La società costituita nel 2018, che collabora con aziende come A2A e Iren, propone una tecnologia innovativa per il trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici basata su sistemi robotici dotati di sensori avanzati e AI. Ecco come funziona e perché può rivoluzionare il settore

Una scaleup nata per innovare il settore del trattamento dei rifiuti elettronici, che sta collaborando con aziende come A2A e Iren, e che ha ottenuto di recente un round di investimento guidato da un fondo specializzato in tecnologie industriali sostenibili: stiamo parlando della genovese Hiro Robotics S.r.l., che è appunto specializzata in sistemi automatizzati innovativi per lo smontaggio e il trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici. “Crediamo fermamente che la digitalizzazione e la sostenibilità possano coesistere, creando un settore più efficiente e redditizio” dice a EconomyUp Tomaso Manca, uno dei founder e oggi Head of Marketing. Sì, perché, anche se non tutti lo sanno, ad oggi riciclare questo tipo di rifiuti è un’attività ancora in larga parte manuale, che spesso viene svolta all’estero, soprattutto in Paesi africani, e in condizioni lavorative precarie. Sfruttando le potenzialità di robotica e AI, Hiro Robotics punta a fare la differenza.

Ma vediamo meglio come è nata questa società innovativa e cosa può offrire alle aziende.

La società è stata costituita a Genova nel 2018 da Davide Labolani, Jacopo Lottero, Tomaso Manca e Michele Olivieri: una squadra con un solido background in robotica, intelligenza artificiale e computer vision, con competenze sviluppate in ambito accademico e industriale. “Proveniamo da esperienze in ingegneria meccatronica e automazione industriale, con specializzazioni in AI applicata ai processi di produzione e riciclo” spiega Manca.

L’accelerazione

Nel corso degli anni, Hiro Robotics ha preso parte a diversi programmi di incubazione e accelerazione in varie città, che le hanno offerto spunti e opportunità di crescita. “Tuttavia – puntualizza il co-founder – la nostra priorità è sempre stata quella di costruire un’azienda solida e autosufficiente. Fin dall’inizio, Hiro Robotics si è sviluppata grazie all’impegno costante del team. Abbiamo creduto nella nostra visione e, grazie a questa determinazione, siamo riusciti a trasformare la nostra idea in una realtà concreta e operativa sul mercato”.

L’investimento di Levante Capital

Il 13 gennaio 2025 la scaleup ha annunciato un round di investimento strategico guidato da Levante Capital, fondo specializzato in tecnologie industriali sostenibili con un focus sul potenziale di crescita nei mercati asiatici. Questa operazione, il cui importo non è stato reso pubblico, è stata realizzata per accrescere ulteriormente il potenziale di Hiro Robotics e supportare la sua espansione su mercati europei ed internazionali. “Questa collaborazione – ha dichiarato in quell’occasione Davide Labolani, CEO di Hiro Robotics – ci consente di accelerare la nostra crescita e portare le nostre soluzioni innovative a un pubblico più ampio, promuovendo pratiche di riciclaggio più efficienti e sostenibili a livello globale”.

Ma come funziona la tecnologia di questa scaleup?

La tecnologia di Hiro Robotics per il trattamento dei rifiuti elettronici

La realtà innovativa genovese offre un’ampia gamma di soluzioni per lo smontaggio, il riciclo e il trattamento dei RAEE, Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.

L’azienda si distingue per il suo approccio che adatta le tecnologie di robotica e visione artificiale, normalmente impiegate nei processi produttivi industriali, al campo del trattamento dei rifiuti elettronici.

La missione di Hiro Robotics è quella di ottimizzare e aumentare il rendimento del processo di smontaggio di dispositivi elettronici come monitor e TV a schermo piatto, sfruttando la collaborazione tra uomo e robot. Questo approccio, finora mai applicato nel settore dei RAEE, mira a migliorare significativamente l’efficacia e l’efficienza dei processi di riciclo.

