Il miliardario americano Jay Bloom avrebbe potuto essere a bordo del sottomarino Titan insieme al figlio Sean, ma ha rifiutato e i loro posti sono andati a Shahzada Dawood e al figlio 19enne Suleman: “Stockton Rush ci chiese di partire, ma avevamo dubbi sulla sicurezza del sommergibile. Avremmo potuto morire come gli altri passeggeri”.
“Avremmo potuto essere io e mio figlio sul Titan, e saremmo morti. I nostri posti sono andati a Shahzada Dawood e a suo figlio“. A parlare è Jay Bloom, miliardario americano, investitore con base a Las Vegas, a cui era stato proposto nei mesi scorsi di prendere parte alla missione del sottomarino della OceanGate, imploso in maniera catastrofica mentre andava ad esplorare i resti del Titanic nelle acque dell’Oceano Atlantico.
I cinque passeggeri a bordo, Shahzada Dawood e il figlio 19enne Suleman, il Ceo di OceanGate Stockton Rush, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet, sono tutti morti. Tra di loro avrebbe potuto esserci anche Bloom, a cui proprio Rush lo scorso febbraio, aveva proposto di partire insieme al figlio 20enne Sean.
Jay Bloom ha pubblicato su Facebook gli screen della sua conversazione con Stockton Rush: i messaggi sono datati tra il 3 e il 7 febbraio scorsi. “Ho deciso di condividere alcuni dei miei messaggi con Stockton Rush, CEO e fondatore di OceanGate, la società che ha costruito e gestito il sottomarino, Titan, che tutti abbiamo seguito questa settimana – ha scritto il miliardario -. A febbraio Stockton ha chiesto a me e a mio figlio, Sean, di andare con lui in missione verso il Titanic a maggio. Entrambe le immersioni sono state posticipate a causa del maltempo fino al 18 giugno, data di questo viaggio”.
Nonostante l’invito, però, Bloom ha però espresso alcuni dubbi sulla sicurezza del sommergibile. “Ho espresso preoccupazioni per la sicurezza e Stockton mi ha detto: ‘Mentre c’è ovviamente il rischio, è molto più sicuro che volare in elicottero o anche fare immersioni subacquee. Non c’è stato nemmeno un infortunio in 35 anni in un sottomarino non militare’. Sono sicuro che credeva davvero a quello che diceva. Ma si sbagliava di grosso”, ha aggiunto il miliardario, che ha concluso: “Gli ho detto che per impegni non saremmo potuti andare fino al prossimo anno. I nostri posti sono andati a Shahzada Dawood e a suo figlio di 19 anni, Suleman Dawood, due dei cinque che hanno perso la vita durante questa escursione“.
Anche il figlio di Bloom, Sean, intervistato dalla CNN ha spiegato di avere numerosi dubbi sulla sicurezza di Titan. “Ho visto molte bandiere rosse. Era pensato solo per cinque persone. Semplicemente non credevo che potesse sopravvivere andando così in basso nell’oceano. Alla fine ho avvertito mio padre di questo, e lui ha finito per essere d’accordo con me“.