I due nuovi mammografi sono digitali e dotati di tomosintesi. Sono stati studiati per esami più confortevoli e predisposti per le biopsie sotto guida mammografica con mezzo di contrasto. Ad aumentare l’accuratezza diagnostica interviene anche l’intelligenza artificiale, grazie alla quale si ottiene una migliore qualità di immagini, magnificando la visualizzazione di quelle che possono essere alterazioni neoplastiche iniziali e calcificazioni submillimetriche.
La Radiologia senologica dell’IRCCS di Negrar – di cui è responsabile la dottoressa Anna Russo – è la prima in Italia a dotarsi dei mammografi Amulet Sophinity (della multinazionale giapponese Fujifilm Healthcare) inaugurati alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Le due nuove macchine, che vanno a sostituire le precedenti acquisite nove anni fa, sono mammografi con tomosintesi – la tecnica mammografica digitale riguardo alla quale diversi studi hanno dimostrato la capacità di aumentare il numero dei tumori diagnosticati – ma con molteplici caratteristiche innovative.
“Innanzitutto sono state studiate per il comfort della paziente”, sottolinea la dottoressa Russo, nell’équipe del Dipartimento di Diagnostica per immagini diretto dal dottor Giovanni Foti. “Il tumore mammario colpisce nel corso della vita una donna su otto (56mila le nuove diagnosi nel 2023) ed è ormai consolidato che più la diagnosi è precoce, migliore è la prognosi, eppure sono ancora troppe le mancate adesioni ai programmi di prevenzione – ha sottolineato la dottoressa Russo – Una della ragioni principali è il dolore causato in corso di mammografia dalla compressione della mammella necessaria per ottenere immagini diagnostiche. Inoltre è sempre il dolore a causare movimenti involontari che possono compromettere l’esame. Queste macchine, invece, oltre ad avere una struttura più ergonomica, dispongono di una funzione innovativa di controllo automatico della riduzione della compressione, che consente di alleviare il dolore senza alterare la qualità dell’immagine e diminuire l’accuratezza della diagnosi”.
Ulteriori innovazioni riguardano l’integrazione di procedure diagnostiche e interventistiche eseguite con mezzo di contrasto.
“A partire dal 2016 siamo stati tra i primi ospedali in Italia ad impiegare la mammografia con mezzo di contrasto, esame di secondo livello che ha la specificità di fornire non solo le immagini morfologiche del tumore, ma anche quelle funzionali, andando a visualizzare i vasi sanguigni neoformati, che sono la spia di tumori in fase iniziale – ha proseguito la dottoressa – Grazie all’expertise acquisita e all’avanzamento tecnologico di questi mammografi, a breve avremo l’opportunità di eseguire anche la biopsia mammografica con mezzo contrasto, senza ricorrere alla Risonanza Magnetica, come avviene solitamente. Si riducono così i tempi diagnostici e vengono meno i limiti dell’indagine con RM: tempi lunghi di organizzazione ed esecuzione, disagio per le donne che soffrono di claustrofobia o anziane, che non riescono a rimanere a lungo nella stessa posizione oppure portatrici di dispositivi come i pace maker, che devono essere preventivamente spenti”.
Ad aumentare l’accuratezza diagnostica interviene anche l’intelligenza artificiale, grazie alla quale si ottiene una migliore qualità di immagini, magnificando la visualizzazione di quelle che possono essere alterazioni neoplastiche iniziali e calcificazioni submillimetriche. “Inoltre è un valido supporto diagnostico – prosegue la dottoressa Russo – grazie all’auto-acquisizione di una molteplice quantità di dati, la IA può aiutare il medico radiologo ad individuare lesioni che all’occhio umano potrebbero anche sfuggire. A confermarlo uno studio che abbiamo pubblicato l’anno scorso su Radiologia Medica che ha visto la revisione di 200 mammografie sia negative che patologiche, senza e con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. E’ emerso che l’accuratezza diagnostica è stata maggiore con il supporto dell’AI, in particolare per le mammografie lette da medici più giovani e con meno esperienza”.
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