Rubrica: Pensieri, opinioni e riflessioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e Direttore Generale AGENZIA EUROMEDITERRANEA DI SVILUPPO 

Negli ultimi decenni, l’Unione Europea ha progressivamente assunto la forma di un imponente apparato burocratico, caratterizzato da una crescente proliferazione di vincoli e regolamenti. Questa evoluzione ha portato a una diminuzione dell’efficacia operativa e della capacità decisionale strategica, impedendo la trasformazione dell’UE in un autentico Stato federale con una visione unitaria. Il risultato è un’entità ibrida che manifesta evidenti debolezze strutturali.

Un esempio emblematico di questa situazione è rappresentato dalla gestione della transizione ecologica nel settore automobilistico. Sebbene l’obiettivo di ridurre le emissioni sia moralmente condivisibile, l’approccio adottato dall’UE ha imposto regole stringenti che hanno gravato pesantemente sull’industria automobilistica europea. Questa rigidità normativa ha portato a una contrazione delle vendite di veicoli elettrici: a gennaio 2025, la vendita di auto ha registrato un calo in Europa, in generale, con punte percentuali maggiori in Spagna e in Francia .

In risposta alle pressioni del settore, la Commissione Europea ha recentemente proposto di estendere da uno a tre anni il periodo di adattamento alle nuove normative sulle emissioni, mantenendo comunque invariati gli obiettivi per il 2025, 2030 e 2035 . Tuttavia, questa flessibilità potrebbe non essere sufficiente a compensare l’impatto delle normative precedenti, che hanno già causato significative difficoltà all’industria automobilistica.

È importante notare che l’Europa contribuisce per una quota relativamente ridotta alle emissioni globali di CO₂, soprattutto se confrontata con paesi come Cina e India . Nonostante ciò, l’UE ha adottato misure che hanno penalizzato in modo sproporzionato la propria industria automobilistica, senza considerare adeguatamente il contesto globale e le dinamiche competitive internazionali.

Per affrontare efficacemente le sfide attuali, è fondamentale che l’Europa sviluppi una visione strategica che vada oltre la mera imposizione di regolamenti. È necessario promuovere un equilibrio tra sostenibilità ambientale e competitività industriale, evitando approcci ideologici che rischiano di compromettere la capacità dell’UE di competere a livello globale. Solo attraverso una politica lungimirante e pragmatica l’Europa potrà rafforzare la propria posizione nel mondo, garantendo prosperità economica e tutela ambientale per le future generazioni.

Europa: tra burocrazia e visione mancata a cura di SALVATORE GUERRIERO

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