Si chiama VRMTC, “Virtual Regional Maritime Traffic Control”, lo strumento in più che la Marina Militare Italiana sta mettendo in campo, rendendolo disponibile alle Marine alleate, per tutelare la libertà della navigazione compromessa dalla crisi del Mar Rosso e mettere le navi mercantili al sicuro dagli attacchi dei ribelli Houtsi.

È quanto emerge da un’analisi condotta dal Centro Studi Giuseppe Bono – Seacs, sull’evoluzione della situazione dal Corno d’Africa sino a Suez. Analisi che prende in considerazione sia gli equilibri e gli squilibri che si stanno generando nei differenti Paesi dell’area “calda”, sia i possibili rischi indotti, in termini di cyber security, trasmissione di dati e pirateria.

Lo studio – sottolinea l’ammiraglio Sergio Biraghi, vicepresidente del Centro Giuseppe Bono, già Capo di Stato maggiore della Marina militare italiana – è finalizzato a offrire, specie a chi è chiamato a operare nell’area del Mar Rosso (12% del traffico marittimo mondiale, pari a oltre 11 miliardi di tonnellate di merci trasportate con un valore stimato di oltre 14 trilioni di dollari), un quadro d’insieme che consenta di assumere le decisioni più efficaci nei momenti più opportuni“.

IL DRONE ABBATTUTO

Il 2 marzo, in attuazione del principio di auto difesa, nave Caio Duilio della Marina Militare italiana ha abbattuto un drone nel Mar Rosso. Il drone, dalle caratteristiche analoghe a quelli già usati in precedenti attentati, si trovava a circa 6 kilometri dalla nave italiana, in volo verso di essa.

Attualmente nell’area per garantire la libertà di navigazione e la sicurezza delle rotte commerciali, Nave Duilio ha avvicendato Nave Martinengo nell’attività nazionale, avviata a fine dicembre, in seguito agli attacchi da parte dei miliziani Houthi contro il traffico in navigazione nello stretto di Bab-el Mandeb.

Il ministro alla Difesa Guido Crosetto ha sottolineato che: “gli attacchi terroristici degli Houti sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia. Questi attacchi sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri“.

COS’È IL VRMTC?

Il VRMTC è costituito da una rete virtuale che collega le centrali operative delle Marine aderenti all’iniziativa. Su questa rete, che sfrutta le capacità di connessione offerte da internet, viaggiano le informazioni non classificate relative al traffico mercantile composto da unità superiori o pari a 300 tonnellate.

Le informazioni, inviate secondo un formato (MERSIT) sviluppato dalla nostra Marina Militare, sono raccolte da un HUB ubicato presso il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) che le rende disponibili a tutti i partecipanti.

Lo studio denuncia anche il moltiplicarsi di fake news sulla presenza di navi battenti bandiera americana (non ne esistono sulle rotte internazionali) o israeliana (il porto di Eilat è poco più di un pontile dedicato a petroliere di basso tonnellaggio), mentre pochi parlano del totale blackout delle navi gasiere del Kuwait insufficienti per i rifornimenti all’Europa se utilizzano la rotta della circumnavigazione africana.

CARENZA DI NAVI

Il problema reale, drammatico, è che il mercato non dispone di un sufficiente numero di metaniere per soddisfare la domanda occidentale e quella asiatica. Situazione che ha già portato all’esplosione dei noli. Quindici o più giorni di navigazione (18 nel caso dell’Italia) significa una drastica riduzione dei viaggi/nave disponibili. E quello dei noli, che già è divenuto un fattore determinante del costo energetico, potrebbe ulteriormente aggravare la situazione.

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