retegui

Non poteva non essere la sua settimana. Non potevano non essere le due partite di Mateo Retegui. Da quando il CT della nazionale Roberto Mancini aveva diramato la lista dei convocati per la doppia sfida per le qualificazioni ad Euro 24 in Italia, complice anche l’astinenza da calcio giocato, non si è fatto altro che parlare di lui.

Il ragazzo che arriva da lontano. Da San Fernando (Argentina) per l’esattezza, con numeri importanti: nel 2022 infatti nel campionato albiceleste, disputato con il Tigre, è stato capocannoniere con 19 gol in 27 partite. Non male per un 23enne. Eppure la domanda che tutti si sono fatti al ‘gran galà del bar dello sport made in Italy’ è stata: “Ma perché convocare lui e non un italiano vero?”. Domanda lecita. Effettivamente se si riavvolge il nastro della vita di Mateo, di Italia si intravede poco o nulla. Da sempre in Argentina, con la sua giovane carriera iniziata in uno degli stadi che sono considerati un tempio per chi ama il gioco del ‘football’: ‘la Bombonera’, indossando la storica maglia gialloblu del Boca Juniors a Buenos Aires, squadra che tutt’ora detiene il suo cartellino. Eppure, sforzandosi non poco, il Mancio un pò di azzurro in Mateo è riuscito a trovarla. La cittadinanza italiana infatti il giovane l’ha ottenuta per discendenza, grazie a suo nonno materno originario di Canicattì. Tanto è bastato per il nostro CT per trasformare quel lieve sprazzo di azzurro, nella ‘maglia Azzurra’ della Nazionale. Con il numero 19, ecco a voi il nostro centravanti: Mateo Retegui.

Ed allora, negli anni in cui anche le Nazionali assomigliano a delle squadre di club, dove si va a caccia della doppia cittadinanza e di parenti lontani per accaparrarsi le prestazioni di qualche giovane talento, abituiamoci a vedere scene insolite davanti ai nostri occhi. Dimentichiamoci i tempi di Totti e Del Piero, talenti cristallini ma anche esportatori del marchio e dell’ironia tutta italiana, con l’accento romano del ‘Pupone’ a scandire ogni barzelletta raccontata a ‘Pinturicchio’. Abituiamoci a vedere scendere dal pullman della nazionale giocatori che sorseggiano ‘Mate’: la bevanda che nasce dall’infusione di foglie di erba mate, pianta originaria del Sudamerica, diventata virale da quando Messi e compagni l’hanno esportata e mostrata in ogni prepartita del vittorioso Mondiale in Qatar. Abituiamoci a vedere l’Inno di Mameli solo abbozzato con imbarazzo e non cantato a squarcia gola, e magari anche a vedere un interprete durante le interviste post partita della Nazionale per poter meglio interagire con il giocatore che indossa la maglia Azzurra. Nulla di nuovo in fondo. Cambiano i tempi, cambiano i nomi. E se ci guadiamo indietro ne troviamo tanti di azzurri adottivi: da Jorginho a Camoranesi, da Thiago Motta ad Amauri. Così fan tutti in fondo. E allora, perché scandalizzarsi?

Eppure, nonostante i tanti, troppi occhi puntati su di lui, Mateo Retegui il suo l’ha fatto. Eccome. 2 gol in 2 partite. Uno al ‘Maradona’ di Napoli, vestito a festa nell’entusiasmo generale diffuso da uno scudetto sempre più vicino, ma ammutolito dalla prestazione di una Nazionale spenta, lenta e surclassata nel gioco e nell’intensità dall’Inghilterra. E la colpa non può essere di certo del nuovo centravanti, anzi. Retegui è stato colui che ha dato una scossa alla squadra, trasformando in gol l’unica occasione avuta sui piedi, grazie ad un assist al bacio di Pellegrini. Il suo gol non è bastato per evitare il ko in casa contro l’Inghilterra dopo oltre 62 anni dall’ultima volta. Ma ha dato sensazioni positive, confermate con l’incornata che ha aperto le danze a Malta, nel 2-0 (firmato anche da Pessina) che ha regalato i primi 3 punti all’Italia per la rincorsa alle qualificazioni per gli Europei che si disputeranno in Germania nel 2024. Servirà un grande lavoro da parte di Mancini per arrivare pronti a quell’appuntamento, soprattutto per evitare l’ennesimo disastro sportivo come quello che solo pochi mesi fa, ci ha fatto guardare il mondiale dal divano di casa.

E allora stringiamoci forte, e teniamoci stretti anche l’ultimo arrivato Mateo. Perché in fondo siamo tutti ‘fratelli d’Italia’.

FONTE IMG: https://www.fifa.com/fifaplus/it/articles/la-prima-volta-di-mateo-retegui-con-la-maglia-dellitalia

Luca Scattarella

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