Gaetano Artimagnella: “Il porto di Napoli è tradizionalmente attivo su molte tipologie di merce, il 2024 ha risentito degli eventi bellici e della tensione sul Mar Rosso”
Con oltre 900mila abitanti, Napoli è la più grande città portuale italiana. La città è un serbatoio di eccellenze professionali nel settore marittimo e portuale, che sono uno dei grandi punti di forza dello scalo. Una di queste eccellenze è rappresentata dagli agenti marittimi, riuniti in Assoagenti, l’associazione presieduta da luglio scorso da Gaetano Artimagnella.
Quali sono i punti principali su cui si sta impegnando nel suo programma alla guida dell’Associazione?
“In primo luogo – risponde Artimagnella – la formazione e l’aggiornamento professionale delle competenze degli agenti marittimi. Inoltre il rafforzamento della collaborazione con le Autorità marittime e portuali, per garantire il rispetto delle esigenze dei nostri associati, e con le associazioni dei colleghi di altre città, per creare sinergie e collaborazioni di lavoro”.
Quali priorità infrastrutturali ha la logistica in Campania?
“Rendere più efficienti le infrastrutture portuali esistenti, migliorare i collegamenti con i retroporti più vicini alle banchine, dove creare aree di stoccaggio per i container, sviluppare l’intermodalità. A Napoli è di prossima realizzazione un fascio di binari fino al terminal container”.
Com’è l’andamento dei traffici nei porti campani?
“Il porto di Napoli è tradizionalmente attivo su molte tipologie di merce, il 2024 ha risentito degli eventi bellici e della tensione sul Mar Rosso, questo ha provocato un calo della movimentazione di container. Va invece sempre forte la crocieristica, in continuo aumento e con risultati importantissimi”.
Che cosa vi chiedono le compagnie armatoriali per sviluppare i loro servizi nei porti campani?
“I dragaggi sono un argomento all’attenzione di tutti e un obiettivo per tutti. Sono quello che consentirà di accogliere un tonnellaggio sempre maggiore. L’obiettivo è arrivare a 14,5-15 metri, misura che ci consentirebbe di accogliere navi maggiori anche di quella che è la capacità attuale delle banchine. Per questo il sogno di noi operatori è stata la Darsena di Levante, dove poter operare un terminal per navi di dimensioni più grandi di quelle attuali, ma soprattutto per poter accogliere un numero maggiore di unità. Oggi è un’opera incompiuta e non si sa quando verrà terminata. Intanto il terminal Conateco, il nostro terminal container, si sta attrezzando con gru di ultima generazione. Un’altra richiesta delle compagnie sono politiche tariffarie competitive, celerità nelle operazioni doganali e riduzione dei tempi di attesa”.
Si parla di nuovo di riforma della legge portuale.
“La riforma nazionale dei porti, in seguito alla legge 84 del 1994 e alle sue modifiche nel 2016, ha cercato di modernizzare e razionalizzare la gestione delle attività portuali in Italia, promuovendo maggiore efficienza, competitività e integrazione dei servizi. Ma restano parti non applicate, come a esempio la cabina di regia nazionale per la programmazione delle grandi opere. Nonostante la legge avesse l’intento di snellire i processi, in alcuni casi la burocrazia è rimasta un ostacolo, rallentando l’implementazione di nuovi progetti e ritardando l’adeguamento delle infrastrutture. In sintesi, la Legge 84/94 ha portato sia opportunità che sfide per il porto di Napoli, favorendo modernizzazione e competitività, ma anche creando problematiche legate alla burocrazia. Nel porto di Napoli resta molto da fare”.
Che rapporto hanno gli agenti marittimi con la tecnologia?
“La tecnologia non svilisce, ma rafforza il nostro lavoro. L’uso di software per la gestione delle informazioni, la tracciabilità delle merci e la documentazione automatizzata semplifica e velocizza molte operazioni. Questo consente agli agenti marittimi di concentrarsi su compiti strategici piuttosto che su attività burocratiche. Le piattaforme online consentono una comunicazione e un’interazione più fluida tra i vari attori del cluster marittimo, riducendo, in alcuni casi, sensibilmente il bisogno di interazioni fisiche. Tuttavia l’evoluzione tecnologica richiede un continuo aggiornamento delle competenze. Gli agenti marittimi dovranno investire nella formazione per restare al passo con le nuove tecnologie e procedure. Il Pmis ne è un esempio. Gli agenti marittimi dovranno essere pronti all’appuntamento con l’Europa: nel 2025 occorrerà uniformarsi agli standard europei con l’obiettivo della semplificazione e dell’armonizzazione delle procedure e del processo pratica nave. Ed è realistico pensare che in futuro giocherà un ruolo anche l’intelligenza artificiale”.
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