, collezionare, sistemare, utilizzare per la predizione deve avere sempre come punto di riferimento il Data Governance Act, che ha visto la luce proprio nel 2023 e che, nei prossimi mesi, avrà un impatto significativo anche sul mercato.

Fonte: giornalettismo.com del 12/03/2024 di Gianmichele Laino

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