Negli ultimi decenni, il private equity (PE) ha assunto un ruolo cruciale nel tessuto economico italiano. Nonostante l’Italia sia storicamente stata caratterizzata da una predominanza di piccole e medie imprese (PMI), spesso a gestione familiare, l’intervento del PE ha dimostrato di poter essere un catalizzatore di crescita, innovazione e internazionalizzazione. Il settore non è però privo di sfide, e il suo futuro dipenderà dalla capacità di adattarsi alle mutevoli esigenze delle imprese e ai cambiamenti macroeconomici globali.

Le Origini del Private Equity in Italia

Il PE in Italia affonda le sue radici negli anni ’80, quando iniziò a emergere come un’alternativa strategica al capitale di debito. A differenza di altre economie avanzate, l’Italia era inizialmente diffidente verso questo tipo di operazioni, considerate troppo invasive per le tradizionali PMI a gestione familiare​. La creazione dell’AIFI (Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital) nel 1986 rappresentò un punto di svolta, fornendo al settore una piattaforma istituzionale per svilupparsi.

L’Impatto del PE sulle PMI

Il PE italiano si è focalizzato prevalentemente sul mid-market, target ideale per molte PMI che necessitano di supporto sia finanziario sia manageriale. L’intervento del PE ha sempre offerto alle imprese, capitale “paziente”, utilizzabile per strategie di espansione, passaggi generazionali o innovazione tecnologica. Tra i benefici principali infatti si annoverano:

  1. Crescita e Internazionalizzazione:
    • I fondi di PE supportano le PMI nell’ingresso in mercati internazionali, fornendo non solo capitali, ma anche know-how operativo e manageriale.
    • Studi recenti mostrano che oltre l’80% delle PMI sostenute da fondi di PE hanno incrementato la loro quota di fatturato estero dopo l’investimento​.
  2. Innovazione e Digitalizzazione:
    • Le PMI sostenute da PE registrano una propensione all’innovazione superiore alla media, con un aumento significativo nei depositi di brevetti e nello sviluppo di nuove tecnologie.
    • La transizione digitale, essenziale per competere a livello globale, è spesso accelerata grazie al supporto dei fondi​.
  3. Managerializzazione e Governance:
    • L’ingresso di fondi di PE introduce professionalità manageriali che migliorano l’efficienza operativa delle imprese. La presenza di Consigli di Amministrazione più strutturati e di sistemi di governance moderni rappresenta un ulteriore passo verso la sostenibilità e la competitività​.

Le Sfide Attuali

Nonostante i successi, il PE in Italia deve affrontare alcune criticità:

  • Dimensioni Ridotte dei Fondi: Il fundraising domestico è spesso limitato rispetto ad altri mercati europei, con pochi fondi in grado di competere per grandi operazioni.
  • Accesso Limitato alle PMI: Molte aziende italiane, a conduzione familiare, esitano ancora ad aprire il loro capitale, vedendo il PE come una minaccia alla loro indipendenza.
  • Incertezza Normativa e Fiscale: Sebbene siano stati fatti progressi nel migliorare il quadro normativo, la complessità burocratica e l’instabilità fiscale rimangono ostacoli significativi​.

Opportunità Future: Verso una Nuova Era del Private Equity

Il PE in Italia può crescere ulteriormente sfruttando alcune tendenze emergenti, tra cui possiamo segnalare;

  1. Focus su ESG (Environmental, Social, Governance):
    • Gli investimenti sostenibili sono sempre più richiesti dagli investitori istituzionali. I fondi di PE che integrano criteri ESG nelle loro strategie possono attrarre capitali e creare valore a lungo termine.
  2. Digitalizzazione e Innovazione:
    • La crescente digitalizzazione rappresenta un’opportunità per il PE di posizionarsi come partner strategico per le PMI che vogliono modernizzarsi.
  3. Espansione del Mercato del Private Debt:
    • L’integrazione di strumenti di private debt nei portafogli di PE può fornire ulteriore flessibilità alle imprese, ampliando la gamma di soluzioni disponibili​.

Un Nuovo Rinascimento Economico?

Il PE italiano, pur operando in un contesto complesso, ha sempre avuto tutte le carte in tavola per affermarsi come uno dei principali motori di sviluppo economico nazionale. Che poi di fondo, lo è certamente. Per farlo, deve abbracciare l’innovazione, migliorare l’accesso al capitale e consolidare il proprio ruolo di partner strategico per le PMI. Come scriveva il grande economista Schumpeter, l’innovazione è il cuore pulsante del progresso economico. Il PE può essere il veicolo attraverso cui questa innovazione si diffonde nel sistema produttivo italiano, trasformando le fragilità in opportunità per l’economia nazionale.

Articolo a cura di, Alessio Fratini Co-Investment Manager ACCELERAHUB

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