Le nuove tecnologie sono irrinunciabili per rispondere in modo adeguato ai bisogni emergenti del settore sanitario e migliorare la qualità dei servizi. Per questo l’health tech, ossia la tecnologia applicata all’ambito sanitario, è un settore in rapidissima crescita.
Le sfide e i vantaggi della sanità digitale sono diventati il cuore propulsivo di 4 startup: Easydoctor, Indicon, Unobravo, Centro medico Vivavoce.
Dispositivi mobili per monitorare i pazienti, piattaforme online che aiutano a trovare il medico più adatto alle proprie esigenze, teleconsulti, fascicoli sanitari elettronici, terapie digitali, chirurgia robotica… Quella che fino a pochi anni fa sembrava fantascienza oggi è una realtà consolidata. L’health tech, ossia la tecnologia applicata all’ambito medico e sanitario, è un settore in rapidissima crescita, grazie anche all’accelerazione subita con la pandemia di Covid-19, che ha reso quanto mai necessaria un’assistenza immediata e accessibile per tutti. Un mercato florido, dunque, che negli ultimi mesi ha visto la nascita di diverse aziende e startup che, seppur ciascuna con le proprie peculiarità, operano con lo stesso obiettivo: sfruttare le nuove tecnologie per rendere la salute più inclusiva, personalizzata e sostenibile.
L’health tech è un ecosistema ampio che include orologi e altri dispositivi indossabili per il monitoraggio dei parametri fisici, software per estrapolare informazioni dalle immagini ottenute da Tac e risonanze magnetiche, applicazioni di telemedicina, ma anche algoritmi che aiutano a prescrivere terapie personalizzate, sistemi per facilitare la diagnosi e la cura, siti di teleconsulto, terapie digitali, app per la salute e la cura e molto altro ancora.
Alla base del boom di questo settore c’è un mix di fattori diversi. Da un lato, l’aumento della penetrazione degli smartphone, il miglioramento della connettività Internet, il progresso nell’infrastruttura informatica sanitaria. In una parola, l’evoluzione delle tecnologie digitali. Dall’altro, la crescente richiesta di trattamenti personalizzati da parte dei pazienti, le loro aspettative in materia di equità e accesso alle cure, l’invecchiamento della popolazione accompagnato dalla diffusione delle malattie croniche, con tutte le difficoltà connesse alla loro gestione. Anche le strutture sanitarie, da parte loro, si trovano alle prese con la carenza di personale e la necessità di contenere i costi. E devono quindi trovare nuove modalità, più efficienti, per garantire l’accesso alle cure.
Una nutrita lista di sfide ed esigenze che ha comportato, necessariamente, un ripensamento del comparto. Oggi è inimmaginabile una sanità slegata dalle nuove tecnologie, perché è anche grazie a loro se si può migliorare la qualità dei servizi, soddisfacendo le priorità del mondo sanitario e, in ultima analisi, assicurandosi che la salute resti un diritto per tutti. Per questo, il futuro sarà sempre più all’insegna dell’health tech.
Negli ultimi anni gli investimenti nell’e-health sono progressivamente aumentati, soprattutto in Europa, tanto che oggi il mercato comunitario della salute in chiave digitale è secondo solo a quello statunitense. Secondo il rapporto della società di ricerca Grand view research, nel mondo il comparto è arrivato a valere 211 miliardi di dollari nel 2022 e si prevede un tasso di crescita annuale composto del 18,6 per cento fino al 2030 in molte nazioni, Italia inclusa. L’Insight report della banca d’investimenti Klecha & co. rivela che il nostro paese, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel 2021 ha destinato oltre 12 miliardi di euro per la digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico della sanità. In effetti, nel 2022 la spesa per la sanità digitale è già cresciuta del 7 per cento rispetto al 2021, raggiungendo quota 1,8 miliardi di euro.
