I dati del think tank Ember certificano il primato di sole e vento sulle fossili: a maggio, in UE, le rinnovabili hanno generato il 31% dell’elettricità. Il carbone fermo al 10%, risultato più basso di sempre. Il sorpasso è strutturale, sostiene Ember. Ma per l’Italia è ancora lontano. A maggio, in Europa, eolico e solare insieme hanno generato più elettricità delle fonti fossili. È la prima volta che si verifica questo sorpasso per un mese intero. “La transizione elettrica in Europa ha raggiunto l’ipervelocità”, dichiara Sarah Brown del think tank Ember, che ha appena pubblicato uno studio sulla generazione elettrica UE. “L’energia pulita continua a battere record su record”.
Dopo un 2022 da record e un inizio anno molto positivo, lo scorso mese il solare ha avuto performance da record assoluto, l’eolico quasi. E la bassa domanda di elettricità in Europa ha fatto il resto. A maggio l’energia dal sole ha generato il 14% dell’elettricità europea, primato assoluto con 27 TWh, un risultato più lusinghiero anche del dato di luglio 2022. Mentre l’eolico ha contribuito per il 17% alla generazione elettrica UE con 32 TWh, comunque decisamente sotto il record dello scorso gennaio quando era arrivato a 54 TWh (il 23% del totale in quel mese).
Maggio è stato anche il primo mese in cui il solare, da solo, ha superato il carbone. La fonte fossile più inquinante si è fermata al 10% della generazione elettrica UE. È il dato più basso di sempre, inferiore anche a quello di aprile 2020, il precedente minimo storico. Anche il gas è sceso: si è fermato al 15%, il dato più basso dal 2018.
In Italia siamo però ancora lontani dal sorpasso delle rinnovabili sulle fossili. Lo scorso mese gas, carbone e petrolio hanno generato il 46,74% dell’elettricità, mentre solare ed eolico si sono fermati al 23,5%. Significativa la performance della Spagna che dal 2022 sembra aver stabilmente portato le rinnovabili in testa: a maggio vento e sole hanno generato più del 48% dell’elettricità del paese iberico, lasciando le fossili al 21%. Sorpasso anche in Portogallo con rinnovabili al 56% e fossili al 26,5% e in Grecia dove l’energia pulita supera il 50%.
Questa tendenza è strutturale, spiega Ember. Non si tratta di un’eccezione dettata da circostanze particolari. “Il crollo dei combustibili fossili del mese scorso non è stato un’eccezione. Le aggiunte di capacità rinnovabile, soprattutto solare, e il calo della domanda di elettricità hanno spinto l’eolico e il solare in avanti, facendo crollare i combustibili fossili per tutta la fine del 2022 e nel 2023”, scrive il think tank. “Da gennaio a maggio di quest’anno, la produzione di carbone e gas è scesa rispettivamente del 20% e del 15% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre il solare è aumentato del 10% e l’eolico del 5%”.