In soli cinque anni è stata attenzionata dalle migliori enoteche e dai più prestigiosi wine bar e ristoranti in Italia ed Europa. Nata dalla volontà di ripensare il concetto di impresa agricola sostenibile attraverso la valorizzazione dei terroir autoctoni e con la proposta di un’inedita wine experience nel proprio territorio, Cantina Caleffi è immersa in una lingua di terra un tempo appartenuta alla famiglia dei Gonzaga, nel comune di Spineda, ai confini tra le province di Mantova e Cremona: una zona storicamente votata all’agricoltura e alla zootecnia, attività a cui si è sempre dedicata anche la famiglia sin dai primi anni del Novecento.
Il 2018 è l’anno in cui la cantina inizia a commercializzare il vino prodotto grazie agli otto ettari vitati di proprietà. “La volontà di valorizzare i saperi tramandati da generazioni e il desiderio di lasciare una traccia all’interno del mondo vitivinicolo ha acceso in noi la scintilla che ci ha spinto ad aprire questo nuovo ramo di attività della nostra azienda”, spiega Mattia Caleffi, alla guida della cantina insieme al padre Davide e allo zio Emanuele. “Dopo attente analisi del contesto socio-economico e dei trend che caratterizzavano un mercato per certi versi saturo, abbiamo colto l’opportunità di inserirci in una nicchia che riconoscesse come preziose le caratteristiche e i valori dei vini di un tempo realizzati con i cosiddetti metodi ‘ancestrali’”.
Oggi la Cantina produce ogni anno 36mila bottiglie di vini naturali nei suoi vitigni autoctoni, sette tipologie tra rossi (quattro varietà di Lambrusco e un Cabernet Sauvignon) e bianchi (due Malvasia di Candia). “La realizzazione di vini autentici e di qualità ci ha permesso così di posizionare la nostra offerta nei più prestigiosi luoghi di espressione del talento enogastronomico, arrivando ad esser scelti da chef stellati e dai ristoranti della Guida Michelin, oltre a essere riconosciuti dalle più importanti guide enoiche e dagli esperti del settore”.
La politica commerciale e di distribuzione si articola su più fronti. “La vendita diretta, innanzitutto, sia in cantina sia attraverso l’online. Nel primo caso, la conoscenza dei nostri vini avviene nel contesto di esperienze quali una visita in cantina con degustazione, un pranzo o cena nel nostro agriturismo enoico oppure durante un aperitivo in vigna. Nel secondo, invece, potrà presto contare su un nuovo portale e-commerce che lanceremo nel corso del 2024, una piattaforma strutturata in modo da far vivere agli utenti un’esperienza totalmente personalizzata, intuitiva e coinvolgente”.
Cantina Caleffi ha quindi stretto un accordo in esclusiva con un importante distributore, “una scelta che ci permette di presidiare in modo capillare, in Italia ed Europa, i migliori punti vendita tra enoteche, wine bar e ristoranti esclusivi grazie ad una rete commerciale di agenti monomandatari. Un partner attentamente selezionato al fine di poter garantire al cliente finale un servizio di qualità e, dunque, condizioni ottimali di consumo”.
Lo sviluppo in termini economico-finanziari, prosegue Mattia, emerge in modo chiaro dai numeri. “La crescita è stata costante nel corso degli anni, in particolare per l’ebitda nel 2023, grazie anche all’avvio di una rinnovata wine experience e alla graduale espansione dei nostri vini sul territorio nazionale ed internazionale. L’azienda ha inoltre assistito a un progressivo incremento del fatturato che, nell’ultimo triennio, con un tasso annuo di crescita composto del 56%, è aumentato in modo più che proporzionale rispetto ai costi di gestione. Questi ultimi, nonostante gli incrementi dei prezzi delle materie prime e dell’energia, hanno subito una virtuosa razionalizzazione grazie all’efficientamento dei processi produttivi e a un importante ridisegno e snellimento della catena del valore”.
Le strategie di investimento nel medio-lungo periodo vedono come punti cardine “da un lato lo sviluppo del nuovo modello di business votato alle esperienze in quanto servizi a valore aggiunto, dall’altro il consolidamento e l’espansione delle attività commerciali. La ricerca e lo sviluppo di nuovi vini, coadiuvati da nuovi impianti e infrastrutture che ci permettano di elevare sempre di più la qualità del prodotto e ampliarne la gamma, restano inoltre la direttrice lungo la quale perseguire il nostro percorso di crescita”.
In termini di esportazioni, Cantina Caleffi ha raggiunto una posizione consolidata sul territorio continentale e registra manifestazioni d’interesse sempre crescenti dai mercati americani e dalle regioni asiatiche, “che intendiamo presidiare nei prossimi anni attraverso la partecipazione ad eventi fieristici internazionali. Un’altra area di interesse è il Medio Oriente, un mercato nel quale i grandi marchi del lusso e della ristorazione, ai quali ci rivolgiamo con i nostri prodotti, stanno investendo sempre di più, aprendo così importanti frontiere per tutto il settore”. L’apertura ai mercati esteri, nella visione dei Caleffi, “non deve però far dimenticare chi siamo e da dove veniamo. La valorizzazione dei prodotti attraverso la proposta di momenti unici ed esclusivi nel luogo in cui essi stessi nascono, è nostra convinzione, rimarrà la chiave per il successo delle cantine del futuro; un ambito esperienziale per il quale tuttora stiamo riservando una parte importante della nostra produzione”.
Fondamentale rilevanza rivestono inoltre, conclude Mattia Caleffi, “le relazioni con gli stakeholder operanti all’interno della nostra comunità. Un programma di attenzione al territorio che si manifesta attraverso progetti legati a temi di impatto sociale, umanitario, culturale e artistico, come ad esempio eventi di charity realizzati per associazioni no profit, l’avvio di relazioni con importanti istituzioni accademiche (come il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona) nell’ambito delle politiche di ricerca e sviluppo e, infine, la partnership con format internazionali, quale TedX, per promuovere tematiche educative. Un vero e proprio ecosistema con il quale vogliamo lasciare una traccia tangibile che permanga nel tempo”.
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