La miscela di idrocarburi comunemente nota come gas liquido è tornata in auge e oggi “il mercato italiano è sicuramente tra i più importanti a livello europeo”, sottolinea Roberto Galvagni, Ad della Pmi bresciana attiva nella sua distribuzione. Non c’è settore che l’azienda non serva: dal terziario all’industria, dall’agricoltura alle abitazioni di diversi comuni. Tra i progetti futuri, la messa a punto di un bio Gpl nel sito sperimentale di Gela, in Sicilia.

Partita nel 1956 da un’idea del fondatore Giovanni Galvagni, Gabogas – 24,7 milioni di euro di fatturato nel 2023 e 47 dipendenti – era in origine una piccola azienda che rivendeva bombole di gas, ma nel tempo ha saputo mettere a terra tutte le competenze acquisite, guadagnando progressivamente la fiducia della gente del territorio di origine fino a crescere in maniera decisa per arrivare a diventare ora un importante player nazionale nella vendita di Gpl. Viaggio nel settore della distribuzione di questa nota miscela di idrocarburi che ha preso vita nel bresciano, dove Gabogas ha mantenuto il quartier generale riuscendo adesso ad allargare il proprio raggio di manovra a tutto il nord Italia.

“Lo sviluppo della realtà industriale avviata da mio padre ha avuto una tempistica adeguata ai vari momenti storici in cui siamo transitati, riuscendo a farci progredire costantemente e arrivare così ad avere due stabilimenti di stoccaggio che permettono, tra le altre cose, di servire al momento circa 10mila clienti – spiega Roberto Galvagni (nella foto in alto), amministratore delegato della Pmi lombarda –. Un traguardo di non poco conto raggiunto anche adeguando l’offerta alle diverse necessità di chi si è avvicinato a noi, ma pure comprendendo come sia cambiato ai giorni nostri il modo di approcciarsi a questo mondo. In precedenza, infatti, l’uso del Gpl era assai poco diffuso entro i confini italiani, mentre ora il mercato di casa nostra è sicuramente tra i più importanti a livello europeo”.

E se nei suoi primi anni, come detto, Gabogas si limitava a vendere qualche bombola a clienti di zona, la situazione adesso vede la realtà industriale lombarda indirizzarsi verso una serie di committenti sufficientemente diversificata. “Il nostro mercato ormai spazia dai privati all’horeca, dall’autotrazione alle industrie passando anche per il settore agricolo. Questo operare al largo spettro ci ha permesso di costruirci un ventaglio di clientela fisiologicamente molto più ampio rispetto a prima. Per quanto riguarda poi la distribuzione noi siamo importatori registrati e ci riforniamo dai costieri più importanti d’Europa situati a Marsiglia come a Livorno e abbiamo in essere contratti con grosse compagnie internazionali”.

Gabogas, oltre ad essere stata capace di gestire in maniera congrua i cambiamenti di scenari commerciali che le si sono presentati di fronte, ha anche dovuto uniformarsi e metabolizzare normative di sicurezza ovviamente parecchio stringenti in questo settore. Uno degli aspetti che hanno consentito all’azienda con quartier generale a Brescia di attirare l’interesse di altri attori presenti nell’universo Gpl. “Sì, perché Gabogas, oltre ai committenti già citati, fornisce pure reti canalizzate come quelle di tanti comuni italiani e gli alberghi. Fino ad ora non abbiamo mai pensato di farci conoscere anche al di fuori dei confini nazionali, ma non è da escludere che possa capitare in futuro a patto di strutturarci adeguatamente per fare un passo del genere”.

Intanto i vertici della Pmi del bresciano si trovano a registrare un’impennata di interesse per il Gpl che, in un certo qual modo ha finito per sorprendere piacevolmente pure loro stessi. “È un evento a dir poco inaspettato che il prodotto trattato da Gabogas stia tornando così in auge dopo essere stato superato dall’avvento del metano – sottolinea Galvagni –. Il ritorno all’uso del serbatoio credo abbia come spiegazione sia il caro metano come anche la possibilità che il Gpl, con l’arrivo sempre più sostanzioso sul mercato dei biocarburanti, possa tornare ad essere una importante alternativa ad altri generi di combustibile”. In più, chiarisce l’amministratore delegato di Gabogas, il Gpl continua ad avere un certo vantaggio su altri prodotti di settore in termini di sostenibilità ambientale. “Se dal punto di vista delle emissioni nell’atmosfera è di fatto equiparabile al metano, per quanto riguarda le polveri sottili, il Gpl è notevolmente meno inquinante rispetto al resto. In progetto c’è poi la realizzazione nel sito sperimentale di Gela, in Sicilia, di vari tipi di biocarburanti, tra cui un bio Gpl che verrà creato da fonti rinnovabili quali prodotti vegetali o organici”.

Per quella presentata dall’utilizzo dei biocombustibili che, non solo per Gabogas, sarà la sfida dell’immediato futuro, l’azienda lombarda sta preparandosi con scrupolo a vagliare gli adeguamenti necessari per gestire al meglio la sua piena entrata in vigore. “Per i tempi dipenderà molto da quelli della transizione energetica. Di sicuro nei prossimi anni per la nostra azienda ci sarà da analizzare se la strada dei biocarburanti potrà essere realmente perseguibile. In caso affermativo andrà anche considerato il fatto che non sarà più così importante il fattore prezzo quanto gli aspetti legati all’ambiente. Osservando tutte queste dinamiche c’è pure da dire che, nonostante Gabogas sia pronta a distribuire queste forme più green di combustibili, a monte c’è comunque bisogno che qualcuno le produca. In altre parole, non dipende da noi se riusciremo veramente a ridurre del 55% le emissioni di anidride carbonica entro il 2035”, conclude l’ad della Pmi lombarda Roberto Galvagni.

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