Due storiche imprese con due insegne concorrenti che da sempre si confrontano in un medesimo territorio. Negli ultimi anni una si è maggiormente concentrata sui formati di vendita medi e medio grandi e l’altra in quelli più piccoli a copertura dell’estrema prossimità. L’articolo riporta il confronto diretto con fatturati medi, redditività per mq in tutti i cluster di vendita, suddivisi in piccoli negozi, supermercati piccoli, supermercati medi, supermercati grandi, superstore e ipermercati. I risultati di confronto che emergono sono sorprendenti
In Emilia si confrontano sul mercato della grande distribuzione due storiche imprese che appartengono a diversi modelli cooperativi: Conad e Sigma. Il terzo modello cooperativo del territorio, Coop, da tempo ha abbandonato il concetto di cooperazione tra lavoratori (oggi piccoli e medi imprenditori) per abbracciare la più evoluta cooperazione tra consumatori (i soci prestatori).
In termini retail, conseguenze delle capacità economiche dei tre modelli, queste differenze si sono tradotte in tre diversi tipi di offerta sul mercato. Coop ha avuto l’opportunità di investire ingenti capitali per la costruzione di ipermercati e supermercati.
Conad ha sviluppato un modello di cooperazione con una forte centralizzazione delle decisioni verso l’alto (nel periodo Pugliese direttamente al vertice della sede nazionale, oggi in un connubio di differenze tra i Cedi e la sede nazionale) con Cedi forti e solidi economicamente, che spesso e volentieri finanziano ai loro soci la costruzione e l’assortimento di medi e grandi supermercati.
Infine Sigma che, per vocazione, ha sempre privilegiato la solidità dei soci imprenditori a discapito dei Cedi ed oggi questo si traduce in una minor solidità di questi ultimi rispetto alle altre due cooperative e grande vocazione all’estremo vicinato grazie agli investimenti diretti dei soci.
In questa analisi non è presente Coop Alleanza 3.0 (già studiata in questo articolo sopra), ma è nostra intenzione analizzare le prestazioni dei due diversi modelli di business, ovvero quello di Conad Centro Nord, che si è focalizzata nei supermercati medi e grandi, e Realco che è rimasta nella gestione dell’estremo vicinato con negozi più piccoli.
Le prestazione riportate nell’articolo non sono l’esaltazione di una impresa rispetto ad un’altra, ma è la fedele fotografia di due modelli di business che, in questo momento storico, attraversano sorti differenti.
Si faccia attenzione, anche il modello di Coop Alleanza 3.0, incentrato molto sul modello grandi iper, percorre una storia che in questo periodo non la favorisce.
Quindi, non si tratta di valutare la buona gestione di un’impresa retail in termini finanziari, gli attori che si raccontano sono entrambi solidi finanziariamente, ma solo la spiegazione di come due modelli di business riportino differenti risultati in uno stesso territorio.
Lo studio è svolto dall’ufficio studi di Istituto Georetail Italia, che ha messo a confronto due realtà che hanno percorsi e storie differenti ma che sono accomunate da aree di competenza contingenti. I fatturati indicati negli studi esposti nelle tabelle e grafici sono dedotti dagli ultimi bilanci di esercizio degli affiliati delle due organizzazioni, sono dati delle vendite e non dei bilanci di Realco e Conad Centro Nord.
Riproduzione “GDO News”