«Logistica, vino, tecnologia e turismo: Asti può tornare al centro del triangolo economico del Nord Ovest. Ma per farlo abbiamo bisogno di attrarre gli investimenti di grandi aziende». Il presidente della provincia e sindaco di Asti Maurizio Rasero, di rientro dalla Cina, dove ha partecipato alla seconda edizione della Global Geographical Indication Products Expo (detta anche Landmark Products Expo), la fiera di prodotti a indicazione geografica, con nove aziende del territorio, spiega le strategie da mettere in campo per far crescere il tessuto economico.
Di seguito l’intervista rilasciata al Corriere di Torino al sindaco:
Sindaco Rasero nel dossier Asti del Corriere Torino si parta del territorio come la nuova valle del Packaging italiano, cosa ne pensa?
«Penso che sia la sottolineatura di una delle principali peculiarità della nostra provincia che nelle macchine per il confezionamento e più in generale nell’enomeccanica rappresenta un’eccellenza a livello mondiale. Il canellese è l’emblema di questo movimento fatto di tante piccole e medie aziende con una forte specializzazione. Forza, ma anche croce di una provincia che ha bisogno di più grandi aziende».
La chiave per svoltare può essere guardare al mare e al porto di Genova?
«Non solo, basta aprire una cartina del Nord Ovest per accorgersi come Asti sia al centro di un sistema che permette di raggiungere in poco più di un’ora Torino Caselle e i tre aeroporti milanesi di Linate, Malpensa e Orio. In 50 minuti si può arrivare a Milano, in meno di un’ora a Genova, siamo al centro di un triangolo industriale che ha fatto la storia economica dell’Europa, con in più la possibilità di arrivare in 60 minuti a sciare e in meno di un’ora a fare il bagno. Poche altre realtà economiche europee possono vantare tali caratteristiche».
Una potenzialità che rimane, però, inespressa a causa di carenze infrastrutturali importanti
«Come sottolineato da Caredio nel dossier, bisogna lavorare per potenziare il trasporto su rotaia in direzione Alessandria e quindi Milano e Bologna. I porti liguri hanno bisogno del Basso Piemonte e di Asti e Asti ha bisogno che venga completata la tangenziale sud-ovest che unisca il casello di Asti Ovest con l’Asti-Cuneo finalmente in fase di ultimazione. Chiediamo con forza questa importante arteria alla Regione e all’Anas per alleggerire il traffico cittadino e favorire il trasporto delle merci».
Il consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg ha chiuso il 2022 con numeri da record, perché nel vino Asti è un brand mondiale e nell’industria in genere l’astigiano fatica a imporsi?
«Perché nel vino, grazie alla guida ben salda del Consorzio, con la comunione di intenti che caratterizza i produttori, si è riusciti a promuovere un intero territorio senza distinzioni. L’unione fa la forza e quanto fatto con Asti Docg e Moscato d’Asti Docg dimostra che Asti è un marchio riconosciuto che non deve vivere complessi di inferiorità verso nessuno. Il modello deve essere esportato in tutti i settori e in questo i rapporti con la Cina possono essere fondamentali».
Come?
«I cinesi amano gli spumanti italiani e lo abbiamo appurato nella seconda edizione della Global Geographical Indication Products Expo a cui ha partecipato il Consorzio. Quello cinese è un mercato che guarda alle eccellenze piemontesi e alla qualità del prodotto, per questo sono convinto che intensificare i rapporti commerciali con la Cina non possa portare altro che benefici. Ho visitato 3 province e 11 città, province che da sole contano gli abitanti dell’Italia e città come Luzhou con più abitanti dell’intero Piemonte. Parliamo di un mercato con un potenziale enorme che ama l’Italia e il Made in Italy».