Si parla sempre di startup e sempre troppo poco di persone. Per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica: “Meet The Fouder ” in cui facciamo una serie di domande ad alcuni founder particolarmente brillanti sperando possano rappresentare uno stimolo per tutti coloro che si apprestano a seguire il duro e articolato cammino delle startup. Oggi la nostra ospite è…Barbara Fani, co-founder di BettaKnit

Barbara, cosa facevi prima di essere un founder?

Dopo aver lavorato in un calzaturificio di alta moda come responsabile commerciale, mi sono dedicata alla famiglia, occupandomi di mio figlio piccolo.

Quando ti è venuta l’idea?

L’idea è venuta a me e alle mie sorelle, socie e co-founder, qualche anno prima che Bettaknit divenisse una vera e propria azienda.

Fin da piccole, grazie alla tradizione tessile di famiglia, abbiamo imparato a lavorare a maglia. Compravamo le riviste di maglia e uncinetto, ma ad un certo punto c’è stato un vuoto editoriale: le riviste non erano più al passo con la moda, e anche gli appassionati non sapevano più dove trovare ispirazione o modelli da seguire. Ecco l’idea di proporre kit completi di tutto l’occorrente per realizzare un determinato capo.

L’idea è stata quella di creare un brand di maglieria fai da te, con proposte moda che ciascuno potesse replicare ed eventualmente personalizzare.

Come hai capito che era il momento giusto per provarci?

È stata la pandemia… Bettaknit era già attivo come brand sui social, e ci rendevamo conto che c’era un gran seguito e molto interesse… Il periodo pandemico ci ha fatto capire che i tempi per dare valore al tempo, al riscatto personale erano maturi. E così ci siamo lanciate, costituendo BK nell’ottobre del 2020.

E il team? Come è nato?

Il team è nato naturalmente. Noi siamo 3 di 4 sorelle ed abbiamo in comune la passione per la moda, per il lavoro a maglia, per la sostenibilità… Siamo 3 sorelle, ma siamo amiche, condividiamo valori e obiettivi.

Con quali e quanti fondi avete iniziato?

Abbiamo attinto a tutti i nostri risparmi e poi ci siamo avvalsi del supporto di Banca Intesa San Paolo. A differenza di molte startup che propongono servizi, Bettaknit propone un prodotto, che deve essere acquistato… per questo motivo i fondi iniziali dovevano essere consistenti.

Quali sono stati i primi passi della tua startup?

Nonostante fossimo convinte di essere di essere innovative, non sapevamo niente di startup, quindi ci siamo costituite come una tradizionale pmi.

È stato nel 2022, l’incontro fortuito con il nostro attuale advisor che ci ha fatto notare che avevamo innovato un processo, che avevamo tutte le carte in regola e i requisiti per registrarci come startup innovativa.

Quella cosa che hai sbagliato in pieno?

Abbiamo sbagliato molte cose purtroppo, soprattutto nella scelta dei consulenti.

Molte figure che sembravano essere risolutive si sono invece dimostrate dei flop perché non all’altezza di quanto richiesto oppure abituate a lavorare con aziende dai budget infiniti.

Quella cosa che ti ha fatto pensare: “Ci avevo visto giusto”

Riceviamo molte conferme di stima, di complimenti per la nostra idea e per i nostri prodotti… ma ancora non basta. Dobbiamo rendere Bettaknit sempre più profittevole e leader in Europa.

Rifaresti tutto daccapo?

Diciamo che con l’esperienza maturata, sarebbe molto più facile rifare daccapo!

C’è qualcuno a cui ti senti di dire grazie?

In primis alle nostre famiglie, che ci supportano da veri fan! Ma la lista delle persone da ringraziare è vastissima… a partire dai nostri collaboratori, fornitori, consulenti, le ragazze del team, lavoratrici indefesse, e tutte le persone che credendo in Bettaknit, ci stanno supportando in questo percorso di accelerazione.

Com’è cambiata la tua vita rispetto a prima?

Vale se dicono che lavoro di più e guadagno meno?

Il mio stile di vita è peggiorato, si sa, la strada è faticosa e tutta in salita, ma una volta in cima il panorama sarà magnifico!

Tre consigli per giovani founder

È difficile dispensare consigli… ne abbiamo bisogno anche noi! Ma dalla nostra piccola esperienza mi sentirei di dire:

  • Seguite il vostro istinto: spesso le sensazioni sono le migliori consigliere quando c’è da prendere qualche decisione;
  • Siate pronti a dire “no grazie” e non fidatevi ciecamente di quello che vi viene detto: applicate uno spirito critico per valutare ed approfondire;
  • Non perdete di vista il vostro obiettivo.

Tre cose da cui un founder dovrebbe stare alla larga

  • Dai consulenti “so tutto io”, che di solito non sanno niente, o comunque sono troppo autoreferenziali;
  • Dalle persone tossiche (familiari, amici, fornitori, consulenti…) che proiettano in te le proprie frustrazioni e insuccessi e non sono utili allo sviluppo della tua startup, ma creano malumore e insicurezze;
  • Dai momenti di sconforto che ti fanno perdere di vista l’obiettivo… (questi però capitano spesso, eh..)

In questo momento, su cosa ti stai concentrando in particolare?

Da qualche mese ci stiamo concentrando sull’aumento di capitale. Abbiamo già dei nuovi soci che hanno creduto in noi, e siamo alla ricerca di altri fondi/persone che intravedano in Bettaknit una possibilità di successo. Il nostro obiettivo di raccolta è tra i 300.000 € e 500.000 €, di cui abbiamo già raccolto circa 100K. Abbiamo inoltre un pre-commitment di altri 50K.
Impiegheremo il capitale raccolto per consolidare il mercato italiano e penetrare il mercato europeo.
Il 40% sarà destinato alla digital adv e al marketing. Già collaboriamo con maker, designer che sono anche influencer e che grazie alla loro community contribuiscono a diffondere BK.
Il 30% per lo sviluppo della piattaforma, nella quale integreremo l’intelligenza artificiale per offrire prodotti più rispondenti alle richieste dei nostri clienti e per una gestione più efficiente del magazzino. Infine, il rimanente 30% sarà destinato allo sviluppo di nuovi kit che siano sempre in linea con le tendenze della moda e con le richieste del pubblico.

Riproduzione rubrica Meet the Founder, www.startup-news.it

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