Nelle bagarre interna ad Acciarie una cosa è però certa: sulla procedura di commissariamento la palla è passata al Mimit di Urso, che dovrà verificare se sussistano le condizioni necessarie per procedere con l’amministrazione straordinaria. In caso affermativo, sarà il Tribunale di Milano, riunito in seduta collegiale, a valutare lo stato di insolvenza della società. A quel punto AdI passerà sotto il controllo del Mimit e i commissari dovranno decidere se mantenere in funzione l’azienda o procedere con la liquidazione delle attività per fronteggiare le passività.

Il ministro Urso avrebbe già pronta una rosa di nomi da cui estrarre queste figure e nel giro di un paio di giorni sarà pubblica. Non sarebbe esclusa l’opzione di un triumvirato per gestire il rilancio del sito siderurgico e tra i nomi papabili ci sarebbe quello di Carlo Mapelli, docente al dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano e già consigliere di AdI fino al maggio 2022, come anche di Gianluca Brancadoro, il legale di fiducia del ministro Urso. Nella rosa ci sarebbe anche Alessandro Danovi, docente di Gestione delle Imprese e di Crisi e Risanamento delle Imprese presso la Bocconi.

Le rassicurazioni all’indotto e ai sindacati

Ma tutto è ancora in fieri e la tensione, anche coi sindacati. Intanto il governo Meloni, sotto la guida del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha confermato ai rappresentanti dell’indotto (A.I.G.I, Casartigiani Puglia, Cna Taranto, Confindustria Taranto, Confapi Taranto, Confartigianato Puglia, Federmenager, Conftrasporto) e i segretari generali dei sindacati (Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl Metalmeccanici, Usb) l’avvento dell’amministrazione straordinaria per l’ex-Ilva. Assicurando un’elevata attenzione alle conseguenze di questa soluzione indotta che non sarà una passeggiata nè per i fornitori, che necessiteranno della tutela di Sace, nè per i lavoratori esposti alle incognite di un ulteriore cambio di gestione. ( ARTICOLO RIPRESO DA Milano Finanza )

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