Parliamo di mobilità elettrica. Diamo qualche dato per inquadrare il mercato?
La mobilità elettrica oggi rappresenta un tema molto dibattuto da parte dei paesi cosiddetti occidentali ed invece molto applicato nelle aree sovraffollate del mondo. Mi riferisco in particolare ad India e Cina. In Entrambi i paesi si concentrano forte inquinamento urbano ed elevatissima densità urbana. Non è un caso la schiacciante supremazia tecnologica nella produzione di veicoli elettrici da parte di questi Paesi cui si aggiungono altri del far east.
I numeri relativi alla mobilità elettrica sono da vedere sia in relazione alla forte domanda di veicoli civili elettrici, sia alla impennata di veicoli commerciali elettrici che possono costituire una svolta sicura verso l’applicazione su vasta scala di mobilità green.
Stiamo parlando di oltre due miliardi di automobili che dal 2035 saranno sostituite da veicoli elettrici. Ad oggi la diffusione di mezzi elettrici rappresenta poco meno del 1,2% del totale. Questo profonda trasformazione sarà probabilmente accompagnata da un cambio di paradigma relativa alla proprietà del veicolo. Si stanno sempre più affermando opzioni di noleggio full service di auto e sharing sia di breve periodo che di lungo periodo. A Questi due fattori di innovazione: auto elettrica e sharing economy si aggiunge anche quello della intermodalità dell’auto con altri veicoli. Il commuting di veicoli dalla micromobilità con monopattini, biciclette e similari il guidatore passa ai veicoli elettrici quadricicli fino ad arrivare al veicolo elettrico per eccellenza che è il treno metropolitano. Oggi probabilmente vi è solo un problema di costo per incentivare questa funzionalità.
Noi come IGI INVESTIMENTI GROUP, attraverso la nostra controllata M’Ammi spa, attiva nella produzione e noleggio di mobilità elettrica, stiamo sperimentando per il settore turistico ad ALGHERO una e-card che da diritto al cittadino di Alghero di utilizzare contemporaneamente con un voucher giornaliero tutti i mezzi elettrici possibili, ivi inclusa la barca.
Il nuovo obiettivo 2035 relativo alle auto elettriche cosa comporta di fatto per l’Italia?
Ormai la produzione italiana è tutta concentrata nella componentistica e gli impatti a livello squisitamente nazionale sono limitati. Non vedo al momento, a parte l’iniziativa di grandi gruppi parastatali, investimenti significativi nello sviluppare tecnologie utili all’auto elettrica ed in generale alla mobilità elettrica. Stiamo anche perdendo la capacità di riconvertire produzioni industriali obsolete in nuove attività coerenti ad alimentare la catena del valore nell’ automotive che resta intatta. A parte il motore endotermico dell’auto resta tutto (dai sistemi frenanti, all’impianto elettrico alla carrozzeria ed altro) ma non si sta facendo nulla per appropriarsi di alcuni primati tecnologici anche dove abbiamo sempre tenuto una leadership.
Scontiamo un ritardo di conversione del ciclo produttivo. Tanto per fare una battuta stiamo continuando a produrre “marmitte” quando dovremmo dedicarci a progettare radiatori di raffreddamento per le batterie….e sistemi di estintori in grado di contenere i nuovi pericoli dell’auto elettrica ad elevata autonomia e potenza.
Quali scenari agli orizzonti? Cosa possiamo attenderci?
Non vedo altra opportunità nel medio termine, ovvero nei prossimi 5 o sei anni di essere il più interessante mercato di consumo di mobilità elettrica mondiale dove se siamo abili scateneremo la guerra della concorrenza per accaparrarsi clienti sofisticati che fanno del buon gusto in qualità produttiva. L’Italia è un mercato perfetto: spazi urbani molto ristretti, patrimonio immobiliare inestimabile, forte concentrazione di densità urbana, città confinanti senza soluzione di continuità. Qui, più che in altre parti del mondo puo’ essere affermato un nuovo modello integrato di mobilità elettrica condivisa. Almeno nel comparto del trasporto privato. Inizierei, se fossi al Governo, ad introdurre Taxi elettrici con automatica riduzione delle tariffe e ricarica gratis. In questo modo assorbiamo un modello di trasporto privatistico in linee integrate del trasporto pubblico a microcapillarità. Un concetto nuovo che stiamo sviluppando con un importante operatore di trasporto pubblico. Per i Taxisti presenti in Italia sarebbe un salto di qualità clamoroso e miglioramento dei propri margini. Ogni stazione di Taxi sarebbe dotata di colonnine per la ricarica a prezzo azzerati per loro.
Non prevedo la nascita di player in grado di installare una fabbrica di auto elettriche che possa essere competitiva a meno di un intervento pubblico che possa azzerare il ritardo tecnologico che scontiamo con i giganti del settore.
