L’inflazione alle stelle, uno dei temi caldi del 2022, ha eroso i risparmi e ha avuto un impatto significativo sulle scelte di acquisto degli italiani. Adesso, il rallentamento dei prezzi al consumo è sotto gli occhi di tutti e i record toccati negli anni scorsi appaiono lontani. Secondo i più recenti dati Istat nel mese di febbraio l’inflazione resta costante allo 0,8%. Una stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo che si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari, non lavorati e lavorati, i cui effetti compensano l’indebolimento delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore dei Beni energetici.
Negli ultimi anni, però, sempre più italiani per far quadrare i conti hanno rivisto le loro scelte e per fare la spesa hanno optato per i discount la cui quota di mercato è passata dal 18,9% del 2019 al 23% del 2023.
Così emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio sulla GDO italiana e internazionale a prevalenza alimentare dell’area studi Mediobanca che aggrega i dati economico-patrimoniali di 129 aziende nazionali e 32 maggiori player internazionali per il periodo 2019-2022.
GDO: 94 discount ogni milione di abitanti
Passando in rassegna i numeri dell’area studi di Mediobanca osservatorio in Italia ci sono 94 discount ogni milione di abitanti. A superarci Polonia (128), Germania (115) e Spagna (101), però facciamo meglio di Francia (49) e Regno Unito (27). Oggi i discount doppiano la GDO tradizionale. Numeri alla mano, nel 2022 il fatturato è cresciuto del 9,9% medio annuo sul 2019 (+5,5% gli altri operatori), +13,4% sul 2021 (+7,9 la GDO tradizionale). Per quanto concerne la marginalità, l’ebit margin 2022 dei discount al 4,3% vs 1,3% dei gruppi tradizionali, Roi al 13,3% (3,6% gli altri operatori) ed esplodono gli investimenti in dotazioni strutturali (+26,1% tra il 2019 e il 2022; -15% gli altri operatori).
Eurospin in testa: a seguire Lidl e MD
Qualche nome? Eurospin nel 2022 vale il 31% del segmento (era il 26,9% nel 2011), seguono Lidl che passa dal 20,1% del 2011 al 22,3% del 2022 e MD dal 5,4% al 15,6%. In cinque anni Aldi ha raggiunto il 2,7% del mercato discount. Nel 2022 la società ha realizzato vendite per 663,4 milioni di euro attraverso 139 negozi (erano 50 nel 2019); dall’inizio dell’attività in Italia nel 2018 Aldi ha accumulato perdite per 481,8 milioni, incluse quelle generate da oneri per locazione di punti vendita da consociata.
Corrono anche D.Più (dal 3,5% del 2011 al 3,9% del 2022) e Prix (dallo 0,8% al 2,3, mentre si sono ridotte, le quote di Penny Market (dall’8% al 5,9%), In’s (dal 5,5% al 4,6%), Todis (dal 4,7% al 4%), ARD (dal 2,1% all’1,9%) e Ekom (dal 2,2% all’1,6%) e le altre insegne minori (dal 20,7% del 2011 al 4,1% del 2022) rendendo il mercato più concentrato.
Guardando ai conti dei singoli operatori emerge che Aldi ha realizzato la maggiore crescita del fatturato tra il 2019 e il 2022: +33,2% medio annuo, seguita da Radenza Group (+15,4%), In’s Mercato (+14,6%), Tatò Paride (+13,4%), Apulia Distribuzione (+10,5%) e MD (+10,3%).
Nell’ultimo anno sempre Aldi (+29,8% sul 2021), seguita da Apulia Distribuzione (+25,5%), Radenza Group (+17,1%) e In’s Mercato (+16,1%). Ebit margin 2022 più elevati per i discount Eurospin (6,3%) e il suo master franchisee Cive (6,9%); in terza posizione Ingross Levante (5,7%). La classifica per Roi vede sul podio: Radenza Group (33,1%), Tatò Paride (19,8%) e AZ (19,7%), si avvicina Eurospin (19,1%).
Eurospin si conferma regina di utili cumulati tra il 2019 e il 2022: 1.160 milioni, superando VéGé a 940 milioni e Selex (890 milioni). PAC 2000 A (Gruppo Conad) è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2022 pari a 4.215 milioni, seguita Coop Alleanza 3.0 a 4.148 milioni e Conad Nord Ovest a 2.877 milioni che precede Nova Coop a 2.701 milioni.
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