Archiviato un anno nero (-9%), nel 2024 la borsa cinese ha ripreso a correre grazie ad acquisti statali e capitali esteri, 57 miliardi di Etf azionari per 57 miliardi, salendo a +12, adesso è ripresa anche l’economia reale. Produzione industriale e vendite al dettaglio di gennaio-febbraio 2024 hanno segnato, rispettivamente, rialzi annui del 7% e del 5,5%, oltre le attese di +5% e +5,2%. La produzione industriale, dopo il 6,8% di dicembre 2023, ha toccato il picco da febbraio 2022. Dati confortanti, superiori alle attese.

L’incognita vendite

C’è però un punto di incertezza. Le vendite al dettaglio, dopo il 7,4% di dicembre, hanno registrato il 13/o mese di fila positivo ma al passo più debole da settembre 2023. Gli investimenti fissi, secondo l’Ufficio nazionale di statistica, sono saliti (+4,2% su stime a +3,2%), mentre anche la disoccupazione è passata dal 5,2% al 5,3%, ai massimi da luglio.

Anche la Cina è rientrata tra i 18 listini in nero partecipando alla grande euforia finanziaria globale. Le ragioni della caduta del listino cinese, fino a un mese e mezzo fa, sono molteplici. Da un lato i prolungati lockdown e le restrizioni del periodo dello zero-Covid hanno portato ai minimi termini il morale (cioè la fiducia) dei consumatori cinesi.

Dall’altro, quando la situazione sembrava sistemarsi un po’ e i lockdown stavano diventando solo un lontano ricordo, è arrivata un’altra tegola: la crisi profonda del settore immobiliare.

La prudenza

Secondo Anuj Arora, capo mercati emergenti e azionario Asia Pacifico di JP Morgan Am «questo quadro ha spinto le famiglie cinesi a risparmiare molto più di prima e dunque a ridurre i consumi». L’impatto sull’economia è stato forte e, di riflesso, anche quello sulla Borsa. Sulla quale pesano poi motivi più strutturali, oltre a quelli geopolitici.

Morale: indici in calo e deflussi di capitali internazionali. Ma non bisogna abbassare la guardia. Caroline Yu Maurer, Head of China and Hong Kong Equities HSBC Asset Management avverte in una itnervista al Sole24Ore: «Per orientare un rally sostenibile sono necessarie politiche monetarie e fiscali più complete e coordinate».

Maurer ricopre l’incarico dal settembre del 2020, in piena pandemìa, il che rende dà peso alla sua testimonianza. Se i mercati azionari cinesi sembrano essersi ripresi, c’è spazio per l’ottimismo nel prossimo futuro perchè nei primi due mesi del 2024, i policy maker cinesi hanno annunciato una serie di sostegni. Ma aggiunge: «Ci aspettiamo dal governo centrale misure di stimolo fiscale per compensare la debolezza dei progetti infrastrutturali dei governi locali e la riduzione dell’indebitamento nel settore immobiliare».

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