Era il 6 dicembre del 2022 quando il Policlinico Irccs Sant’Orsola di Bologna ha annunciato l’adozione di uno strumento che utilizza l’intelligenza artificiale (IA) per la diagnosi precoce di noduli al polmone. Il dibattito sull’IA è tutt’ora in fieri, ma le sue potenzialità benevole sono indubbie. Lo testimonia la ”Body vision lung system”, il sistema che sfrutta l’IA adottato nell’unità di Pneumologia interventistica del Sant’Orsola. Il Policlinico bolognese, all’epoca, è stato il primo centro in Europa a utilizzare questo strumento.
Come funziona la Body vision
Il caso della Pneumologia interventistica del Sant’Orsola racconta in termini pratici i benefici che possono derivare dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il tumore del polmone ha un’incidenza molto elevata tra le malattie neoplastiche: si tratta della seconda neoplasia negli uomini (15%) e terza nelle donne (6%). Si tratta di una malattia ad alta mortalità: ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa 41mila tumori al polmone. Solamente nel 2021, per questa malattia, sono stati stimati circa 34mila decessi.
Negli stadi iniziali, il tumore al polmone si presenta come un nodulo con diametro inferiore ai 3 centimetri, che solitamente viene individuato tramite una radiografia. È qui che entra in gioco la Body vision lung system: incrociando in tempo reale i dati della tomografia assiale computerizzata (la consueta Tac) e le immagini della radiologia fluoroscopica, questo strumento ricostruisce una immagine tridimensionale in tempo reale che permette di individuare la posizione del nodulo da raggiungere, che altrimenti non sarebbe possibile visualizzare. Di fatto, riproduce una broncoscopia virtuale, ovvero un video in cui viene mostrato il miglior percorso da seguire secondo la macchina.
Un navigatore affidabile
I medici la utilizzano, quindi, come un piccolo e sofisticato ‘navigatore’ intelligente, così da arrivare in posti dove non sarebbe stato possibile arrivare con la normale navigazione, scovando precocemente anche le tracce meno visibili di noduli polmonari periferici. Come sottolineato dal primario dell’unità di Pneumologia interventistica, Piero Candoli, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale permette un incremento di oltre il 10% nella diagnostica precoce dei noduli al polmone, passando così da un 70% circa a oltre l’80% di probabilità.
”Noi lo utilizziamo da circa un anno – dice il professor Candoli – sia per la fase diagnostica, sia per la terapia del tumore al polmone. Si tratta di novità tecnologiche veramente importanti: di fatto è un sistema di guida per l’individuazione di nodi periferici anche di piccole dimensioni. Sono dei veri e propri navigatori che permettono di indirizzarci al meglio nella localizzazione. Questo cambia totalmente le strategie anche in ambito terapeutico: come è ovvio, più è precoce la diagnosi, migliori sono le opportunità di trattamento. Parliamo di possibili guarigioni che sarebbero impossibili quando lo stadio della malattia è più avanzato. È una questione di vita o di morte”. La Body vision, da quando è stata adottata, è stata utilizzata su circa 250 pazienti, con risultati che il primario definisce ”molto soddisfacenti”. La macchina è posizionata proprio all’interno della sala endoscopica dell’unità di Pneumologia interventistica. Sebbene siano molto sofisticati, strumenti come la Body vision lung system occupano pochissimo spazio fisico.
Intelligenza artificiale e sanità
Il lavoro dell’intelligenza artificiale, come sottolinea Piero Candoli, non si limita però alla diagnostica. Dal prossimo ottobre, infatti, il Policlinico adotterà alcuni robot che saranno utilizzati soprattutto nella fase interventistica e chirurgica. ”Noi saremo il primo centro in Italia ad adottare questi robot: sono pensati sia per la diagnostica, ma anche per guidare i nostri strumenti nel modo più preciso possibile. Mi viene in mente il trattamento radioterapico, ad esempio, o comunque di ablazione del tumore con microonde e radiofrequenze. Questa è la prospettiva futura, specialmente per i pazienti più fragili che non possono sottoporsi a chirurgia o terapia radioterapica classica. In questo modo potranno essere curati in maniera più delicata ma anche più precisa, risparmiando più tessuto sano possibile, che è sempre importante”.
La specialità del Policlinico Sant’Orsola è quella di essere un Irccs, ovvero un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Come scrive il ministero della Salute, si tratta di ”ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e in quello della organizzazione e gestione dei servizi sanitari”. È per questo motivo che il Sant’Orsola facilita l’adozione di tecniche all’avanguardia, come appunto quelle che prevedono l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: ”Una delle mission del nostro istituto è quella di perseguire veri e propri progetti di ricerca in ambito sanitario. Le richieste per adottare queste tecnologie vengono da noi, dalle equipe specializzate, ma ovviamente le domande vengono avallate dai vertici dell’istituto, i quali hanno il compito di capire se questi investimenti possano e debbano essere fatti. Ovviamente questo tipo di tecnologia ha un costo, ma spesso gli investimenti risultano sostenibili se, ad esempio, le diagnosi permettono di risparmiare su altri costi, come la degenza o la cura, senza contare naturalmente i benefici per i pazienti”.
Riproduzione Bologna Today