La città metropolitana ospita quasi 3.2O0 startup e PMI innovative, pari a un quinto del totale italiano

Milano è da sempre un habitat naturale per le realtà imprenditoriali più avanzate e alla frontiera dell’innovazione. Oggi la città metropolitana ospita quasi 3200 startup e PMI innovative, pari a un quinto del totale italiano e con un importante giro d’affari da 2,8 miliardi di euro di fatturato. L’ultimo biennio rappresenta, però, una battuta d’arresto: il numero di realtà innovative è in calo per il secondo anno consecutivo (-3,6% annuo) ed è oggi inferiore del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Questo trend non appartiene solo al milanese, ma accomuna l’intera regione Lombardia e l’Italia, come emerge dai dati presentati nella nona edizione dell’“Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital” promosso da Assolombarda e da InnovUp in collaborazione con InfoCamere e Politecnico di Milano. In Lombardia e in Italia il calo annuo è addirittura superiore e pari rispettivamente a -4,7% e -4,1%.

Nella città metropolitana di Milano, il calo aggregato nel numero di realtà innovative maschera alcune divergenze, che indicano uno shift verso una dimensione più consolidata e matura. In primo luogo, infatti, sono diminuite le startup (-205 nell’ultimo anno) ma sono aumentate le PMI innovative (+86). In secondo luogo, considerando startup e PMI insieme, si è ridotto il numero di quelle partecipate unicamente da persone fisiche o ditte individuali, mentre le imprese innovative con partecipazioni di soci corporate (aziendali) e di investitori finanziari o specializzati in innovazione sono aumentate.

È in particolar modo importante il peso delle startup e PMI innovative con soci corporate, che sale al 42% come numero di imprese e al 52,5% in termini di valore della produzione (delle quote nettamente superiori al 33,2% e al 47,2% misurate a livello italiano). Questo andamento si rispecchia anche nella presenza di soci corporate sul territorio di Milano, oggi pari a 1.146 investitori e in crescita del 18,5% sul 2023.

“Nonostante un calo di alcuni indicatori, Milano e la Lombardia continuano a distinguersi come modello di riferimento e motore dell’innovazione italiana” afferma Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda. ”In questo senso, siamo soddisfatti che il Governo abbia accolto il nostro emendamento riguardo l’eliminazione della barriera all’ingresso nella costituzione d’impresa che prevedeva – entro due anni dall’iscrizione al registro delle startup innovative – di avere un capitale sociale di almeno 20.000 euro e un dipendente e, al contempo, abbia introdotto nuove importanti misure per lo sviluppo dell’ecosistema innovativo. Abbiamo scongiurato il rischio, altrimenti, di far saltare fino al 70% delle startup. La sfida principale è ora quella di aumentare la capacità di queste imprese di investire oltre i confini per continuare la propria crescita. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale attrarre maggiori capitali, anche stranieri, verso l’asset class del Venture Capital e l’economia reale. In più, occorre favorire la collaborazione tra aziende consolidate, nelle filiere del nostro “Made in Italy” e startup, e rafforzare le politiche pubbliche a supporto dell’innovazione e dell’imprenditorialità, vera chiave per la competitività del territorio. È necessario, inoltre, rivolgere un’attenzione particolare all’attrazione dei talenti, indispensabile per affrontare una competizione globale sempre più serrata”.

Ampliando lo spettro dell’analisi a tutte le imprese della città metropolitana di Milano che dal 2012 a oggi sono state riconosciute come startup innovative, si ha un bilancio più completo delle loro potenzialità di crescita anche nel lungo termine. Si tratta di oltre 4.450 startup o ex-startup ancora attive oggi, che hanno generato quasi 14mila posti di lavoro al 2023. Tra di loro spiccano 40 “gazzelle”, ovvero imprese capaci di crescere in maniera molto significativa nei primi anni di vita (con un tasso di crescita del fatturato o dei dipendenti superiore al 20% per tre anni consecutivi nei primi cinque di attività). Queste costituiscono più della metà delle 79 mappate sull’intero territorio nazionale, a conferma di un ecosistema locale da continuare ad alimentare nei suoi fattori di attrattività distintivi, più che mai oggi in una congiuntura non favorevole.

Riproduzione: IlSole24Ore.com

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