Secondo uno studio di Denodo. Nonostante l’aumento della consapevolezza sull’importanza della trasformazione Data Driven, solo il 20% delle imprese italiane ha completato questo percorso. L’AI emerge come elemento abilitante principale, mentre la dispersione e il possesso dei dati rappresentano le principali difficoltà incontrate



Solo per 2 imprese italiane su 10 i dati sono già al centro dell’attività. Denodo esamina l’andamento della gestione dei dati nelle imprese italiane. Per più di aziende su 10 (85%) la trasformazione Data Driven è parte dei piani strategici, tuttavia l’attuazione è ancora distante. L’intelligenza artificiale (35%) è vista come il principale elemento abilitante della trasformazione. L’aumento dell’efficienza operativa, dei servizi e dell’esperienza del cliente sono i principali motori del cambiamento, ma le aziende si scontrano ancora con la dispersione e con la cultura del “possesso” dei dati.

Solo il 20% delle aziende italiane ha completato il percorso di trasformazione digitale

La trasformazione digitale, dove la tecnologia svolge un ruolo fondamentale, coinvolge anche aspetti culturali e organizzativi che hanno portato le aziende a capire che i dati diventano strategici solo quando sono facilmente accessibili da chi deve utilizzarli. Tuttavia, se in Italia più di 8 aziende su 10 (85%) hanno confermato che la trasformazione rientra nei loro piani, solo il 20% dichiara di aver effettivamente completato questo percorso, affermando che i dati giocano già oggi un ruolo centrale nella definizione dei processi e delle decisioni.

Questo è quanto emerge da uno studio recente condotto da Denodo in collaborazione con IKN Italy, volto a esplorare l’approccio quotidiano delle aziende alla gestione dei dati, evidenziando vantaggi e difficoltà che stanno incontrando. Lo studio mostra inoltre che il 40% delle organizzazioni, pur essendo ancora in una fase iniziale, ha già avviato un percorso di trasformazione Data Driven, mentre il 25% è ancora nella fase preparatoria al processo. Solo il 15% delle aziende attualmente vede ancora troppe difficoltà legate alla trasformazione o addirittura non la considera in linea con la propria realtà. Se confrontate con un’indagine simile presentata da Denodo nel 2022, i risultati mostrano che, nonostante una forte consapevolezza dell’importanza strategica dei dati, negli ultimi due anni i progressi compiuti in termini di implementazione sono ancora limitati (le aziende che hanno completato il percorso di trasformazione sono passate solo dal 17% al 20%).

Data Driven Transformation: opportunità e sfide di un panorama in evoluzione

Ogni profonda trasformazione è sempre guidata da vari elementi che, se da un lato riflettono le debolezze della situazione attuale, dall’altro mettono in evidenza i principali fattori che guidano il cambiamento. In particolare, settori diversi guardano a un migliore utilizzo dei dati come strumento per rispondere a esigenze di business comuni, tra cui: • l’aumento generale dell’efficienza operativa (16%), per rispondere agilmente e rapidamente alle richieste del mercato

• il miglioramento dei servizi offerti (15%)

• il miglioramento dell’esperienza del cliente (13%), sempre più cruciale in un contesto in cui l’utente è al centro di qualsiasi processo e decisione di business.

Tuttavia, le aziende che decidono di intraprendere un percorso di trasformazione si trovano ancora a confrontarsi con una serie difficoltà di natura organizzativa, culturale o tecnologica, che possono rallentare il processo di modernizzazione e cambiamento. Tra queste, spicca al primo posto il problema persistente della dispersione dei dati (26%) che rende difficile non solo l’accesso, ma spesso anche la semplice consapevolezza dell’esistenza dei dati stessi, seguito dal perdurare di una cultura legata al “possesso” dei dati (23%) che ne ostacola la condivisione, elemento essenziale per una vera democratizzazione delle informazioni.

Negli ultimi 2 anni si è tuttavia notata una significativa riduzione nella percentuale di aziende in cui manca una struttura dedicata alla gestione dei dati (dal 21% al 13%): questo è un segnale importante, che può indicare come si stia effettivamente riconoscendo l’importanza di agire a livello organizzativo.

Una conferma in tal senso arriva anche dal fatto che il 45% delle aziende dispone di un team centralizzato che gestisce i dati.

Qualità, governance e competenze: i pilastri della cultura Data Driven

La trasformazione verso un’azienda Data Driven richiede una particolare attenzione ai dati, che spesso necessitano di un programma specifico di diffusione e per i quali è necessario avviare attività di formazione altrettanto specifiche. La qualità dei dati, con una preferenza del 25%, rappresenta l’elemento imprescindibile della trasformazione, seguito dalla data governance (20%), a conferma di quanto sia fondamentale non solo l’uso dei dati, ma il fatto che questo avvenga nel rispetto delle normative e delle politiche interne. Le competenze disponibili all’interno delle aziende rivestono un’importanza analoga (20%), dimostrando quanto la formazione e la Data Literacy siano ancora oggi un aspetto essenziale per una trasformazione di successo. Sorprende invece come meno di 1 azienda su 10 (7%) identifichi come fondamentale l’esistenza di ruoli e definizioni ben strutturate in merito ai dati e alle metriche, laddove questi sarebbero invece da considerarsi elementi fondanti di un processo non solo di trasformazione, ma anche di democratizzazione dei dati.

L’intelligenza artificiale abilita la trasformazione aziendale

L’intelligenza artificiale, che nella precedente edizione dell’indagine non era quasi contemplata, oggi si distingue per essere al primo posto tra i fattori che contribuiscono alla trasformazione (il 25% delle aziende intende sfruttarla nell’ambito del proprio percorso di trasformazione). Non solo: se si considera che un ulteriore 10% dei rispondenti farà ricorso al Machine learning, si nota come le diverse branche dell’AI si stiano ormai affermando come gli abilitatori chiave dei nuovi paradigmi di gestione dei dati.

Andrea Zinno

“Nell’era della Data Driven Transformation, il patrimonio informativo rappresenta l’asset più prezioso e strategico di un’azienda, tuttavia l’enorme quantità di dati, la loro eterogeneità e la velocità con cui sono prodotti rischiano, in mancanza di una gestione efficace, di farne perdere il valore di business. Se la necessità di una trasformazione è ormai qualcosa che la maggior parte delle aziende ha metabolizzato, il percorso è complesso e quindi non scevro di difficoltà”, commenta Andrea Zinno, Data Evangelist di Denodo.

“Le mutate esigenze hanno portato a una nuova visione sui dati e a un nuovo modo di gestirli, orientato a chi li consuma anziché a chi li gestisce: questo cambiamento mette i reparti IT e di Business di fronte a nuove sfide, soprattutto perché i metodi tradizionali per esporre le informazioni cominciano a soffrire di lentezza e complessità. Ecco perché l’IT gioca ancora un ruolo primario nella gestione dei dati e nella loro messa a disposizione, aprendo la strada a cambiamenti tecnologici, culturali e organizzativi strettamente interconnessi”.

Riproduzione da bigdata4innovation.it di Pierluigi Sandonnini

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