a cura di Rossana Multari

Abbiamo incontrato Massimiliano Nicolini, direttore dipartimento ricerca e sviluppo di Olitech e membro italiano del Metaverse in occasione del lancio del prototipo di visore/occhiale durante il Web3 Digital Summit.

Ci racconti cosa fa la OLITECH e cosa state per lanciare sul mercato?

Allora Olitec che è un centro di ricerca all’interno di Olimaint, che si occupa di realtà immersiva dal 1994.

Diciamo ha iniziato la sua attività negli anni ottanta, quindi sono oltre quarant’anni che stiamo facendo ricerche su questi protocolli. In questa manifestazione a Verona, noi oltre a presentare le attività che abbiamo fatto in diversi settori, i protocolli, una serie di altre iniziative, presenteremo anche il primo visore interamente progettato ed assemblato in Italia, visore per realtà immersiva. Questo visore avrà una particolarità: sarà sostanzialmente un oggetto al quale probabilmente, perlomeno a detta di chi ha visto l’ingegnerizzazione di questo prodotto, insieme a noi traccerà probabilmente un solco tra il visore tradizionale e i visori di nuova generazione. Questo apparato andrà a sostituire nei prossimi 7 o 8 anni, probabilmente, non solo i visori tradizionali ma anche il cellulare.

E quindi è doveroso chiederti  di raccontarci meglio cosa differenzia questo visore dagli altri, oltre al fatto che ci rende onore, che è stato sviluppato in Italia, corretto?

Allora in realtà lo differenzia, in particolare la struttura. Questo perchè di per sé un oggetto indossabile, è un occhiale, un tradizionale occhiale che ha la possibilità, attraverso la combinazione di un sistema di lenti intelligente di passare dalla realtà reale alla realtà immersiva in una frazione di secondo è di non avere, diciamo quell’obbligatorietà di quel peso che tutti i visori oggi hanno e soprattutto di essere (anche per merito del suo essere un prodotto di stile italiano) un prodotto che diciamo ha un certo stile, quindi potrebbe diventare anche un’idea di moda. Magari in futuro, nel 2030,  per qualcuno potrebbe essere l’accessorio di moda immancabile.

Quindi si può sviluppare in diversi colori e/o stili?

Sì, in realtà si può. I primi prototipi sono realizzati anche con sistemi di fissaggio diversi, quindi abbiamo dei sistemi di fissaggio tradizionali a occhiale e poi dei sistemi di fissaggio a fascia cervicale che sostanzialmente lo rendono più stabile e più solido per quanto riguarda l’utilizzo  (magari in qualche scenario dove c’è necessità di movimento, proviamo a immaginare una palestra nel Metaverso). Questo l’occhiale è molto molto molto leggero dal punto di vista anche della portabilità perché pesa solo 335 grammi, ed è diciamo attrezzato anche con un elettronica che viene tenuta tranquillamente nella tasca, in quanto poco più piccola di un cellulare. Per questo motivo, sostanzialmente ci permetterà di sostituire l’attività che facciamo col cellulare. Noi abbiamo integrato anche una e -SIM, quindi io posso tranquillamente un domani mettere la mia sim elettronica (perché ormai le SIM fisiche stanno per scomparire) all’interno dell’elettronica dell’occhiale (perché occhiale si chiama quindi non è più un visore) ed ecco che può quindi diventare un qualche cosa che in un unico oggetto sostanzialmente mi permette di avere tutto quello che io oggi ho su più device.  Non ha bisogno di utilizzare joystick, perché verrà comandato attraverso un sensore telecamera montato tra le due lenti. Questo sensore leggerà i movimenti delle mani e in contemporanea avrà la possibilità di essere comandato con la voce.

Quanto tempo avete impiegato per la progettazione e lo sviluppo di questo prodotto?

Abbiamo iniziato più o meno alla fine del 2020. Le prime bozze, i primi progetti, le prime prove, le prime cadute e i primi giramenti di testa. Perché abbiamo dovuto trovare le lenti idonee e tutta una serie di altre di altre cose. Sono stati più o meno 3 anni circa che abbiamo impiegato per studiare e sviluppare questo modello. Nel design abbiamo coinvolto anche, diciamo dei nomi abbastanza noti del Design europeo (quindi qui c’è qualcosa anche di oltre Italia), perché ci hanno aiutato nel disegnare lo stile che volevamo, un occhiale che può essere abbinato a qualsiasi abito, perché poi come il cellulare, diventa un oggetto anche di di vita e di abbigliamento di tutti i giorni. La particolarità però, secondo me più interessante, è tecnica perché questo occhiale utilizza la stessa modalità delle lenti che utilizzano i visori che ad oggi sono più conosciuti. E con la differenza che ha 2K + 2k di risoluzione, quindi è esattamente il doppio del visore commerciale oggi più diffuso. E questa è una cosa molto importante perché ci permette praticamente di fare un balzo a piè pari in una realtà immersiva, molto più vicina alla realtà rispetto a quella che oggi siamo obbligati a utilizzare. Oggi è più cartonata, quindi più da cartone animato, più da disegno animato piuttosto che da una realtà reale. Cioè arriviamo ad avere 5120 per 2560 pixel combinati che danno una risoluzione altissima. Cosa vuol dire? Vuol dire che abbiamo 1,07 miliardi di combinazioni colore possibile. Ecco, da questo punto di vista effettivamente ci aiuta molto. La cosa interessante è che avendo le doppie lenti, possono essere montate all’interno per astigmatici e miopi le loro lenti da vista. Quindi in realtà io monto all’interno della sovra lente, vado a montare la mia lente da vista.

Quando pensi sarà pronto per essere lanciato sul mercato?

 Allora noi faremo questa prima presentazione, diciamo light durante il web3 digital summit e faremo la vera presentazione con la prova dal vivo il 27 di Aprile al teatro Pirandello di Agrigento, in occasione di un convegno organizzato da un noto quotidiano nazionale che sarà dedicato proprio all’innovazione. Noi saremo uno dei quattro ospiti sul palco e quindi in quell’occasione lanceremo proprio con in mano il nostro paio di occhiali. Lo faremo vedere un pochettino a tutti quelli che avranno voglia di vederlo.

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