È questo il numero di dossier aperti che sta seguendo il Ceipiemonte, il Centro estero per l’internazionalizzazione. Cifra cresciuta negli ultimi mesi. «Stiamo seguendo circa duecento fascicoli, crediamo di poterne chiudere positivamente un buon numero entro i primi mesi dell’anno prossimo – racconta il presidente di Ceipiemonte, Dario Peirone -. L’obiettivo è di crescere ancora e raddoppiare, arrivando a quattrocento dossier gestiti. Si tratta di progetti di varie dimensioni, alcuni piccoli che si possono concretizzare in poco ma anche altri molto grandi e importanti». E proprio il numero di quelli grandi è aumentato. «Riguardano due ambiti in particolare, oltre all’aerospazio: i data center e il green. Non abbiamo una filiera strutturata sull’economia circolare e sapere che ci sono aziende che stanno guardando al Piemonte per questo settore è importante perché potrà essere una specializzazione per il futuro», aggiunge. Un discorso aperto anche con gli atenei e con il Centro nazionale per le tecnologie green.

Tra le ultime aziende che si sono insediate «tutte stanno assumendo e questo è un risultato concreto». Un esempio è Electra vehicles, società che opera nell’intelligenza artificiale per la mobilità elettrica. Un altro caso è quello di Kurs Orbital, l’azienda fondata da Volodymyr Usov, membro dell’Accademia Internazionale di Astronautica ed ex capo dell’agenzia spaziale ucraina, che si è insediato negli spazi di I3P con lo scopo di produrre in città piattaforme che consentano agganci in orbita. Tra i dossier aperti molti arrivano dagli Usa: per la manifattura c’è un’azienda specializzata nella produzione di materiali compositi per il settore dell’aerospazio, delle energie rinnovabili e dell’elettronica che sta pianificando la costruzione di uno stabilimento.

Nel settore tecnologico ed energetico spicca una società che si occupa della produzione dell’idrogeno dalla polvere di alluminio e che sta valutando di aprire in Piemonte il suo quartier generale europeo. Anche il comparto dei servizi per gli studenti è diventato interessante per gli investitori americani. Ne sono un esempio due aziende interessate a ricevere opportunità d’investimento per aprire una student house e degli spazi di coworking a Torino. In campo logistica e real estate, numerosi i grandi player con cui sono in corso azioni finalizzate alla ricerca di opportunità localizzative. C’è poi il settore salute, che si divide tra chi vuole aprire sedi per fornire servizi e chi vuole investire per potenziare realtà locali in fase di incubazione.

Tra le cose in sospeso, invece, la scelta di Intel che aveva annunciato di voler aprire uno stabilimento per i chip in Italia. Restano in lizza il Piemonte e il Veneto ma al momento è tutto fermo. «L’attrazione degli investimenti è un processo lungo e dall’esito incerto», sottolinea ancora Peirone. E per l’assessore regionale all’Internazionalizzazione, Fabrizio Ricca, «la Regione intende confermare le politiche e gli strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione del proprio sistema economico».

Riproduzione La Stampa

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