Da Ferrero ai figli di Berlusconi, da Del Vecchio a Ferrari, passando per John Elkann e i Benetton. Passano gli anni e cambiano le generazioni, ma le grandi famiglie di imprenditori italiani resistono al tempo, anche se con quote minoritarie delle società che hanno fondato (loro o i loro genitori o nonni). Come i Moratti, ad esempio, una delle famiglie più ricche di Milano, che hanno ceduto il controllo delle raffinerie Saras agli svizzeri di Vitol, che detengono infrastrutture energetiche in tutto il mondo. Massimo ha ereditato l’azienda dal padre Angelo.
Tra i paperoni italiani 2023, secondo la classifica Forbes, risulta il capitano d’industria Giovanni Ferrero, il secondogenito di Michele, figlio di Piera e Pietro, fondatori dell’impero del cioccolato, che conta un patrimonio di oltre 39 miliardi di dollari. L’azienda è ormai una multinazionale con sede in Lussemburgo e Ferrero è la 32esima persona più ricca del mondo e la quinta d’Europa, dietro ai proprietari di Lvmh (Bernard Arnault), Zara (Amancio Ortega), L’Oréal (Françoise Bettencourt Meyers) e Lidl/Kaufland (Dieter Schwarz). Il suo patrimonio è aumentato di 4,5 miliardi rispetto a un anno fa, ma lui si distingue per i premi dati ai dipendenti: a ottobre scorso ha riconosciuto loro fino a 2.450 euro.
Ha un patrimonio di 12,9 miliardi Giorgio Armani, il secondo paperone d’Italia secondo Forbes, fondatore di uno dei marchi della moda più importanti al mondo. Segue Piero Ferrari, figlio di Enzo, con 7,6 miliardi, attuale vice presidente, mentre il presidente esecutivo della società è di fatto l’erede di un’altra grande famiglia italiana, quella degli Agnelli, ovvero John Elkann, amministratore delegato di Exor e presidente di Stellantis.
E pensando all’avvocato Gianni Agnelli, non si può non associare un altro imprenditore così simile quanto diverso a lui, cioè Silvio Berlusconi, che come il primo era capitano d’industria e amante del calcio, ma si era fatto da solo. Gli eredi del suo patrimonio finanziario sono la sua grande famiglia composta da cinque figli – Marina, presidente del gruppo Fininvest, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi – e 17 nipoti.
Nel campo farmaceutico spicca la famiglia Aleotti. Alberto Aleotti, che subentrò nella direzione generale della Menarini nel 1964, è scomparso nel 2014 e il suo patrimonio è andato alla moglie, Massimiliana Landini Aleotti, proprietaria dell’azienda insieme ai suoi tre figli. Nello stesso settore opera la famiglia Stevanato. Presidente emerito di uno dei principali gruppi mondiali di fiale di vetro e cartucce per le penne d’insulina è Sergio Stevanato, i suoi figli Franco e Marco (e nipoti del fondatore Giovanni) sono rispettivamente presidente esecutivo e vicepresidente.
Nel settore alimentare non si possono dimenticare i capitani d’industria Luigi Cremonini e Bernardo Caprotti. La famiglia Cremonini ha il completo controllo del gruppo attraverso una holding, la Cremonini spa, che controlla a sua volta tre subholding operative: Inalca al 100%, Chef Express al 100% e Marr al 50,7%. Alla morte del capostipite Caprotti nel 2016, la Supermarkets Italiani, holding che controlla Esselunga, dopo varie controversie legali con i figli di primo letto Giuseppe e Violetta, è andata a Marina e sua madre, Giuliana Albera. Nel settore food e non solo, collabora con Cremonini il maxi gruppo della famiglia Percassi, che sviluppa i franchising di grandi marchi, da Gucci a Lego. La storia inizia quando il fondatore Antonio Percassi, oggi patron dell’Atalanta, conosce uno dei capostipiti di un’altra grande famiglia italiana, Luciano Benetton. Ed è infatti nel 1977 che Percassi apre il primo store, a marchio Benetton. Viene dal trevigiano la famiglia dei Benetton, fondatrice nel 1965 dell’omonima azienda di abbigliamento. Oltrea Luciano ci sono Giuliana, Gilberto e Carlo, i cui figli sono a capo della holding finanziaria Edizione srl: Alessandro, figlio di Luciano, Franca Bertagnin di Giuliana, Sabrina di Gilberto e Christian di Carlo.
Tra i più ricchi in Italia gli otto eredi di Leonardo Del Vecchio, della Luxottica: i figli Claudio, Clemente, Leonardo, Luca, Marisa e Paola, la vedova, Nicoletta Zampillo, e Rocco Basilico, nato dal precedente matrimonio di Zampillo con il banchiere Paolo Basilico. Da ricordare anche il costruttore ed editore Francesco Gaetano Caltagirone e il presidente di Campari Group, Luca Garavoglia, figlio di Domenico.
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