Sono soprattutto le startup health tech a registrare ottime performance. Il report di Dealroom.com conferma che in Europa il loro valore combinato è cresciuto in modo costante, passando dagli 8 miliardi di dollari del 2016 ai 41 miliardi di dollari del 2021. Solo in Italia dal 2021 a oggi sono nate ben 603 startup nell’ambito delle scienze della vita. Ve ne raccontiamo quattro.
Vediamo nello specifico le storie di queste 4 startup sostenibili:
EASYDOCTOR
Se in passato i pazienti avevano un ruolo perlopiù passivo, oggi vogliono essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano. I medici, quindi, devono trovare i modi e gli strumenti per comunicare efficacemente con loro e incoraggiarli a partecipare al processo di cura. La piattaforma Easydoctor è nata proprio con questo obiettivo: infatti, aiuta i professionisti della salute a creare percorsi di salute digitali personalizzati in grado di migliorare l’esperienza e il coinvolgimento di ogni singola persona.
Lo strumento consente di raccogliere e registrare dati completi e dettagliati dei pazienti – anagrafici, clinici, consensi e molto altro – e poi di processarli. Proprio grazie all’analisi di queste informazioni e all’integrazione con i sistemi sanitari, Easydoctor supporta i medici nel prendere decisioni cliniche basate sull’evidenza, aumentando la qualità dell’assistenza fornita e della relazione. Il servizio consente anche di proporre semplici contenuti educativi agli utenti, che interagiscono con la piattaforma attraverso il computer e lo smartphone (e presto anche tramite la voce).
INDICON
“Amiamo l’innovazione in tutte le sue forme”: è questo il motto di Indicon, una società di consulenza che supporta l’innovazione nel settore delle scienze della vita, in particolare per quanto riguarda l’health tech e la biotecnologia. L’obiettivo è quello di creare un ponte tra startup e case farmaceutiche, per favorire la crescita delle migliori realtà, idee e progetti nel campo life science. Nel dettaglio, il gruppo supporta le startup sia nella fase di avvio sia nell’espansione del proprio business. In parallelo, aiuta gli investitori nella selezione delle nuove imprese da finanziare, impegnandosi a creare partnership solide e durature fra le due parti. Inoltre, crea progetti strategici per lo sviluppo digitale in ambito sanitario per grandi aziende e collaborazioni solide con startup e investitori, favorendo il raggiungimento di obiettivi comuni. Indicon sostiene anche il Digital health policy lab, un progetto di ricerca pluriennale sulle terapie digitali.
UNOBRAVO
Tutti, ma proprio tutti, a volte, abbiamo bisogno di… “uno bravo”. È il presupposto su cui si fonda Unobravo, una startup innovativa di psicologia online che si propone di abbattere i pregiudizi sui temi di salute mentale e di creare un mondo in cui andare dallo psicologo sia considerato normale. Un tema di sostenibilità sociale che l’ha fatta entrare a buon diritto nell’ecosistema di LifeGate Way. Il team è composto da oltre 3.500 professionisti, specializzati in diversi orientamenti, che lavorano da remoto. Al primo accesso, l’utente è invitato a compilare un questionario. Sulla base delle risposte, l’algoritmo associa il terapeuta più affine alle sue esigenze. A questo punto si può organizzare il primo incontro conoscitivo gratuito online, per poi decidere se proseguire la terapia. Tutte le sedute sono in videochiamata, quindi, non c’è la necessità di uscire di casa; basta avere un computer, un tablet o uno smartphone con connessione a internet. La startup offre anche servizi di consulenza psicologica aziendali, organizzando sia sedute individuali per i dipendenti sia consulenze di gruppo, oltre a nuove attività come focus group e seminari.
CENTRO MEDICO VIVAVOCE
Le nuove tecnologie possono migliorare le terapie tradizionali, aumentando gli strumenti per la gestione di alcune problematiche. Il Centro medico Vivavoce, specializzato nei disturbi legati alla voce, al linguaggio e alla comunicazione, ha elaborato un metodo specifico per il trattamento della balbuzie che integra il percorso riabilitativo frontale con l’impiego di un innovativo dispositivo medico, di una strumentazione di biofeedback e dell’app Vivavoce.