Che tipo di opportunità offre il comparto?
Due miliardi di auto e otto miliardi di popolazione sono un opportunità clamorosa che puo’ cambiare la gerarchia del mercato. Vedo un grande scontro anche un po’ ideologico tra produttori Giapponesi che puntano sull’idrogeno, Cinesi che lavorano da tempo sull’elettrico ed Europei che punta su mezzi ibridi. Il nuovo leader, a mio avviso, sarà il produttore o meglio l’ecosistema di produttori che offriranno il servizio di full service al consumatore tra veicolo per la lunga distanza, veicolo di mobilità elettrica e micromobilità. Un concetto nuovo che è legato all’innovazione ed alla complessità della tecnologia della mobilità elettrica che al momento presenta molte limitazioni ed instabilità sotto il profilo della pura tecnologia. Non sono rare le notizie di auto che non partono percheè la temperatura e’ troppo fredda o altre anomalia. Ma soprattutto serpeggia nel consumatore la domanda di quanto realmente dura la batteria.
Come e quando conviene investire in questo settore? Possiamo dare qualche dritta?
Sulla mobilità elettrica si sta investendo tanto sia come gruppi industriali privati sia come fondi pubblici in tutte le parti del mondo. L’industria dell’auto elettrica cerca il Sacro Graal della batteria che dura settimane o mesi e dell’auto che è permanentemente connessa con il 5G tanto da sviluppare la guida autonoma ma soprattutto garantire un monitoraggio costante delle condizioni d’uso del velivolo. Sono per introdurre una novità alla volta anche perché questa superansia da cambiamento non giova all’obiettivo di conversione di auto endotermiche in elettriche. Se è questo l’obiettivo non vedo perché caricare di messaggi futuristici l’auto ad alimentazione elettrica. Semplificando si dovrebbe lanciare il messaggio che cambia solo il serbatoio dell’auto dove al posto del carburante metti elettricità. Renderebbe tutto piu semplice. Su questo i produttori di Smart e 500 sono stati fantastici nel rendere normale il cambiamento e la risposta del mercato non si è fatta attendere.
Le aziende che stanno investendo nella tecnologia di alimentazione delle batterie e nel monitoraggio sono sicuramente di interesse per fondi di private equity impegnati nel comparto. Interessante investire anche in quelle aziende che confezionano servizi integrati di mobilità come dicevo che, a mio avviso, sono il futuro.
Voi come IG Investimenti che servizi/prodotti offrite in tal senso?
M’Ammi Spa, nostra controllata, è impegnata nell’educazione della mobilità elettrica ed ha come target i quattordicenni che iniziano ad affrontare la mobilità a quattro ruote. Il CEO della società, campione mondiale olimpico di canottaggio, è un esempio vivente di ecosostenibilità e rispetto per l’ambiente. La value proposition è di offrire un mondo di soluzioni a costi massimamente contenuti che consentono la mobilità elettrica globale . Andiamo dal monopattino all’AMI della Citroen fino ad arrivare all’imbarcazione lagunare e marina con motore elettrico in unico pacchetto che risolve nelle città italiane ogni esigenza di mobilità.
In questo M’Ammi spa supera il concetto della proprietà e punta ad un all inclusive di noleggio che siamo sicuri è la nuova frontiera del modo di vivere dei millenials. Lo Sharing Economy è un nuovo modo di vivere più rispettoso dell’ambiente e piu’ rispettoso dell’equilibrio socioeconomico moderno.
L’entrata nel settore automotive è frutto di una precisa visione di educazione alla mobilità elettrica per i quattordicenni.
Ci parla di IGI INVESTIMENTI GROUP?
IGI INVESTIMENTI GROUP opera in Italia da oltre 10 anni ed ha al suo attivo 187 acquisizioni realizzate con grande successo. In Italia ha condotto 98 acquisizioni di aziende distressed curandone il rilancio ed il riposizionamento strategico specializzandosi nel settore dell’internet industry, TLC e Facility management avanzato.
IGI INVESTIMENTI GROUP è un fondo di private equity di natura industriale che detiene 54 aziende per un totale di 10.000 dipendenti in sei Nazioni della Comunità economica europea: ITALIA – POLONIA – SPAGNA – AUSTRIA – BELGIO -ROMANIA. Sedi operative IGI GROUP in Ginevra – Londra -Roma- San Marino – La Valletta.
Amministra beni mobiliari per euro 4miliardi.
Ha tre divisioni industriali:
- ACCELERATORE DI IMPRESE: ACCELERA HUB operante anche in Italia con filiali nelle città di Firenze – Lugano – Milano – Napoli – Roma (HQ)
- HOLDING: gestisce il portafoglio di proprietà delle 54 aziende organizzate a sua volta in tre subholding operative
- MERCHANT BANK: Tre banche di proprietà: in SAN MARINO – REGNO UNITO – PAKISTAN