I dati, aggiornati a novembre 2024, nella risposta dell’assessore Mario Tonina all’interrogazione di Lucia Coppola, consigliera provinciale di Alleanza Verdi Sinistra. Ecco la situazione dei macchinari di diagnostica in dotazione all’Azienda provinciale per i servizi sanitari
TRENTO. Un acceleratore lineare di 22 anni, altri due con più di un decennio di servizio, un sistema Tac-Pec di 16 anni e due angiografie da 18 e 16 anni. Queste alcune delle dotazioni di diagnostica dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Una spesa di oltre 3 milioni in manutenzione annuale. Questi dati (aggiornati a novembre 2024) emergono nella risposta dell’assessore Mario Tonina all’interrogazione di Lucia Coppola, consigliera provinciale di Alleanza Verdi Sinistra.
A fine anno sono andate fuori uso entrambe le Tac dell’ospedale Santa Chiara di Trento (Qui articolo) mentre negli scorsi giorni è stata la volta delle radiologie all’ospedale di Arco (Qui articolo). I guasti rientrano nella normale attività, soprattutto nel caso di macchinari sottoposto a un utilizzo costante e serrato ma fermi in serie e di tutte le apparecchiature appaiono situazioni anomale e gravi.
La Funzione pubblica della Cisl ha evidenziato che da anni chiede di investire nel rinnovo del parco macchine: “La strumentazione è obsoleta. E’ una questione di attrattività e di mettere i dipendenti nelle condizioni di poter lavorare” (Qui articolo). Stesso discorso per l’Ordine dei medici. A ottobre scorso l’analisi di “Dataroom” a firme Milena Gabanelli e Simona Ravizza sul Corriere della Sera aveva riportato di una situazione allarmante delle cosiddette “grandi apparecchiature” sanitarie in Italia. In pratica mammografi, risonanze magnetiche, Tac e così via: macchinari cruciali per la diagnostica che, stando ai numeri, sembrano sempre più vecchi e inadeguati (Qui articolo). Il Trentino? Non costituiva un’eccezione.
Nonostante le rassicurazioni dell’Apss, questi ultimi due mesi hanno evidenziato più di qualche problema sul fronte macchinari. Per la Provincia bisogna accelerare: “I guasti possono accadere perché parliamo di strumentazioni che sono sottoposte a un alto utilizzo”, dice a il Dolomiti l’assessore Mario Tonina. “Tuttavia è evidente che poi arriva il momento di dover sostituire gradualmente i macchinari, anche per un discorso di tecnologia e per restare all’avanguardia” (Qui articolo).
Effettivamente le strumentazioni negli ospedali del Trentino non sembrano esattamente recenti. In linea generale si considera che dopo 5 anni queste strumentazioni iniziano a soffrire di obsolescenza e dopo 10 anni i macchinari sarebbero da sostituire. Sono 16 i macchinari in doppia cifra e altri 10 quelli tra 5 e 10 anni. Più della metà, poche le nuove dotazioni. Emerge anche una tendenza agli acquisti in serie come i 5 mammografi comprati nel 2017 con la conseguenza che poi si deve cambiare un lotto intero con le relative difficoltà di programmazione.
La situazione peggiore riguarda l’acceleratore lineare: un macchinario è stato collaudato nel 2022, mentre gli altri tre sono del 2012 e del 2013 fino al lontano 2002. Il totale è di 73 guasti negli ultimi 5 anni e più di 800 mila euro di manutenzioni.
Capitolo Mammografi: 2013 e 2021, ben 5 quelli acquistati nel 2017. I guasti sono stati 7 in 5 anni e le manutenzioni costano 402 mila euro. Un macchinario per l’agiografia è nuovo mentre due sono in procinto di compiere 20 anni.
I tomografi a risonanza magnetica sono del 2012, 2013, 2014, 2019 e tre del 2020: 121 guasti e più di 619 mila euro (per quello in uso a protonterapia il canone è compreso); i tomografo assiale computerizzati sono 12 in totale, di cui i più recenti sono del 2023 e del 2021, sono cinque quelli acquistati nel 2012. Manutenzioni a 600 mila euro. Due sistema Tac-Pet integrato: nuovo a Protonterapia, invece all’ospedale Santa Chiara c’è una strumentazione di 16 anni. Cinque anni per il sistema robotizzato per chirurgia endoscopica e nuovo il sistema Tac gamma camera integrato.
“Valutare il tempo di usura di un macchinario è importante e bisogna tener conto oltre che dell’età dello stesso, delle modalità di utilizzo, del numero dei guasti nel tempo, dei costi di gestione. L’obsolescenza incide sui tempi di indisponibilità delle apparecchiature per l’aumento dell’incidenza dei guasti e dei malfunzionamenti. E di conseguenza l’allungamento delle liste di attesa per gli esami diagnostici”, le parole di Coppola.
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