Ecco come l’intelligenza artificiale entra nelle officine: dalla guida autonoma alla manutenzione predittiva, il settore postvendita dell’auto è pronto alla rivoluzione.
L’intelligenza artificiale, un boom oltre le previsioni. Ma l’importante è… non subirla, con un atteggiamento passivo aspettandone le soluzioni, ma utilizzarla al meglio fornendole le informazioni giuste che la stessa IA elaborerà per aggiungerle a quanto sia di sua conoscenza in un archivio ben più ampio per fornire indicazioni.
Un convegno sul tema “IA on the road” al Volvo Studio di Milano, epicentro di un viaggio verso la mobilità del futuro – come sottolineato da Roberto Lonardi ricordando come Volvo faccia da tempo uso di funzioni di intelligenza artificiale nella progettazione delle auto e nella definizione delle caratteristiche di prodotto, specialmente sul fronte della sicurezza, nonché per l’interazione con i clienti – ha acceso i riflettori sulla spinta che l’Intelligenza Artificiale sta dando e potrà ulteriormente fornire per trasformare il mondo dell’Automotive e dell’Aftermarket. Un percorso guidato da Alessio Jacona (Curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale) alla base dei sistemi di guida autonoma e assistenza alla guida (ADAS) alla scoperta del modo in cui “dalla guida autonoma alla manutenzione predittiva, l’Intelligenza Artificiale ridefinisce l’esperienza automobilistica e rivoluziona l’intero settore postvendita dell’Automotive”, attraverso interventi mirati e autorevoli di specialisti e studiosi del settore.
L’intelligenza artificiale è più vicina di quanto si possa immaginare, frequenta già le nostre abitudini, è “pane quotidiano – dice Francesco Ricciardi di ANFIA – perché ha aiutato lo sviluppo di sistemi presenti ad esempio in Volvo come il riconoscimento dello stato d’animo di chi guida cambiando ambientazione, luci e musica, e questo già si sa, ma è un importante contributo per lo sviluppo del prodotto e per ridurre i tempi di programmazione di un nuovo modello. Un aiuto prezioso a supporto dell’efficienza e della creatività umana, nel design e nell’ingegneristica. Non può venir meno però il controllo umano, per evitare interpretazioni errate valutando i risultati“.
Privacy e risposte
Uno dei problemi però è quello della privacy dei dati raccolti ma anche la preparazione adeguata per formulare alla IA le giuste domande per ricevere risposte sensate e decifrarle. In questo senso le ChatGPT possono dare più risposte, tocca poi alla capacità umana utilizzare risposte e trovare soluzioni. Altro effetto, è quello di ripensare i gruppi di lavoro, in nuclei più piccoli. Insomma, stiamo vivendo una evoluzione: “nel 1979 Steve Jobs disse che il computer era la bici della mente, un mezzo per essere più veloci, oggi quel paragone vale per l’IA che è come un razzo per la mente ma va utilizzata bene perché può essere il mezzo per essere più efficienti, creativi e soprattutto persone migliori”.
Prevenire meglio che curare
“Prevenire è meglio che curare” ricorda Marco Bettin (Launch Italy) e in questo l’IA rappresenta un aiuto fondamentale: “Grazie agli algoritmi di machine learning e ai big data, oggi è possibile passare dalla semplice lettura dei codici guasto alla predizione accurata delle anomalie. La diagnostica predittiva analizza non solo i codici di errore, ma anche dati in tempo reale raccolti da sensori, centraline elettroniche e dispositivi connessi. L’IA individua errori che potrebbero anticipare un malfunzionamento, permettendo di prevenire problemi e ridurre i costi di riparazione”.
In carrozzeria
L’IA entra in carrozzeria e può aiutare a stravolgere un approccio tradizionale nel settore delle riparazioni. Al momento attuale però i numeri sono limitati, come spiegato da Cinzia Carbone (Solera): “Le tecnologie innovative sono ancora poco diffuse, usate il 7% da piccole aziende e dal 24% delle grandi aziende. Insomma più deserto che innovazione di quello che invece diventerà un valore aggiunto”.
Produttività e competitività
Una delle dominanti di questo periodo è la necessità di “aumentare la produttività e la competitività – spiega Riccardo Sesini di Bosch – nei confronti di altri mercati, come Cina e Usa, per motivi legati alla innovazione e agli investimenti, alla produzione di energia (servono rinnovabili)”.
Ecco l’officina del domani
Renzo Servadei, ad di Autopromotec, dopo aver interrogato direttamente l’IA su alcuni temi arrivando a creare l’officina del futuro (ma quali costi potrebbero ripercuotersi sull’utente finale?), ha tirato le somme: “La rivoluzione nell’aftermarket automotive è iniziata: l’intelligenza artificiale trasforma la manutenzione in un’esperienza su misura. Immagino di poter presentare presto una sorta di STARGATE della manutenzione che possa raccogliere le informazioni su meccanica, pneumatici e carrozzeria e grazie a sistemi avanzati di diagnostica predittiva, le auto non solo segnalano interventi necessari, ma li anticipano, analizzando dati in tempo reale e offrendo soluzioni personalizzate. Tutto questo sarà esposto in Fiera a Bologna dal 21 al 24 maggio 2025”.
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