Il gruppo amplia il bacino di attività sul mercato degli investimenti alternativi. Il progetto è seguito da un nuovo team di gestori entrati a far parte del gruppo nel corso del 2023 ma che operano nell’asset class da oltre dieci anni | Equita all’estero con il private debt.
Equita amplia il business entrando in una nuova asset class rivolta al mondo delle infrastrutture e delle energie rinnovabili. Un passo che si concretizzerà con il lancio di un fondo ad hoc da parte della controllata Equita Capital Sgr che amplia il business e sarà quindi attiva su quattro tipologie di investimenti: private debt (i fondi Epd I e Epd II), private equity tramite Eltif ( Equita Smart Capital Eltif), prodotti liquidi (gestioni patrimoniali, fondi flessibili, linee di consulenza) e appunto infrastrutture e rinnovabili con il nuovo fondo Equita Green Impact Fund (Egif).
La crescita degli investimenti green è un trend secolare supportato dall’impegno a contrastare il cambiamento climatico, dalla maggior attenzione alle tematiche Esg e di sostenibilità, e dai recenti conflitti che hanno evidenziato la necessità di ciascun paese di garantire la sicurezza energetica a cittadini e imprese, spiega la società.
L’Europa sarà la prima a raggiungere la climate-neutrality entro il 2050 ed entro il 2030 almeno il 42% circa dell’energia consumata dovrà provenire da fonti sostenibili. Il continente europeo, infatti, ha una leadership tecnologica con il 36% dei brevetti mondiali per le tecnologie rinnovabili e, guardando all’Italia, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha tra gli obiettivi quello di promuovere le energie rinnovabili con investimenti, per più di 5 miliardi di euro, in impianti agrivoltaici e iniziative che favoriscano l’utilizzo del biometano e la costituzione di comunità energetiche.
L’obiettivo del gruppo è quindi offrire agli investitori istituzionali accesso al mondo delle infrastrutture e delle energie rinnovabili, beneficiando dei trend in atto. La nuova asset class sarà gestita da un team di esperti del settore, entrati a far parte del gruppo nel corso del 2023 ma che operano sul mercato dal 2011. Il team, guidato dai managing partners Balthazar Cazac, Ludovico Filotto e Nasir Nathoo, ha competenze eterogenee sugli investimenti infrastrutturali, dalla fase di scouting e valutazione dei progetti alla fase di approvazione degli stessi, dal finanziamento fino alla fase di gestione.
La squadra è già al lavoro sul lancio del fondo Equita Green Impact Fund (Egif) e ha avviato un dialogo con alcuni potenziali investitori, inclusi possibili anchor investor. Egif investirà in rinnovabili come il fotovoltaico, l’eolico e il biogas, tecnologie già consolidate che permettono di ottimizzare il profilo di rischio-rendimento. L’Italia sarà il mercato di riferimento ma la strategia vedrà investimenti anche in altri Paesi europei come Svezia, Danimarca, Spagna e Grecia.
Con il lancio di questa nuova asset class che, spiega la sim, beneficia di buona stabilità e prevedibilità dei flussi di cassa, bassa correlazione con le asset class tradizionali e che rappresenta una forma di hedging verso l’inflazione, Equita punta a diversificare ulteriormente l’offerta dell’alternative asset management ed incrementare il mix di asset illiquidi in gestione, crescendo ulteriormente come piattaforma multi-asset in Italia e in Europa. L’iniziativa, infatti, si inserisce nel più ampio progetto di sustainable finance annunciato nel 2022 da Equita e volto a supportare investitori, aziende, imprenditori ed istituzioni clienti con nuove soluzioni e servizi dedicati al mondo della sostenibilità.
«Aggiungere una quarta asset class permetterà ad Equita Capital Sgr di affiancare gli investitori istituzionali con un’offerta ancor più diversificata e sempre più incentrata sulla gestione di asset alternativi. I fondi come Egif che investono in infrastrutture ed energie rinnovabili presentano periodi di investimento molto lunghi e richiedono competenze di gestione molto specifiche», sottolinea Matteo Ghilotti, amministratore delegato della sgr. Gli ha fatto eco Andrea Vismara, amministratore delegato del gruppo Equita: «Con questa iniziativa Equita continua il suo percorso di diversificazione e di crescita nel mondo della gestione degli asset alternativi. Si compie così un ulteriore passo verso il raggiungimento degli obiettivi definiti nel business plan triennale al 2024. Una volta avviata la raccolta di Egif, che si affiancherà alla raccolta del terzo fondo di private debt e al final closing di Equita Smart Capital – Eltif, saremo in grado non solo di aumentare significativamente il peso degli asset illiquidi sul totale delle masse in gestione ma di diversificare i nostri investimenti geograficamente e, dunque, rafforzare la nostra presenza in Europa».