Farmaci antitumorali “intelligenti” e calzini per la telemedicina: le nuove tecnologie mediche presentate a Trieste Impegno di Novartis nel contribuire a allo sviluppo di farmaci innovativi Terapia rna cellulari geniche Farmaci con molecole in grado di “riconoscere” le cellule tumorali e dispositivi indossabili in grado di comunicare con i medici: solo alcune delle innovazioni in ambito medicale presentate oggi al convegno “Promuovere l’innovazione nelle scienze della vita – Friuli Venezia Giulia, the place to be”. Dalle grandi aziende farmaceutiche agli istituti di ricerca, alle startup, le eccellenze italiane e internazionali nell’ambito della salute e delle scienze della vita hanno avuto occasione di mettersi in vetrina per un appuntamento di divulgazione scientifica aperto non solo agli addetti ai lavori ma anche ai cittadini curiosi. Un evento organizzato dalla Regione e dal Cluster Scienze della Vita Fvg a favore di un settore in cui l’amministrazione regionale ha deciso di operare grandi investimenti (50 milioni in un triennio).

Tra le grandi realtà ospiti della due giorni anche l’azienda farmaceutica Novartis, che sta investendo in 30 trial clinici nella nostra regione. “Ogni anno investiamo circa 60 milioni di euro in trial clinici in Italia” spiega Adamo Ruscelli, Regional Affairs Lead di Novartis, specificando che “da due anni abbiamo iniziato il percorso “al fianco delle regioni”, per contribuire a sviluppare il servizio sanitario e dare servizi migliori ai cittadini. In Fvg c’è un focus su due aspetti: quello delle patologie cardiovascolari in termini di medicina predittiva e su quelle oncologiche con modelli organizzativi”.

In ambito oncologico, al convegno si è parlato della Radio Ligand Therapy (RLT), una delle frontiere più interessanti del settore, su cui Novartis sta puntando molto. “Si tratta di molecole che hanno un trasportatore con una molecola che riconosce le cellule tumorali – ha spiegato Ruscelli -. Legato a questo vettore c’è una sorta di isotopo, quando arriva in loco emette le radiazioni e distrugge la cellula. Una terapia targetizzata e precisa, che va ad agire dove ce n’è bisogno limitando gli effetti collaterali”. Per il momento, è stato spiegato, questa terapia si applica su tumori neuroendocrini, gastrointestinali ed è in fase di approvazione anche per il tumore prostatico in fase avanzata ma ci sono dei trial anche per autorizzare la terapia anche nelle fasi più precoci. La cura potrebbe tuttavia trovare applicazioni anche per altre forme tumorali in futuro.

Anche grandi eccellenze regionali della ricerca medica hanno partecipato all’evento, tra cui il Cro di Aviano: “Il Fvg è una regione di enorme sviluppo nella ricerca oncologica” ha spiegato Gustavo Baldassarre, direttore SOC oncologia molecolare del Cro e presidente eletto della Società italiana di cancerologia, specificando che il Cro è impegnato su più fronti nell’ambito dell’innovazione e della ricerca: “stiamo lavorando molto per superare la resistenza ai farmaci di tumori metastatici. Ci occupiamo, in particolare, di tumori alla mammella e ginecologici in generale, poi i tumori a testa e collo che in questa regione più frequenti per abitudini fumo e alcol, e i tumori del tratto gastrointestinale. Cerchiamo di sviluppare nuove molecole basate sulla biologia del cancro, cerchiamo di capire meglio come funziona il sistema immunitario, non solo nella parte di risposta all’insorgenza del tumore ma anche come attivarlo per le migliori terapie. Cerchiamo inoltre di capire quali sono i demarcatori di presenza di malattia in alcune popolazioni specifiche, per esempio, nelle donne giovani, i tumori della mammella sono particolarmente aggressivi e stiamo cercando di capire perché”.

Nel convegno si è parlato anche di telemedicina, con aziende attive nell’innovazione in ambito sanitario. E’ il caso di Sensoria Health Inc, sviluppatore leader di soluzioni per monitorare in modo semi automatico il percorso di una terapia tramite dispositivi indossabili. Tra questi, spiega il fondatore e chief technology officer Maurizio Macagno, che ha illustrato il funzionamento di alcuni dispositivi: “Si tratta di calze che hanno sensori tessili incorporati nell’area plantare, sono lavabili e indossabili senza nessuna percezione dei sensori ma hanno un’elettronica rimovibile e i dati che raccoglie li trasmettono a uno smartphone o a un dispositivo. Una volta raccolti i dati il dispositivo elabora algoritmi specifici per questa applicazione, per esempio il passo, alcune metriche di deambulazione o, nel caso di un tutore per il ginocchio, può calcolare il ‘range of motion’ del ginocchio durante esercizi fisioterapici”.

“Questi dati – continua Macagno -, oltre a servire come feedback immediato al paziente, possono essere convogliati in automatico a una struttura cloud che ha cura di organizzarli, classificarli e presentarli al personale medico preposto per il monitoring. Personale che, ad esempio, hanno in cura 100 pazienti e possono vedere i top 10 che non proseguono con la terapia in modo appropriato”. Il settore dei dispositivi medici è in forte espansione in Italia, e attualmente genera un mercato che vale 17,3 miliardi di euro tra export e mercato interno, e che e che conta quasi 4500 aziende. Sicuramente, con la progressiva tecnologizzazione delle cure mediche, questi numeri sono destinati a crescere.

Riproduzione Trieste Prima

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