La startup ha sviluppato sistemi robotici collaborativi dotati di sensori avanzati e intelligenza artificiale, in grado di lavorare in sicurezza accanto agli operatori umani, condividendo lo spazio di lavoro e mettendo in atto una vera e propria sinergia uomo-macchina. Questi sistemi sono in grado di trattare fino a 90 monitor all’ora, garantendo un recupero del 99% dei materiali di valore e riducendo del 72% i tempi di ciclo rispetto ai processi manuali tradizionali. Tutto questo non solo ottimizza il recupero di materie riutilizzabili, ma aumenta anche la quantità di flussi di rifiuti trattati correttamente, con evidenti benefici sia economici che ambientali.
(QUI il link a un video che mostra il sistema di Hiro Robotics per il disassemblaggio di monitor e tv a schermo piatto)

Le soluzioni

Tra le principali soluzioni offerte dalla scaleup spicca il sistema TEIA per il disassemblaggio di schermi piatti (FPD) che, con dimensioni di 17 x 10 x 2,7 metri, è in grado di trattare da 60 a 90 dispositivi FPD all’ora, con dimensioni comprese tra 17 e 65 pollici. TEIA opera attraverso un processo in tre fasi: rimozione del telaio anteriore, svitamento dei componenti interni e rimozione del case posteriore. Il sistema è conforme alle certificazioni CE e garantisce un consumo energetico di 20 kW/h e un consumo pneumatico di 10 NL/min.

Un’altra soluzione innovativa è NISA, un sistema di smistamento dei PCB (Printed Circuit Board) basato sul valore. Con dimensioni di 7,3 x 2,3 x 2,7 metri, NISA può trattare fino a 250 kg di PCB all’ora, utilizzando l’intelligenza artificiale per riconoscere i diversi componenti montati sui circuiti stampati e classificarli in base al loro valore stimato. Il sistema opera in tre fasi: rilevamento e localizzazione dei PCB, identificazione dei componenti e smistamento robotico.

Per il trattamento di elettronica industriale, invece, Hiro Robotics ha sviluppato MAIA, un modulo robotico progettato per la rimozione automatica di viti da inverter, elettronica di controllo industriale e sistemi di telecomunicazione. MAIA può rimuovere oltre 12 viti al minuto, indipendentemente dal loro tipo o dimensione, grazie a un software basato su IA che identifica e classifica le viti, mentre un robot le rimuove autonomamente combinando dati video e sensori di forza.

Infine EOS è una soluzione dedicata al trattamento dei pannelli fotovoltaici, capace di gestire 120 pannelli all’ora. Il sistema copre diverse fasi del processo di smontaggio, dalla rimozione della cornice in alluminio al riconoscimento e gestione di diversi modelli di pannelli, includendo anche la pallettizzazione e depallettizzazione automatica.

Hiro Robotics e le collaborazioni con le aziende: Iren e A2A

“Oggi Hiro Robotics non è solo una startup, ma un’azienda con soluzioni già operative” dice Tomaso Manca. “Collaboriamo con grandi player del settore come Iren e A2A, due dei principali gruppi italiani nel settore ambientale ed energetico. I nostri sistemi sono attivi nell’impianto di Volpiano (Amiat – Gruppo Iren) e nell’impianto LABORAEE di A2A, dove supportano il trattamento dei rifiuti elettronici attraverso l’automazione avanzata”.

Il 21 ottobre 2024 il Gruppo A2A ha inaugurato una nuova linea robotica sviluppata con Hiro Robotics presso l’impianto di trattamento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) gestito da Amsa all’interno della Seconda Casa di Reclusione di Bollate.

Iren, invece, era diventata partner di Hiro Robotics già nel 2022 attraverso Iren UP, il programma di Corporate Venture lanciato dal Gruppo per affiancare le startup italiane del cleantech nel loro percorso di crescita.

Impatto e prospettive future nel settore del riciclo dei RAEE

Secondo il Global E-Waste Monitor, ogni anno nel mondo oltre 47 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici vengono trattati in modo illegale o non ecosostenibile. Riciclarli è un’attività ancora in larga parte manuale: mancano gli standard ed è perciò difficile automatizzare il processo. I costi delle procedure sono alti, e non è raro che alla fine la spazzatura tecnologica finisca all’estero, soprattutto in Africa, dove viene gettata in discarica o processata facendo ampio uso di manodopera priva di protezioni e mal retribuita, quando non di minori. In questo contesto, la tecnologia può offrire una soluzione concreta per affrontare la sfida globale.

Riproduzione: EconomyUp.it


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